Btp ai massimi dal 2022, attesa per le agenzie di rating: debito alla prova dei mercati

La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard&Poor's

Giovedì 28 Settembre 2023 di Andrea Bassi
Btp ai massimi dal 2022, attesa per le agenzie di rating: debito alla prova dei mercati

Giancarlo Giorgetti lo ha aveva detto qualche giorno fa.
E lo ha ripetuto in questi giorni durante le riunioni che si sono susseguite al ministero dell'Economia: «Più del giudizio della Commissione europea temo quello dei mercati». Giudizio che sarà sintetizzato dalle decisioni che prenderanno le agenzie di rating nei prossimi due mesi. La prima a pronunciarsi, il 20 ottobre, sarà Standard&Poor's. Poi il 10 novembre toccherà a Fitch a cui seguirà, il 17 novembre, il giudizio di Moody's. Ed è proprio a quest'ultima che si guarda con una certa attesa. A differenza di Fitch e Standard & Poor's che quest'anno si sono già pronunciate sull'Italia, Moody's a maggio aveva deciso di rimandare il suo "voto", senza chiarire mai bene le reali ragioni di questo slittamento. Le altre "sorelle" del rating, come detto, si sono invece pronunciate. Standard&Poor's ad aprile aveva confermato il rating tripla B per l'Italia con un outlook stabile. Ma aveva anche sottolineato che l'elaborazione della legge di bilancio 2024 sarebbe stata «importante per valutare l'impegno del bilancio alla prudenza fiscale». La decisione di tenere "stabile" l'outlook, riflette, aveva spiegato l'agenzia, «l'aspettativa che il debito pubblico dell'Italia in rapporto al Pil diminuirà nel 2023-2026». Fitch si era dimostrata d'accordo. A maggio aveva confermato il giudizio di tripla B per l'Italia, con proiezioni «stabili» per il futuro. L'agenzia era rimasta "sorpresa" dalla forza dell'economia italiana, e aveva sottolineato la traiettoria in discesa del debito pubblico.

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L'INCOGNITA

Ma la vera incognita, come detto, resta Moody's. Non solo l'agenzia di rating a maggio ha deciso di non dare il suo voto sul debito italiano. Qualche settimana prima in un report di alcuni suoi analisti, tirato fuori dall'agenzia di stampa Bloomberg, aveva inserito il debito dell'Italia tra quelli che potenzialmente sarebbero potuti cadere fino al livello "spazzatura". «Quello italiano al momento è l'unico debito sovrano con rating Baa3 con prospettive negative», avevano ricordato gli analisti tra cui Kelvin Dalrymple e Scott Phillips citati da Bloomberg. «La crescita lenta e i costi di finanziamento più elevati del debito potrebbero indebolire ulteriormente la posizione fiscale dell'Italia». Dunque la Nadef e la prossima manovra di Bilancio, saranno esaminate con la lente di ingrandimento dalle agenzie per capire la direzione del governo sul bilancio pubblico. Il debito nella Nadef è stato indicato al 140,1% contro il 141,4 previsto ad aprile. E questo soprattutto grazie al miglioramento del Pil degli anni scorsi come ricalcolato dall'Istat. Intanto alcuni segnali di nervosismo si registrano sullo spread. Ieri, dopo una giornata passata tra diversi alti e bassi, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi a 10 anni ha chiuso la seduta sui mercati telematici a 194 punti base contro i 193 dell'avvio, ai massimi dallo scorso marzo. La tensione ha toccato tutti i titoli di Stato europei e il rendimento del Btp decennale del Tesoro è salito al 4,78%, i livelli più elevati da fine 2022. Nelle settimane scorso la banca d'affari americana Morgan Stanley, aveva pronosticato che entro la fine dell'anno lo spread avrebbe superato i 200 punti base. A pesare sono soprattutto i dieci aumenti consecutivi dei tassi da parte della Banca centrale europea, che alzando il costo del denaro comportano un sostanziale aumento anche degli interessi sul debito aumentati con l'ultino rialzo, come ha ricordato Giorgetti, di altri 15 miliardi.
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