Coronavirus, slitta la cig: per i lavoratori in cassa integrazione l'assegno entro 30 giorni

Martedì 14 Aprile 2020 di Giusy Franzese
Coronavirus, slitta la cig: per i lavoratori in cassa integrazione l'assegno entro 30 giorni

Se i bonus da 600 euro per gli autonomi stanno per arrivare nelle tasche dei quattro milioni di beneficiari, si allungano i tempi per lavoratori messi in cassa integrazione dalle aziende che hanno dovuto sospendere o ridurre la loro attività causa Covid. La promessa del premier che le indennità sarebbero state disponibili sui conti correnti entro il 15 aprile è ormai impossibile da mantenere. Lo ha ammesso ieri, con una nota, lo stesso governo. E le polemiche ovviamente non mancano.

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All'Inps sono già arrivate richieste di cassa integrazione ordinaria (cigo) da parte di 198.000 imprese per quasi tre milioni di dipendenti. Ci sono poi centomila domande per l'assegno ordinario che riguardano un altro milione settecentomila lavoratori. Escludendo coloro ai quali l'assegno di cig sarà anticipato direttamente dall'azienda (la metà della platea, secondo le stime), per gli altri i tempi andranno ben oltre il 15 aprile. Ancora un paio di settimane se va bene, ma anche un mese. Il governo sottolinea che «30 giorni dalla ricezione della domanda» è comunque un tempo celere, visto che «i tempi ordinari per il pagamento della Cassa integrazione sono sempre stati di due o tre mesi». Per Claudio Durigon, responsabile lavoro della Lega, però è solo un'ammissione di incapacità, visto che si era parlato di «fine marzo, al massimo entro il 15 aprile».

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Si dovrà attendere anche per la cassa integrazione in deroga di competenza delle regioni. Ormai tutte hanno siglato gli accordi propedeutici con le parti sociali, e hanno iniziato a ricevere e istruire le pratiche. Ne arrivano a colpi di migliaia e migliaia. Sono a quota centomila in Lombardia, oltre 46.000 per 118.00 lavoratori nel Lazio, 18.000 domande per 55.000 lavoratori in Emilia Romagna, 26.000 le richieste da imprese pugliesi (89.000 dipendenti), 20.000 quelle arrivate in Toscana (per una platea di 47.000 lavoratori). In Campania sono cinquantamila le istanze presentate per una platea di centomila dipendenti, La settimana scorsa la Sicilia era già a 15.000 domande, le Marche a 9.400 (18.000 lavoratori). E così via.

Il NODO RISORSE
La trasmissione all'Inps per l'erogazione finora si è limitata ad una sorta di test. Al momento sono 11 le Regioni che hanno inviato i primi dati. Da oggi comunque l'istituto di previdenza ha comunicato che le domande potranno essere inviate in modo massivo. «Noi siamo pronti. Tempo pochi giorni e l'Inps riceverà tutte le richieste istruite» dice l'assessore al Lavoro della Regione Toscana, Cristina Grieco, parlando in qualità di coordinatrice di tutti gli assessori al lavoro regionali. Domani gli assessori si riuniranno in videocall, per fare il punto della situazione a livello nazionale e capire quale potrà essere il tiraggio complessivo. È opinione condivisa che i 3,2 miliardi stanziati con il decreto Cura Italia (la prima tranche è già stata erogata, in questa settimana dovrebbe arrivare la seconda) non saranno sufficienti, a maggior ragione con la proroga fino al 3 maggio del lockdown. La riunione servirà quindi anche a fare delle stime - da illustrare successivamente alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo - sulle nuove risorse da stanziare. «Finora la ministra Catalfo si è mostrata attenta alle nostre richieste. Ciò non toglie che bisogna accelerare quanto più possibile i tempi delle erogazioni delle indennità ai lavoratori» continua Grieco.

Per quanto semplificato, il meccanismo resta imponente soprattutto alla luce del numero dei beneficiari.

Non è un caso che alcune regioni stanno procedendo a firmare convenzioni aggiuntive a quella nazionale (alla quale ha aderito il 94% delle banche in termini di attivi) con l'Abi, associazione bancaria italiana, per l'anticipo degli ammortizzatori sociali da parte degli istituti di credito. Lo ha fatto la Lombardia, ad esempio. «Abbiamo raggiunto un accordo che stiamo aspettando l'Abi formalizzi, in base al quale noi garantiamo alle banche il pagamento della cassa integrazione nel caso in cui per qualche ragione non dovesse pagare lInps» annuncia il governatore della Lombardia Attilio Fontana. «La nostra garanzia è un atto di fiducia verso le aziende lombarde che hanno presentato domanda di cig, anche quella ordinaria di competenza dellInps» aggiunge l'assessore Melania Rizzoli. Anche il Veneto ha siglato un suo accordo per velocizzare i pagamenti, e così sta per fare la Toscana.

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA