Pace fiscale, buco da 2,5 miliardi di euro. Il fisco va incontro ai contribuenti alle prese con i carichi tributari non versati. Ma alla prova dei fatti, nonostante le dilazioni, le agevolazioni, la riduzione di parte dei debiti e la cancellazione di interessi, sanzioni e aggio, poco più della metà di chi avrebbe dovuto è passato alla cassa. C'era da versare sei rate complessive della Rottamazione-ter (quattro) e del Saldo e stralcio (due) entro metà dicembre dello scorso anno. Ma i numeri resi noti dal ministero dell'Economia ieri in Parlamento raccontano un mezzo fiasco.
Su circa 1,3 milioni di italiani che avrebbero dovuto regolare le pendenze, hanno fatto il loro dovere in 718 mila, mentre 513 mila hanno mancato l'appuntamento.
Il decreto
Occorre infatti ricordare che a fine anno l'esecutivo aveva concesso nove giorni in più per il pagamento della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, che era previsto alla fine di novembre. Nel decreto, fiscale, la scadenza era stata infatti posticipata al 9 dicembre, una dead-line destinata ad arrivare al 14 dicembre con i cinque giorni di tolleranza. Cosa accadrà adesso a chi non ha pagato? Senza un ulteriore intervento legislativo, come ricordato, scatterà la decadenza dal beneficio, con il ritorno all'obbligo di dover versare le tasse arretrate con tanto di ricarico di interessi, sanzioni e aggio.
I ruoli
La questione, tuttavia, potrebbe non essere chiusa. Molte forze politiche (in particolare Cinque Stelle e Lega) spingono da mesi per la messa a punto di una Rottamazione quater che coinvolgerebbe anche i ruoli del 2018-2019 attualmente esclusi dalle sanatorie. Si tratta solo di ipotesi, al momento, perché il costo di questa misura è stato valutato in un miliardo di euro e in questo momento non si dispone di questo tipo di fondi. Questa eventualità, nel caso, non potrebbe ovviamente non avere conseguenze anche sull'attuale Pace fiscale. Tra l'altro, nella legge di Bilancio chiusa a fine 2021, le commissioni Finanze e Lavoro del Senato hanno approvato un ordine del giorno, sottoscritto dai relatori, Emiliano Fenu (M5S) e Mauro Laus (Pd), che impegna il Governo a prevedere nella prossima manovra la rateizzazione fino al 31 dicembre 2022 dei pagamenti per rottamazione-ter e saldo e stralcio.
L'appuntamento
Intanto, per quei circa 700 mila che hanno versato regolarmente le rate, è di nuovo tempo di rimettere mano al portafoglio. È infatti fissato al 28 febbraio il primo appuntamento con le rate della definizione agevolata dovute per l'anno in corso, e sul proprio portale l'Agenzia delle Entrate Riscossione fa il punto delle istruzioni per il pagamento. Chiamati alla cassa sono i contribuenti che entro lo scorso 14 dicembre 2021 hanno effettuato il versamento integrale delle rate della rottamazione ter dovute per il 2020 e il 2021, e che pertanto non sono decaduti dalla definizione agevolata. Quello del 28 febbraio è il primo appuntamento del 2022 da tenere a mente, al quale seguiranno le scadenze di fine maggio, luglio e novembre.