Forse non sarà una grande sorpresa, ma ora l'Inps dà la conferma con numeri e analisi statistiche: è cresciuto più velocemente il numero dei contagiati da coronavirus nelle province in cui è più elevato il numero di rapporti di lavoro nelle attività essenziali, cioè quelle attività che non sono state bloccate e hanno continuato a essere svolte anche dopo le misure di lockdown introdotte dal governo. Questi risultati suggeriscono poi, in modo indiretto, che le misure di lockdown hanno limitato la diffusione del contagio, e questo effetto di contenimento è minore nelle province dove le limitazioni erano meno stringenti a causa della maggiore quota di rapporti di lavoro essenziali.
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Lo studio della Direzione Centrale Studi e Ricerche dell'Istituto analizza i dati provinciali della protezione civile sulla dinamica dei contagiati COVID-19 dal 24 febbraio al 21 aprile, e i dati amministrativi di fonte Inps relativi alla quota dei rapporti di lavoro nei settori considerati essenziali dai due provvedimenti restrittivi del marzo 2020 emessi dal governo Italiano.
Coronavirus, Inps: nelle aziende dove si è continuato a lavorare contagi cresciuti del 25%
Venerdì 24 Aprile 2020Dall’analisi emerge che, se nel primo periodo la curva del contagio cresce nello stesso modo fra le province, dal 22 marzo, quando è stato emanato il provvedimento più restrittivo di lockdown, il contagio cresce di più nelle province con più rapporti di lavoro nei settori essenziali rispetto a quelle dove tali settori sono meno rappresentati, per poi decrescere più lentamente dall’inizio aprile, quando il numero generale dei contagiati ha iniziato a diminuire. Ad esempio tra Cremona che si trova tra le Province più attività e Ferrara, che dalla parte opposta della graduatoria, la differenza è di 10 contagiati in più al giorno