Colf e badanti, nel nuovo decreto Lavoro raddoppiano gli sgravi per i datori di lavoro domestico. Oggi i contributi previdenziali e assistenziali versati per colf e badanti, per la parte a carico del datore di lavoro, sono deducibili dal reddito complessivo ai fini Irpef del contribuente nel limite massimo di circa 1.500 euro. Nella bozza del decreto, articolo 39, si legge che l’asticella verrà portata a quota tremila euro e che la disposizione verrà applicata a partire dal periodo di imposta 2023.
Assindatcolf: «Agire sulla fiscalità legata alle retribuzioni»
«Si tratta di un primo importante passo di apertura nei confronti delle istanze delle famiglie. Tuttavia, seppur necessaria, riteniamo che questa misura non avrà un grande impatto nella lotta al sommerso, né potrà rappresentare un reale sostegno economico per le famiglie già alle prese con i rincari delle bollette e delle retribuzioni dei domestici», evidenzia il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini. «Per rendere davvero sostenibile il costo dell’assistenza in casa è necessario agire sulla fiscalità legata alle retribuzioni. Fino a quando non si renderà totalmente deducibile il costo del lavoro domestico (oltre ai contributi anche stipendi, ferie, tredicesima e tfr) le famiglie non avranno reali vantaggi economici», aggiunge Zini.
Le simulazioni
Per un domestico assunto a tempo a tempo indeterminato per 54 ore settimanali la famiglia, ad esempio, versa 2.414,88 euro di contributi l’anno. Aumentando la quota di deducibilità, dagli attuali 1.549,37 euro ai potenziali 3.000, il datore potrebbe avere un vantaggio fiscale di 865, 51 euro l’anno, abbassando di questa cifra l’imponibile su cui paga le tasse. Resterebbe, però, invariata la voce legata al costo del lavoro (stipendi, ferie, tredicesima e tfr), che nel caso di una badante ammonta, per esempio, a 16.224,24 euro l’anno. Una famiglia che ha alle proprie dipendenze personale assunto per 40 ore la settimana, invece, versa 1.788,80 euro l’anno di contributi, quindi aumentando la soglia di deducibilità si avrebbe un vantaggio fiscale da scontare sull’imponibile su cui si pagano le tasse di 239,43 euro l’anno.
I minimi contributivi
Dal 1° gennaio 2023 ecco i nuovi minimi per i lavoratori conviventi sono i seguenti: livello A (ad esempio addetto alle pulizie o aiuto in cucina) 725,19 euro; livello A super (addetto alla compagnia di persone autosufficienti) 857,06 euro; livello B (colf) 922,98 euro; livello B super (baby sitter) 988,90 euro; livello C 1.054,85 euro; livello C super (badante per persona non autosufficiente), euro 1.120,76; livello D 1.318,54 euro più indennità pari a 194,98 euro, livello D super 1.384,46 euro più indennità pari a 194,98 euro. Per i lavoratori non conviventi invece i minimi sono: 5,27 euro l’ora per il livello A; 6,21 euro l’ora per l’A super; 6,58 euro l’ora per il livello B; 6,99 euro l’ora per il B super; 7,38 euro l’ora per il livello C; 7,79 euro l’ora per il livello C super; 8,98 euro l’ora per il livello D; 9,36 euro per il livello D super
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