Coronavirus, aiuti del governo: arriva un nuovo decreto. Indennizzi più alti per gli autonomi

Mercoledì 25 Marzo 2020 di Andrea Bassi
Coronavirus, aiuti del governo: arriva un nuovo decreto. Indennizzi più alti per gli autonomi

Qualche giorno ancora. Poi il governo si ripresenterà in Parlamento per chiedere di poter fare nuovo deficit per finanziare un nuovo decreto di sostegno all'economia e ai lavoratori alle prese con l'emergenza Coronavirus. Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, durante l'audizione in Parlamento sul primo provvedimento anti-crisi, quello che il titolare del Tesoro non chiama mai Cura Italia, l'etichetta scelta da Palazzo Chigi, ma semplicemente «decreto di marzo».

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«Lavoriamo 24 ore al giorno per evitare la macelleria sociale», ha detto il ministro. Il prossimo provvedimento arriverà a inizio mese, prima della scadenza dei versamenti fiscali e contributivi del aprile, destinata a slittare come già accaduto a marzo. Solo che questa volta le aziende chiuse dopo la serrata decisa domenica scorsa dal governo. Cosa ci sarò nel nuovo decreto e su quante risorse potrà contare?

L'INTENZIONE
L'intenzione del governo sarebbe quella di rafforzare le misure già prese, a cominciare dal contributo di 600 euro per gli autonomi («potrebbe crescere», ha detto Gualtieri), fino agli indennizzi per le imprese colpite dalla crisi. Resta il tema delle risorse sul quale il ministro non si è sbilanciato. Ma è probabile che sia un mix. Ci sarà maggiore deficit, ma si guarda anche alle risorse che a vario titolo potranno essere messe in campo dall'Europa.

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Gualtieri ha ricordato i 37 miliardi di fondi strutturali liberati per i Paesi dell'Unione. Anche se non sarà facile per l'Italia manovrarli senza il rischio di togliere risorse prevalentemente destinate al Sud del Paese per finanziare aiuti alle imprese del Nord. Un tema che presto potrebbe emergere. C'è poi tutta la partita che si sta giocando sui Coronabond, sul Mes, il Fondo salva Stati, sugli interventi della Bce. Gualtieri non ha escluso nulla, spiegando di puntare sui «coronabond», e rispetto a un intervento del Mes, che comunque dovrebbe essere senza condizioni, di puntare più sul bazooka della Bce.

Il ministro ha detto che comunque ci saranno risorse «cospicue» (si parla di altri 25 miliardi). L'invito a trovare fondi in modo «creativo» Gualtieri lo ha rivolto anche all'opposizione. Perché la caduta del Pil italiano nel 2020 potrebbe essere «di qualche punto». Il Dem Tommaso Nannicini ha invitato Gualtieri a considerare tra le fonti di coperture anche le misure dell'ultima manovra. Si potrebbe rinunciare al taglio del cuneo fiscale, come ha proposto Luigi Marattin di Italia Viva. O al fondo da 3 miliardi per incentivare l'uso della moneta elettronica. Ogni euro, insomma, deve essere messo a salvaguardia del sistema produttivo italiano.

IL PERCORSO
Il percorso riguarderà anche la prossima legge di bilancio. La sospensione del Patto di Stabilità è un passo, ma anche il percorso di rientro dovrà essere adeguatamente adattato.
C'è poi il tema dei rapporti con il Fisco. Nel decreto di marzo molti senatori hanno fatto notare a Gualtieri lo scivolone di aver sospeso le scadenze fiscali per due mesi ma dato contemporaneamente all'Agenzia delle Entrate due anni in più per poter fare gli accertamenti.

Gualtieri ha preso un impegno per provare a rasserenare anche questo fronte. In considerazione della straordinaria emergenza, a fronte dei ritardi per i versamenti relativi ai tributi in scadenza il 20 marzo sarà valutata la disapplicazione delle sanzioni in via amministrativa per tutti i casi collegati all'emergenza. In realtà i contribuenti italiani si sono dimostrati molto più ligi del previsto. Il Tesoro si aspettava a marzo mancate entrate per 7,8 miliardi. L'ammanco è stato di soli 2,5 miliardi di euro.
 

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