Più tempo per pagare o per sfruttare i benefici di legge prima di tornare alla normalità anti-Covid: che si tratti di rateazioni di cartelle esattoriali o di prestiti garantiti alle piccole imprese o ancora di agevolazioni per la prima casa. È questo il denominatore comune di una serie di emendamenti al decreto Milleproroghe approvate alla Camera.
IL LOCKDOWN
I correttivi introdotti in commissione sono tanti. In tema di cartelle esattoriali, le novità riguardano le rateazioni scadute. A seguito dell’esplosione del Covid e del primo lockdown, l’allora governo Conte aveva sospeso i termini di pagamento per cartelle e accertamenti esecutivi. In pratica era stata congelata tutta la riscossione ed era rimasta così sospesa anche la posizione di coloro che già prima della data spartiacque (l’8 marzo 2020 o il 21 febbraio per i contribuenti di Lombardia e Veneto allora in zona rossa) erano decaduti dal beneficio della rateazione non avendo rispettato le scadenze richieste.
Con successivo provvedimento è stata data a queste persone la possibilità di essere riammesse al pagamento dilazionato, facendo richiesta entro il 31 dicembre 2021. Siccome questo termine è ormai scaduto il Milleproroghe, rivisto dalla Camera, interviene nuovamente permettendo di presentare la nuova domanda di rateazione entro il 30 aprile. Attenzione però: per questa ultima chiamata le condizioni saranno leggermente meno favorevoli: non scatterà infatti la cosiddetta “decadenza lunga” ovvero il criterio per cui si perde il beneficio dopo il mancato versamento di ben dieci rate, anche non consecutive: la decadenza invece scatterà dopo cinque rate non pagate.
La logica, dare più tempo, è la stessa anche in tema di prestiti fino a 30 mila euro alle piccole imprese: quelli introdotti nella primavera di due anni fa, con garanzia pubblica prima del 100, poi del 90 e ora dell’80 per cento. Una possibilità che riguardava (e riguarda) piccole e medie imprese, persone fisiche esercenti attività di impresa, professionisti e una serie di altri soggetti economici. La formula prevede una scadenza per l’avvio del rimborso del capitale, non prima di 24 mesi dall’erogazione; in precedenza vengono versati solo interessi. La novità messa a punto a Montecitorio è che - per i rimborsi che scattano nel 2022 - sarà possibile prolungare il termine di sei mesi, su richiesta di chi ha ricevuto il finanziamento e con l’accordo tra le parti.
L’IMPOSTA
Infine le agevolazioni prima casa. Anche in questo caso era stata l’emergenza pandemica a suggerire di sospendere il termine di un anno fissato per vendere l’abitazione dopo aver sfruttato - per l’acquisto di un’altra - il beneficio dell’imposta di registro ridotta e l’eventuale assegnazione di un credito d’imposta sulla differenza di importo. Il termine congelato doveva iniziare a correre di nuovo dal primo gennaio, ora la sospensione è invece prorogata al 31 marzo.