Coronavirus, reddito di emergenza, con i figli assegno più alto. Maxi liquidità alle aziende Come funziona

Martedì 31 Marzo 2020 di Andrea Bassi
Coronavirus, reddito di emergenza, con i figli assegno più alto. Maxi liquidità alle aziende Come funziona

In attesa di qualche segnale da Bruxelles sugli strumenti comuni da utilizzare per affrontare la crisi economica legata al coronavirus, il governo va avanti nella preparazione del decreto “Cura Italia 2”. In realtà già si comincia a parlare anche di un ulteriore decreto da adottare a maggio, quando il quadro delle misure europee sarà delineato.

Coronavirus Italia, blocco fino a dopo Pasqua: ipotesi ora d'aria per i bimbi
Coronavirus Brescia, il sindaco: «Più morti di quelli ufficiali: bisognava chiudere subito tutto»


La somma dei due decreti potrebbe superare i 50 miliardi di euro, di cui i primi 30 nel decrero di aprile. Il tempo comunque stringe. In settimana dovrebbe essere convocato un consiglio dei ministri per approvare la relazione da inviare alle Camere per far approvare lo scostamento dal deficit necessario a finanziare le nuove misure.

Poi dovrà arrivare il via libera del Parlamento e, solo dopo, ci sarà l’approvazione del decreto di aprile. Molte delle misure sono già delineate. Per altre la discussione all’interno del governo prosegue. Ci sarà un nuovo finanziamento della Cassa integrazione di altri 12-13 miliardi di euro, che dovrebbe permettere alle imprese di scavalcare l’estate (oggi le richieste hanno un limite di 9 settimane). Ci saranno sicuramente nuovi interventi per assicurare la liquidità alle imprese. Gli stanziamenti per le garanzie concesse dal governo saranno rafforzati e le procedure semplificate. L’idea sarebbe quella di permettere alle banche di attivare fino a 700 miliardi di linee di credito. 

Coronavirus, autonomi, 800 euro, la corsa ai bonus, accordo sulla cassa integrazione Le procedure

IL CAPITOLO
Il capitolo sul quale ancora si sta discutendo sono gli aiuti alle famiglie più in difficoltà. Il governo ha intenzione di intervenire con un «reddito di emergenza», ma su come gestirlo e come erogarlo ci sono ancora degli aspetti tecnici da risolvere. Una parte del governo, soprattutto quella targata 5 Stelle, vorrebbe che l’aiuto fosse erogato dall’Inps, legando la misura al Reddito di cittadinanza. La ragione sarebbe che l’Istituto di previdenza ha la possibilità di incrociare una serie di banche dati per controllare che i richiedenti non godano già di altri benefici, come il Reddito stesso o una pensione.

Coronavirus Italia. In fondo al tunnel “quota zero”. Le stime: «Nessun nuovo caso tra 7/10 giorni»

Le domande, comunque, dovrebbero avvenire con un meccanismo semplificato, con una semplice autocertificazione in modo da garantire che le risorse vengano erogate immediatamente. 



Tra i tecnici c’è però chi pensa che forse sarebbe meglio trasferire le risorse direttamente ai Comuni, lasciando a loro il compito di erogare l’aiuto economico. Un po’ come si è fatto con i 400 milioni dei buoni pasto della protezione civile. Quello che è certo è che il sostegno di 600 euro per le partite Iva, i lavoratori stagionali, quelli dello spettacolo e tutte le altre categorie coperte dal decreto di marzo sarà rifinanziato. Molto probabilmente sarà anche aumentato a 800 euro l’assegno. Ma per il reddito di emergenza si sta ragionando se non utilizzare dei meccanismi come la scala di equivalenza, in modo da dare una cifra maggiore alle famiglie con figli, come accade con il reddito di cittadinanza.
 



 
L’INTERVENTO
Sul tema delle famiglie ieri è intervenuto anche il ministro Elena Bonetti che ha proposto di anticipare l’assegno per i figli che che il governo aveva intenzione di introdurre dal prossimo anno. Si tratta di un contributo di 160 euro al mese per ogni figlio per le famiglie con un Isee inferiore a 7 mila euro, di 120 euro al mese per figlio per le famiglie con un Isee tra 7 e 40 mila euro e di 80 euro al mese per figlio per tutti gli altri nuclei. Qualche novità, poi è in arrivo sul fronte fiscale. Oggi scade il termine dei datori di lavoro per trasmettere le certificazioni uniche necessarie per le dichiarazioni dei redditi. E scade anche il termine per comunicare al Fisco tutte gli oneri deducibili e detraibili.



La scadenza era già stata fatta slittare dal decreto del 9 marzo e, di conseguenza, anche il termine per trasmettere al Fisco la dichiarazione precompilata era passato da luglio a settembre. Il governo è intenzionato a dare altro tempo per le certificazioni uniche, non sanzionando chi le trasmette in ritardo. Anche la dichiarazione precompilata, a questo punto, potrebbe slittare di un mese. Ma su questo il dibattito all’interno del governo è aperto, anche perché a ottobre va presentata la legge di Bilancio per il 2021 e senza un quadro chiaro dei conti pubblici con le entrate fiscali potrebbe essere un problema. 
 

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA