Statali, il nuovo fisco accelera con 11mila assunzioni: funzionari, ingegneri, esperti di dati per ringiovanire l’Agenzia delle Entrate

Concorsi in due fasi, entro fine 2024 il personale tornerà a quota 37 mila

Domenica 19 Marzo 2023 di Luca Cifoni
Statali, il nuovo fisco accelera con 11mila assunzioni: funzionari, ingegneri, esperti di dati per ringiovanire l Agenzia delle Entrate

Poco più di dieci anni fa, quando l’Agenzia delle Entrate incorporò l’allora Agenzia del territorio portando al proprio interno la gestione del catasto, il personale complessivo della neonata struttura superava le 41 mila unità.

Da allora è iniziata una inesorabile e nemmeno troppo lenta discesa, che ha portato la dotazione organica a quota 27.840 a fine 2022. Ora il governo e l’amministrazione finanziaria sono decisi a invertire la tendenza: nei mesi scorsi, più o meno in contemporanea con l’avvio del lavoro preparatorio della nuova riforma, è scattato il piano che dovrebbe far entrare nell’Agenzia quasi undicimila nuovi dipendenti entro il 2024, per portare così il totale a circa 37 mila: un numero che tiene conto anche dei pensionamenti destinati a maturare nel frattempo. Nell’elenco delle professionalità da reperire ci sono funzionari con preparazione economica e giuridica, geometri e ingegneri che dovranno modernizzare il catasto, ma anche analisti e data scientist cui spetterà il compito di presidiare le nuove frontiere digitali della lotta all’evasione.

Statali, il calo

Il dimagrimento forzato dell’Agenzia ricalca, ma per certi versi in una versione più grave, il copione andato in scena per l’amministrazione pubblica nel suo complesso. Tra il 2008 e il 2019 tutti gli uffici pubblici si sono dovuti adeguare al blocco del turn over, ovvero del rimpiazzo con nuove assunzioni di coloro che andavano in pensione. Una scelta dettata dalla necessità di arginare il disavanzo di bilancio del Paese, che però ha lasciato tracce profonde nella macchina dello Stato. Le limitate deroghe concesse in questo periodo hanno permesso di assumere al massimo un dipendente per ogni tre pensionandi, mentre norme specifiche intervenute nel frattempo hanno permesso ulteriori uscite anticipate. In più l’Agenzia scontava un’età media particolarmente elevata (intorno ai 55 anni). Così se il numero “normale” delle uscite si aggirava sulle mille l’anno, questo dato è andato via via crescendo, aggravando l’emorragia complessiva. Nel frattempo naturalmente l’attività del fisco è cambiata; le tecnologie hanno guadagnato sempre più spazio e questo in una certa misura ha permesso di compensare il calo degli organici. Ma una volta automatizzate una serie di funzioni, la stessa innovazione ha bisogno dell’elemento umano. Con i concorsi già completati nel 2022 e con quelli previsti nel primo semestre di quest’anno scatta un primo blocco di circa 3.300 nuovi ingressi: agli oltre 2 mila nuovi funzionari per l’attività amministrativa e tributaria e ai circa mille tra geometri e ingegneri destinati al catasto si aggiungono analisti e specialisti di dati, oltre a esperti legali e di fiscalità internazionale. La definizione del programma di assunzioni è stata completata all’inizio di quest’anno: la seconda fase partirà da maggio e si protrarrà nel corso del prossimo anno, sempre in collaborazione con il Dipartimento della Funzione pubblica e con Formez, coinvolgendo circa 7.550 nuove posizioni. In tutto si arriva quindi a 10.850 dipendenti che andranno a rafforzare l’organico. Come ha ricordato recentemente lo stesso direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini, il contributo non sarà solo quantitativo ma anche qualitativo; si tratterà insomma di un sostanziale ringiovanimento dell’amministrazione finanziaria. Amministrazione che intende valorizzare le competenze: l’idea è puntare sull’approccio “per famiglie professionali” piuttosto che su quello tradizionale, gerarchizzato e burocratico.

Le tecniche

Alla nuova Agenzia toccherà in larga parte applicare la riforma che il governo si appresta a portare in Parlamento, e che dovrebbe entrare in vigore entro i due anni successivi. Tra i principi elencati nella legge delega c’è anche quello del pieno utilizzo dei dati a disposizione del fisco, da quelli dell’anagrafe tributaria e a quelli resi disponibili dalla fatturazione elettronica. Su questo patrimonio si baserà anche il contrasto all’evasione fiscale, ma le tecniche di intelligenza artificiale dovrebbero essere utilizzate anche a garanzia del contribuente: ad esempio attraverso il potenziamento dell’analisi del rischio, che permette almeno sulla carta azioni di accertamento sempre più mirate, precedute da una forte spinta all’adempimento collaborativo. Come in parte già avvenuto negli ultimi anni, si tratta insomma di convincere gli italiani che mettersi in regola è la scelta più conveniente.

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA