Caro prezzi, obiettivo raggiungere l'autosufficienza alimentare. Prandini: «In Italia 8 allarmi su 10 da prodotti importati»

Martedì 21 Settembre 2021
Caro prezzi, obiettivo raggiungere l'autosufficienza alimentare. Prandini: «In Italia 8 allarmi su 10 da prodotti importati»

Obiettivo: autosufficienza. Con i prezzi mondiali dei prodotti alimentari che hanno fatto segnare un aumento del 32% rispetto allo scorso anno per effetto delle tensioni generate dall'emergenza Covid, l'Unione Europea e l'Italia devono puntare all'autosufficienza alimentare se vogliono stabilizzare le quotazioni e garantirsi adeguati approvvigionamenti per combattere la povertà e la fame che sta colpendo anche il vecchio continente. Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini intervenuto al Meeting di Roma del gruppo del Ppe al Parlamento Ue, in riferimento agli effetti sulla spesa del rincaro delle materie prime. «Con la pandemia da Covid - sottolinea Prandini - si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l' alimentazione delle popolazione. Una situazione che ha fatto salire i prezzi dei prodotti alimentari. I timori sugli approvvigionamenti di cibo devono spingere la stessa Unione Europea a realizzare un piano finalizzato a conquistare l'autosufficienza in diversi settori chiave».

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«La transizione verso una maggiore autosufficienza alimentare dell'UE passa obbligatoriamente anche tramite azioni che riducano i passaggi lungo tutta la filiera e ne migliorino il funzionamento», continua Prandini nel precisare che, «l'Italia è all'avanguardia con la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali per assicurare prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione di agricoltori e allevatori».

Ridurre la dipendenza dall'estero, spiega ancora Prandini, «significa anche ridurre i rischi per la sicurezza alimentare in un Paese come l'Italia dove è scoppiato quasi un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 297 notifiche inviate all'Unione Europea durante il 2020. Di queste solo 51 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 146 provenivano da altri Stati dell'Unione Europea (49%) e 100 da Paesi extracomunitari (34%). In altre parole - precisa - oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall'estero (83%)». 

Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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