Bonus casa e mobili, rischio sospensione a fine anno: i requisiti per ottenerli

Lunedì 2 Agosto 2021 di R.Ec.
Bonus casa e mobili, rischio sospensione a fine anno: i requisiti per ottenerli

Il prossimo 31 dicembre 2021 scadono diversi bonus. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, fin dalla sua nomina, ha fatto sapere di volerne sospendere o rivedere diversi, come già fatto con il cashback, il sistema di rimborsi e premi messo in piedi dal governo Conte per incentivare i pagamenti con carte e bancomat e sospeso a luglio. Nella prossima legge di bilancio, quindi, potrebbe non arrivare la classica proroga di tutti i contributi. Molti sono quelli che hanno a che fare con la casa: dal superbonus 110% al bonus verde, passando per il bonus mobili. Alcuni, come il primo, saranno certamente prorogati, anche fino a tutto il 2023, mentre per altri dipenderà tutto dalla decisione dell'esecutivo in base all'analisi costi/benefici sui singoli provvedimenti. Prima di conoscere i dettagli della prossima manovra, quindi, conviene fare un recap su tutti i contributi validi quest'anno che hanno a che fare con le abitazioni private.

Bonus mobili, la detrazione Irpef

Il bonus mobili 2021, per cui ancora non è stata stabilita una proroga oltre la fine di quest'anno, consiste in una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (di classe A+ o superiore), destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione. L’agevolazione, che non è vincolata ad alcuno standard Isee ed è quindi aperta a tutti, vale per una spesa massima di 16mila euro, con lo sconto che pertanto può raggiungere gli 8mila euro.

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Gli elettrodomestici sono validi solo se hanno l’etichetta con l’indicazione della classe energetica. Tra questi: congelatori, lavatrici, frigoriferi, asciugatrici, apparecchi per la cottura, apparecchi elettrici di riscaldamento/raffreddamento, forni a microonde, lavastoviglie, piastre riscaldanti elettriche. Tra i mobili acquistabili, controllabili sul sito dell'Agenzia delle entrate, vi sono invece: tavoli, materassi, lampadari, sedie, divani, letti, cassettiere, scrivanie, poltrone, comodini e lampadari. 

Per ottenere lo sconto ci deve essere stato un intervento di ristrutturazione associato all'acquisto dei mobili e degli elettrodomestici, realizzato a partire dal 1° gennaio 2020. La data di inizio lavori deve essere anteriore a quella in cui vengono effettuate le spese per gli oggetti (ma le spese per la ristrutturazione possono anche essere successive). Il pagamento in ogni caso deve essere tracciabile e non è ammesso l'assegno, così come non si può ricevere lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Con date di acquisto e tipologie di mobili corrette il contribuente può richiedere il bonus direttamente compilando la dichiarazione dei redditi 2021, specificando la tipologia di arredi acquistati e indicando l’importo massimo ammissibile. Nel caso del modello 730 l’importo va inserito alla riga E57 (colonna 2), con dicitura “Spesa arredo immobile”. Se invece si compila il modello Redditi la cifra va segnata alla riga RP57.

Il bonus prima casa

Oltre a questo contributo nel 2021 il governo Draghi ha introdotto una serie di agevolazioni fino a giugno 2022 per gli under 36 che acquistano la prima casa, soprattutto con un mutuo.

Si tratta dell'azzeramento delle imposte di registro (oltre a quelle di bollo, ipotecarie-catastali e le tasse sulle concessioni governative) e, di fatto, sul valore aggiunto. C'è poi una garanzia pubblica molto interessante per i prestiti.

Il finanziamento copre una quota maggiore del valore dell'immobile con la garanzia del Fondo statale. Per i finanziamenti con limite di finanziabilità superiore all’80%, la misura massima della garanzia concedibile dal Fondo è elevata all’80% della quota capitale (prima era il 50%). Per gli under 36 beneficiari, però, l'indicatore della situazione economica equivalente non deve superare i 30mila euro annui.

