Bonus bici, troppi ritardi: fondi esauriti per i rimborsi e rischio flop dei voucher

Sabato 4 Luglio 2020 di Roberta Amoruso
Escursione in bicicletta
Fate presto, le vendite di bici e monopattini continuano a crescere nonostante le difficoltà dei produttori nel star dietro alla domanda dopo lo stop del lockdown, e i fondi per i rimborsi, circa 210 milioni di euro, potrebbero essere già finiti ancora prima dell’avvio del portale, atteso a luglio, ma ora slittato ad agosto. È questo l’allarme fatto arrivare, con tanto di lettera al Mit, in queste ore da parte dell’Ancma, l’Associazione nazionale Ciclo Motociclo Accessori. L’invito è a superare in fretta i nodi che bloccano da settimane al Ministero delle Infrastrutture il via libera al decreto attuativo del bonus bici.

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IL NODO
l confronto tra il Mit e il ministero dell’Ambiente riguarda l’attestazione necessaria per dare il via libera ai rimborsi fino a 500 euro via App sul portale di Sogei per gli acquisti già fatti di biciclette nuove o usate (classiche o con pedalata assistita), di un monopattino o di un segway a partire dal 4 maggio. Il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, insiste per non escludere nessuno dai rimborsi, nemmeno chi in buona fede mentre non erano ancora chiare le linee guida ha acquistato già all’inizio di maggio una bici o un monopattino ricevendo il semplice scontrino, e dunque non il documento «parlante» con indicazione dell’acquisto e codice fiscale dell’acquirente e nemmeno la fattura. Ma non troppi i rischi di abusi aperti da questa ipotesi per il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

IL COMPROMESSO
Probabilmente il compromesso nel braccio di ferro tra il Ministero delle Infrastrutture e il Ministero dell’Ambiente per dare il via libera al decreto attuativo sul bonus bici si chiuderà con la previsione di una certificazione da parte del venditore per coloro che fossero provvisti solo dello scontrino semplice. Una garanzia in più per l’Ambiente rispetto alla proposta di autocertificazione da parte dell’acquirente ipotizzata nei contatti degli ultimi giorni dal Mit, che potrebbe sbloccare la situazione e far arrivare il decreto attuativo in Gazzetta ufficiale appena sarà approvato in Consiglio dei ministri il Decreto Semplificicazioni, si spera lunedì 6 luglio. Fino ad allora entrambi i ministeri saranno completamente assorbiti dalla Riforma degli Applati.

