Confcommercio: nel 2021 PIL +6,2%, consumi +5,1%. Recupero livelli pre-pandemia solo in 2023

Mercoledì 12 Gennaio 2022
Confcommercio: nel 2021 PIL +6,2%, consumi +5,1%. Recupero livelli pre-pandemia solo in 2023
(Teleborsa) - Il 2021 chiuderà con una crescita del PIL del 6,2% e dei consumi del 5,1%. Risultati che, nonostante siano in larga parte rimbalzi statistici, testimoniano comunque una grande vitalità del tessuto produttivo del Paese le cui performance non erano affatto scontate. Quello che, invece, ora preoccupa maggiormente è che ci sono alcuni settori, a cominciare dalla filiera turistica e dall'area della cultura e del tempo libero, che non hanno mai partecipato pienamente a questa ripresa e che sono ancora molto distanti dai livelli del 2019: ristorazione e alberghi, infatti, registrano una perdita di consumi, rispettivamente, del 27,3% e di quasi il 35%, i servizi culturali e ricreativi del 21,5%; e ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l'abbigliamento e le calzature (-10,5%). Questo il quadro che emerge dal consuntivo 2021 elaborato dall'Ufficio Studi di Confcommercio.

Il recupero – rileva Confcommercio – prosegue più lentamente del previsto e per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023. Per una ripresa più robusta bisognerà, dunque, – spiega Confcommercio –attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l'accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l'ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane: l'eccesso di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni difficilmente troverà sbocchi favorevoli in condizioni di nuova incertezza pandemica e inflazionistica. In questo contesto, per Confcommercio, è indispensabile sostenere in particolare le componenti della filiera turistica e le sue estensioni alla convivialità e alla cultura adottando misure sugli ammortizzatori sociali, senza aggravi di costo per le imprese, e sull'accesso al credito, ma anche interventi fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite.

"La nuova ondata pandemica, insieme a inflazione e caro energia, sta raffreddando consumi e ripresa economica. Una ripresa che per migliaia di imprese, come quelle del turismo, – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – non è mai arrivata pienamente. In un contesto ancora così grave e allarmante chiediamo al Governo di procedere subito con i sostegni ai settori più colpiti, a cominciare dal rinnovo della cassa Covid e delle moratorie fiscali e creditizie".

"Dati preoccupanti. Purtroppo non bastano le riaperture delle attività per risolvere il problema. Se la fine del lockdown è una precondizione necessaria per uscire dalla crisi, non è però sufficienti – afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori commentando lo studio diffuso oggi da Confcommercio –. Il ritorno alla normalità non risolve il fatto che le famiglie sono ormai in grande difficoltà. I consumi sono al palo perché la condizione economica delle famiglie è peggiorata durante la pandemia e quindi quelli non strettamente necessari continuano a essere rinviati. Il caro bollette di luce e gas e il decollo dei prezzi sta aggravando una situazione già compromessa. Se non si frena subito l'inflazione, il potere d'acquisto scenderà con ulteriori pesanti ripercussioni sui consumi. Serve anche una politica dei redditi e un sistema fiscale che sostenga i ceti meno abbienti".

"Le previsioni di Confcommercio sulla ripresa economica del paese confermano in pieno i timori del Codacons e dimostrano la necessità di nuove misure a sostegno della spesa e dei consumi delle famiglie – dichiara il presidente del Codacons, Carlo Rienzi –. La crescita dei consumi del +5,1% nel 2021 appare ancora insufficiente, e sulla spesa degli italiani nel 2022 pesa il dramma delle bollette e del caro-prezzi. La situazione attuale rappresenta una zavorra pesantissima per la ripresa economica dell'Italia, perché l'incremento di prezzi e tariffe da un lato frena la spesa, dall'altro erode il potere d'acquisto degli italiani impoverendo una larga fetta di popolazione". In tale scenario il Codacons chiede al Governo l'adozione di "misure realmente utili a sostenere i consumi nel corso del 2022, combattere le speculazioni sui listini e difendere la capacità d'acquisto delle famiglie, perché senza interventi concreti il percorso verso la ripresa sarà sempre più lento e in salita".

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