 

Il Superbonus 110%

Tra gli altri bonus casa c'è appunto il noto Superbonus 110%. Si tratta di una detrazione al 110% delle spese sostenute per gli inteventi energetici dal 1° luglio 2020, a fronte di interventi edilizi “trainanti” e “trainati”. Tra i primi: isolamento termico delle superfici; interventi sugli immobili unifamiliari o sulle parti comuni degli edifici per sostituire gli impianti di climatizzazione invernale con impianti alternativi per il riscaldamento centralizzati (a condensazione e a pompa di calore), raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria. Tra i secondi: demolizione e ricostruzione di un immobile per migliorare le prestazioni energetiche, installazione di micro-generatori per la fornitura di energia o di impianti per la ricarica di veicoli elettrici (per una spesa massima di 3mila euro), sostituzione degli infissi e installazione di pannelli fotovoltaici.

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I beneficiari possono essere: condomini e persone fisiche (in prime e seconde case); onlus, organizzazioni di volontariato e del terzo settore; istituti autonomi case popolari (Iacp); società sportive dilettantistiche (per lavori negli spogliatoi); cooperative edilizie di abitazione. Sono invece escluse case e ville di lusso.

Per ogni tipo di intervento, poi, ci sono diversi limiti economici. Per i lavori di isolamento termico il tetto massimo di detrazione è: 50mila euro per immobili unifamiliari o indipendenti all'interno di edifici plurifamiliari, 40mila euro per ogni nucleo dentro edifici edifici da uno a otto unità immobiliari e 30mila euro per ogni unità se ce ne sono più di otto. Per sostituire gli impianti di climatizzazione, invece, i limiti sono rispettivamente: 30mila euro, 20mila euro e 15mila euro. E ancora, per l’installazione di impianti fotovoltaici il massimo sgravio è di 48mila euro per unità immobiliare, con limite di spesa di 2.400 euro per kW ora (ma scende a 1.600 se ci sono demolizioni, ricostruzioni o nuove costruzioni). Per i sistemi di accumulo il tetto è sempre 48mila euro (con limite di 1.000 euro per kW ora), mentre per la sostituzione degli infissi la detrazione massima è di 60mila euro.


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Al momento possono beneficiare dello sgravio tutti quelli che eseguono i lavori fino al 31 dicembre 2022 (se entro il 30 giugno 2022 sia stato fatto il 60% dell’intervento complessivo). Per condomini e case popolari, invece, la scadenza è il 31 dicembre 2023. Unica condizione prevista è ancora una volta che al 30 giugno 2023 i lavori abbiano raggiunto il 60%. L'estensione al 2023, quindi, è al momento limitata a casi specifici, ma l’intento del Governo è farla valere per tutti. Per ricevere il Superbonus 110% è al momento previsto ancora un iter abbastanza complesso, che in parte è stato semplificato, ma che il Governo ha promesso di snellire ancora nella prossima manovra autunnale.

Il Sismabonus

Simile al Superbonus 110% è il bonus sisma. Si tratta sempre di una detrazione con quella percentuale e vale per: lavori antisismici generic; interventi per la riduzione del rischio sismico di una o due classi, anche sulle parti comuni dei condomini; demolizione e ricostruzione di edifici, sempre per abbassare il rischio, tramite imprese edilizie. Gli interventi devono contribuire effettivamente alla riduzione del rischio sismico (le abitazioni devono essere in una zona sismica 1,2 o 3). Il tetto è fissato a 96mila euro. Se poi al posto dello sconto si cede il credito a un'impresa di assicurazione stipulando una polizza a copertura del rischio di calamità, la detrazione su quest'ultima arriva al 90%. Come per il Superbonus si attende una proroga fino a fine 2023.

Tutti gli altri bonus per la casa

C'è poi il bonus facciate, una detrazione Irpef del 90% che spetta per chi fa spese per il rifacimento della facciata esterna (visibile) della propria casa, compresa la sola tinteggiatura o pulitura.

Quindi il contributo per la ristrutturazione. In questo caso la detrazione è del 50%, da godere in dieci quote annuali di importo pari. La si può richiedere in caso di lavori come: rifacimento dei bagni, rifacimento degli impianti, eliminazione delle barriere architettoniche, ecc... 

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Lo sconto può salire al 65% (e in alcuni casi specifici fino al 75%) se i lavori sono finalizzati al miglioramento energetico della casa. In questo caso parliamo di ecobonus. Il bonus verde, infine, è una detrazione fiscale del 36% (che va ripartita in dieci quote annuali di pari importo) per tutte le spese sostenute con lavori sul verde abitativo. Per ottenerlo il pagamento deve essere tracciabile. Non è ammesso lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Tutti e quattro i contributi scadono a fine anno e ancora non è chiaro se ci sarà una proroga.

Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 15:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA