Coronavirus, il ministro Elena Bonetti e i congedi parentali: «Cumulabili i due voucher per baby sitter e non autosufficienti»

Venerdì 13 Marzo 2020 di Giusy Franzese
Coronavirus, il ministro Elena Bonetti e i congedi parentali: «Cumulabili i due voucher per baby sitter e non autosufficienti»

Coronavirus, congedi parentali aggiuntivi e straordinari di 15 giorni lavorativi suddivisi tra mamma e papà. Una tantum di 600 euro, che arriva a mille euro per le famiglie degli operatori sanitari, per le baby sitter.

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Un ulteriore voucher di 500 euro, cumulabile con il precedente, se in famiglia ci sono anziani che hanno bisogno di assistenza continua e persone non autosufficienti. È con queste tre misure proposte dalla titolare del Ministero della Famiglia, Elena Bonetti, che il governo sta disegnando il “pacchetto famiglia” per venire incontro ai disagi dell’emergenza coronavirus. Il decreto dovrebbe essere varato oggi. «Stiamo lavorando affinché siano misure usufruibili il prima possibile. Con procedure facili e veloci» assicura la ministra Bonetti. 

A quanto ammonterà in cifra assoluta il “pacchetto famiglia”?
«C’è un tavolo di lavoro al Mef e con il Lavoro che in questo momento sta quantificando le misure proposte».

Come funzionerà il voucher baby sitter?
«Potrà essere richiesto dalle famiglie con minori fino ai 14 anni di età. Io ho chiesto che sia pari a 600 euro, maggiorato a mille euro per gli operatori sanitari anche come segno del riconoscimento per il carico di lavoro, di rischio e di stress da servizio enorme, spesso senza orari e turni, a cui sono sottoposti in questo periodo».

Sarà una cifra parametrata al periodo di chiusura delle scuole?
«Si tratta di una “una tantum” per far fronte all’emergenza della chiusura delle scuole, fruibile entro la fine dell’anno scolastico».

Bisognerà fare la domanda all’Inps?
«La parte operativa tecnica è da costruire, la mia idea è che sia fruibile attraverso una richiesta all’Inps, comunque con procedure facili e veloci».

L’asticella dei 14 anni vale anche per congedi parentali?
«Si esatto. Ho chiesto che sia innalzato da 12 a 14 anni. Per quindici giorni straordinari aggiuntivi».

Lei ha dichiarato che il congedo parentale straordinario deve essere suddiviso tra papà e mamma. Significa che la scelta di chi rimane a casa a seguire i figli in questo periodo non è lasciata alla scelta della famiglia?
«La possibilità di congedo parentale dovrebbe essere proporzionale, almeno un terzo su un genitore e due terzi sull’altro. Rientra nella logica di corresponsabilità tra padri e madri che stiamo mettendo in campo per incentivare il lavoro femminile e la responsabilità educativa dei padri, come già affermato all’interno del Family act. Questo naturalmente vale nel caso in cui il nucleo è composto da due genitori che possono usufruire del congedo. Ovviamente non è applicabile nelle famiglie con un solo genitore, e non lo è nemmeno per quelle categorie di lavoratori dipendenti impossibilitate proprio dall’emergenza coronavirus ad assentarsi dal lavoro, penso ancora una volta agli operatori sanitari».

Come saranno retribuiti questi congedi parentali straordinari? Crede che, a conti fatti, il Mef accoglierà la sua proposta di una copertura integrale o si orienterà, come sostengono alcune indiscrezioni, su tre scaglioni in basi al reddito Isee?
«Io ho chiesto la retribuzione piena e una copertura fino a 15 giorni lavorativi, così da coprire almeno tre settimane. In queste ore si stanno facendo le simulazioni, spero che il punto di caduta sia il più alto possibile rispetto all’attuale 30% previsto dai congedi parentali ordinari. Così come credo che dovrebbe essere una misura universale, uguale per tutti, non vincolata all’Isee». 

Il congedo parentale straordinario può essere richiesto anche dai lavoratori le cui aziende sono attrezzate per lo smart working?
«Il congedo parentale è un diritto del lavoratore, tutti quelli che hanno i requisiti e lo richiedono, devono poterlo ottenere».

Città deserte e quei pochi che escono hanno tutti il viso coperto da mascherine. Tra quanto tempo, secondo lei, potremmo ritornare alla normalità?
«Le misure che abbiamo assunto sono state necessarie per contenere il contagio e limitare il percorso esplosivo del virus. È chiaro che sono misure che hanno bisogno di almeno una decina di giorni per verificarne gli effetti. Io credo che la consapevolezza tra i cittadini sia aumentata gradualmente e oggi ci sia un senso di responsabilità reciproca, si è capito che il rispetto delle regole è l’unico modo che abbiamo per prenderci cura gli uni degli altri, sapendo che gli altri sono anche i nostri più stretti familiari. Nei prossimi giorni purtroppo non avremo dati in miglioramento. Ma pian piano il tasso di crescita del contagio diminuirà. Fino ad allora mi aspetto che gli italiani continuino nel grande senso di responsabilità che stanno dimostrando».
 

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