IL RISCHIO DEI FONDI
Sono due i punti cruciali per i produttori di bici. Il primo tende a smorzare le preoccupazioni del Mit sullo scontrino semplice, certificando come di fatto sia limitata al minimo il numero di persone che possono essere rimaste con il solo scontrino non parlando. L’altro è la richiesta al governo e anche ai rivenditori a non autorizzare l’emissione dei voucher, quelli necessari per ottenere lo scontro una volta partito il portale, finché non sarà chiaro se rimangono fondi disponibili a rimborsare gli acquisti già fatti prima dell’avvio del portale. Si rischia il caos, denunciano i produttori, preoccupati che la rete dei rivenditori si trovano ad anticipare lo sconto di tasca propria. L’impressione è che già con i numeri di oggi non sono garantiti i rimborsi immediati a tutti coloro che hanno già acquistato una bici o un monopattino e ancora lo faranno fino all’avvio del portale Sogei. I fondi potrebbero essere già esauriti nonostante le rassicurazioni del Ministro Costa sul fatto che non ci sarà un clickday e che saranno soddisfatte tutte le richieste di rimborso. Non c’è motivo di dubitare, infatti, le i rimborsi arriveranno per tutti e che prima o poi saranno sbloccati anche i voucher. Ma se davvero i 210 milioni a disposizione fossero già esauriti, bisognerebbe aspettare i nuovi fondi dell’Ambiente attesi con la Legge di Stabilità pescando dalle risorse delle aste verdi che in genere sono definite a fine anno. Si tratta di circa 800 milioni da cui attingere. Ma i problema sono i tempi. Certe risorse non sono disponibili subito. A meno che nel frattempo non venga in soccorso il Mit con i suoi fondi, almeno per una soluzione-ponte. Soltanto a maggio sono state vendute 540.000 biciclette. A giugno, storicamente un mese più debole rispetto al boom di maggio, non si è raggiunti certi livelli. Ma comunque parliamo di numeri in crescita rispetto a giugno 2019. Secondo i calcoli del settore i 210 milioni già sul tavolo potrebbero coprire 800.000-850.000 acquisti di bici dal 4 maggio, senza contare i monopattini e i segway. La coperta è corta.
Il ministero dell’Ambiente assicura che il portale funzionerà con un countdown che darà conto in tempo reale dell’utilizzo dei fondi, lasciando una sorta di lista d’attesa per le richieste che non sarà possibile evadere subito, a partire dai voucher. Gli sforzi per far partire il portale in tempi brevi sono stati enormi su più fronti, ma ora si rischia comunque il caos sia per l’incertezza dei consumatori che per l’impossibilità dei rivenditori di fare previsioni.
Per assurdo, proprio le difficoltà dei rivenditori a soddisfare il boom di domanda potrebbe limitare un pasticcio sul calcolo dei fondi disponibili. Sono molti gli ordini on-line cancellati prima ancora dell'evasione per mancanza di pezzi in magazzino. Mentre sulla rete dei venditori si registrano prenotazioni di ordini che vanno ben oltre luglio
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LA LETTERA DELL’ANCMA
Ma vediamo nel dettaglio i punti cruciali della lettera dell’Ancma al Mit. «Ci preoccupa», dicono, «la condizione di stallo del decreto attuativo che da quanto leggiamo sulla stampa è fermo presso il vostro ministero per tutelare gli acquisti effettuati dal 4 di maggio con lo scontrino.
Per quanto riguarda la rete vendita delle aziende associate ad Ancma, rappresentanza industriale dell’industria delle due ruote attiva in Italia da cento anni, abbiamo dato, subito dopo l’uscita del DL Rilancio, disposizioni per stornare gli scontrini e trasformarli in fatture. Questo è già avvenuto entro il termine del 15 di giugno. La Grande Distribuzione organizzata ha da subito operato in tal senso così come la Grande Distribuzione Specializzata e la vendita on line». Quindi «non riteniamo vi debbano essere preoccupazioni su questo punto». Tuttavia, «l’ipotesi dello scontrino potrebbe favorire acquisti di tutt’altro genere che non sia una bicicletta potendo trovare, in un negozio di bici, accessori, componenti o servizi di manutenzione e riparazione, pari o superiori all’importo medio attualmente speso dai cittadini per l’acquisto di una bici che è di circa 500/600 euro. Si rischia dunque, per un esiguo, ormai, numero di persone che hanno in mano ancora uno scontrino di acquisto di una bici, di dare un assist formidabile a chi voglia, domani, usare questa straordinaria iniziativa in una polemica politica di basso livello, vanificando quanto di meraviglioso è fino a qui accaduto e continua ad accadere». Non solo. «I ritardi, infine, all’apertura del portale, non consentono la quantificazione dei numeri di vendita e delle risorse da destinare. Dai numeri in nostro possesso possiamo dire che il rischio che i fondi si esauriscano a fine luglio esistono, anche con l’ipotesi di rifinanziamento, e se il portale, come sembra, non vedrà la luce prima di agosto chiederemo ufficialmente un tempo tecnico per il conteggio delle pratiche prima di autorizzare l’emissione del bonus da scontare direttamente in negozio. Non vorremmo che la rete vendita anticipasse dei soldi che non avranno successivamente la copertura del fondo destinato al Bonus Bici». Un rischio troppo alto anche per chi ha ben accolto «una iniziativa così straordinariamente efficace per l’industria e per il cambiamento dei comportamenti degli spostamenti nelle nostre città», che ha prodotto «un piccolo segno più sul fatturato di periodo, gennaio-giugno 2020 rispetto allo stesso del 2019, ordinativi in tenuta almeno fino a settembre, scorte di magazzino al minimo dei valori, aumento del personale assunto di circa il 5/7%». Una fotografia «impensabile fino a tre mesi fa». Così come è fortemente apprezzatto la svolta nell’incentivo alle ciclabili visto l’inserimento, nell’art. 229 del DL, la parte che modifica la viabilità in deroga al codice della strada permettendo percorsi sempre più sicuri. Tutto questo, avverte, però l’Ancma-Confindustria può «diventare un rischio politico» per entrambi i ministeri e per l’interno governo.
Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA