Caro bollette minaccia i negozi: da Roma a Milano, migliaia a rischio. «Orari ridotti e aperture a singhiozzo»

I prezzi alle stelle costringono i commercianti a rivedere la propria tabella di marcia e a mettere in atto piano di risparmio

Lunedì 5 Settembre 2022
Il caro bollette minaccia i negozi: da Roma a Milano, migliaia a rischio. «Orari ridotti e aperture a singhiozzo»

Il caro bollette minaccia anche i negozi di tutta Italia. Che ora prevedono nuove misure per evitare crisi o chiusure definitive. Perché i prezzi costringono i commercianti inevitabilmente a rivedere la propria tabella di marcia e a mettere in atto piano di risparmio. E quindi via libera a orari ridotti o aperture a singhiozzo mentre alcune saracinesche sono già abbassate. Schiacciati dai rincari delle bollette e dagli affitti alle stelle e in generale dall'aumento dei prezzi e quindi dei costi, molte attività commerciali ed esercizi pubblici faticano ad andare avanti e tentano di restare a galla così. Succede più o meno ovunque, per negozi, alimentari, bar, ristoranti e hotel. Così come diffuso è il rischio di effetti più pesanti del caro-bolletta in autunno: migliaia di attività rischiano di chiudere, con un nuovo colpo, dalle vie dello shopping alla periferia, dopo il Covid.

Da Roma a Milano, l'allarme bollette nelle città

È l'allarme che arriva da diverse città, con la richiesta di aiuto per evitare ulteriori stop. L'incidenza dei costi dell'energia sui fatturati delle imprese del terziario è sempre più alta: in media del +121%, secondo l'indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, realizzata su 703 imprese. La crescita va dal +181% nel dettaglio alimentare al +161% per alberghi-ricettività e +123% per la ristorazione, al +119% e +116% per i negozi non alimentari ed i servizi, in un anno (2022-2021). Le conseguenze? Il 15% vede il rischio di chiusura e il 10% di sospensione temporanea dell'attività. La maggioranza (il 66%) indica una soluzione per ridurre il caro energia nel minore uso di illuminazione e aria condizionata/riscaldamento. E, allo stesso tempo, chiede provvedimenti più ampi e incisivi per ridurre il carico fiscale sulle bollette. Alberghi e ristoranti sono tra i settori che soffrono di più.

Così sempre più attività di somministrazione dopo il pranzo chiudono e riaprono per l'aperitivo, risparmiando energia per alcune ore. «Gli interventi devono essere molto rapidi per evitare una vera e propria recessione e indesiderati 'lockdown' per le imprese», afferma il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri.

Le difficoltà a Roma

Stesse difficoltà a Roma. «Bisogna evitare ulteriori chiusure, dopo la perdita in questi ultimi anni già di 10-15 mila aziende per gli effetti della pandemia. Una situazione che oggi ci fa vedere anche diverse vetrine chiuse nel centro storico. Ora i rincari energetici mettono a rischio altre aziende, 8-10 mila nell'anno», dice il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco. Attualmente chiusure per il caro bollette nella capitale «non se ne registrano, ma il rischio c'è nei prossimi mesi. È necessario che il governo intervenga con misure immediate che riducano i costi», aggiunge.

 

Da Firenze a Napoli lo scenario si ripete. «Le difficoltà sono diffuse», rimarca il direttore generale di Confcommercio Campania, Pasquale Russo. Un esempio su tutti: i panificatori, che vivono «una situazione drammatica. Con i forni quasi sempre accesi fanno i conti con un aumento straordinario delle bollette e delle materie prime. Anche ristoranti e bar sono in una situazione di difficoltà; come la grande e piccola distribuzione: i supermercati stanno riducendo l'orario di lavoro (solo mezza giornata la domenica, aprono più tardi la mattina o chiudono prima la sera gli altri giorni). In questo momento le attività stanno cercando di resistere, molto dipenderà dall'autunno. È in atto il tentativo di ridurre i consumi energetici incidendo sugli orari. Bisogna intervenire, dalla logistica al commercio al turismo». «Una impresa su tre è a serio rischio chiusura in Toscana», avverte il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, ricordando l'iniziativa «Bollette in vetrina» e portando l'esempio di una macelleria dove i costi della luce sono passati «dai 628 euro del 2021 agli attuali 3.500 euro. È a rischio un intero settore economico. Le aziende hanno bisogno di lavorare e di guadagnare. Alcune attività sono aperte solo il fine settimane, alcune hanno deciso di chiudere perché non ci sono le condizioni per restare aperte».

Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 00:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA