BRUXELLES 348 sì, 274 no, 36 astenuti. Passata. Quando l’Europarlamento ha dato il via libera alla direttiva sul diritto d’autore è scoppiato l’applauso. Fino a poco prima tutti ritenevano che l’approvazione sarebbe stata sul filo del rasoio. Invece la partita del copyright si chiude così, dopo tre anni di faticoso negoziato e di contrasti tra lemajor della rete (a partire da Google, Facebook) da una parte e i creatori e fornitori di contenuti, dai musicisti agli interpreti e sceneggiatori, agli editori di stampa e ai giornalisti, dall’altra.
Tra due anni, questi i tempi dell’entrata in vigore delle nuove regole, i titolari dei diritti d’autore potranno negoziare accordi migliori sulla remunerazione che deriva dall’uso delle loro sulle piattaforme Internet. I colossi digitali non godranno più di quella specie di FarWest grazie a regole ferme al 2001, che hanno permesso loro di fatturare l’uso gratis o quasi di contenuti prodotti da altri. Semplicemente dovranno stringere accordi con i proprietari dei diritti. In alternativa c’è la rimozione dei contenuti protetti da copyright. In sostanza, le piattaforme digitali saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati nei loro siti per i quali – per esempio nel caso delle notizie - gli editori avranno il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti.
Che hanno diritto a una “giusta remunerazione”. I parlamentari del Movimento 5 Stelle e della Lega hanno votato contro la direttiva confermando l’adesione alla campagna condotta a favore della “libertà del Web” che sarebbe, secondo questa visione, messa a rischio da un “bavaglio alla rete”. In realtà nel testo della direttiva non c’è nulla che conduca a forme di censura. D’altra parte, M5S e Lega hanno confermato la posizione espressa dal governo italiano sull’accordo con il Parlamento: voto contrario come quello di Olanda, Lussemburgo, Polonia e Finlandia. A favore Forza Italia, gran parte dei parlamenta ri Pd e del gruppo conservatori e riformisti (destra ed euroscettici). Tutti i gruppi si sono divisi: a favore gran parte dei popolari, i socialdemocratici tedeschi e austriaci hanno votato contro mentre la maggioranza del Pse ha votato a favore; divisi spaccati i liberali dell’Alde i sovranisti dell’Enf; solo una minoranza degli eutoscettici dell’Effd (di cui fa parte il M5S) a favore; per lo più contrari Verdi e Sinistra Unita.
RISULTATO STORICO
Il risultato, secondo molti è storico”perché riequilibra decisamente il potere commerciale tra produttori di contenuti creativi e i colossi digitali, è condensato in due aspetti che hanno costituito lo scoglio sul quale si è misurato un aspro conflitto nel quale le major della Rete non hanno risparmiato risorse finanziarie per una campagna intrusiva condotta con molti colpi bassi e una virulenza mai vista.