Bollette, allarme dalle province: «Pnrr, opere più care del 50% per gli aumenti»

«Con questi costi il Piano è a rischio. L’esempio? Per una scuola preventivati dieci milioni, ma ora ne servono quindici»

Mercoledì 12 Ottobre 2022 di Francesco Bisozzi
Bollette, allarme dalle province: «Pnrr, opere più care del 50% per gli aumenti»

I costi delle opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza volano alle stelle. E i cantieri sono a rischio stop per effetto del caro energia. «I lavori sono aumentati del 50 per cento», lancia l’allarme l’Unione delle province italiane. Così Michele de Pascale, presidente dell’Upi: «La crescita dei prezzi di energia e materiali mette seriamente a rischio l’attuazione del Pnrr». Qualche esempio? «Una scuola che doveva costare dieci milioni di euro adesso ne costa quindici. O Comuni e Province ottengono da governo e Ue le risorse necessarie per coprire la spesa in più, oppure cambiamo la tempistica di attuazione del piano», chiede il numero uno dell’Upi. 
Insomma, il rischio che il Piano nazionale di ripresa e resilienza si arresti non è più tanto remoto. Gli aiuti messi in campo dal governo Draghi per coprire gli extra costi si sono rivelati una coperta troppo corta.

L’ultimo dossier dell’Ance sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sui Fondi strutturali del Mezzogiorno ha fotografato per esempio un aumento del costo dell’energia elettrica su base annua del 301,7% e del 371,5% per il gas naturale. Per quanto riguarda l’acciaio, la variazione del prezzo tra il primo semestre di quest’anno e lo stesso periodo del 2021 è stata del 48,1%, ha rilevato l’Ance. 

Le cifre

Il bitume è aumentato del 47,6%. Cifre che inevitabilmente preoccupano e che secondo l’associazione dei costruttori mettono a repentaglio l’avanzare del Pnrr. Dei 222 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, 108 impattano sul settore delle costruzioni. Di più. Circa l’80% delle risorse del Recovery destinate alla transizione ecologica (oltre 71 miliardi) coinvolge il settore edile. I timori dei costruttori sono condivisi anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. «Sul Pnrr non è vero, come qualcuno dice, che siamo in ritardo, ma i costruttori mi avvertono che per fare le opere devono spendere il 30% in più e i Comuni hanno meno soldi», spiega il primo cittadino. Aggiungendo: «Oggi dei 220 miliardi previsti non so quanti riusciremo a investirne nei tempi previsti. Ci sarà da riflettere e bisognerà dire a breve cosa va fatto e cosa no e soprattutto i tempi perché i cittadini vogliono saperlo». 
Forse non sarà necessario riscrivere il Pnrr, ma alla luce dell’ondata di rincari si fa più pressante l’esigenza di rimodularlo per adattarlo al nuovo contesto. Da luglio del 2020, ovvero da quando sono stati assegnati i fondi del Next Generation Eu, il prezzo del gas è cresciuto di oltre dieci volte. Pure il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, ha puntato il dito in questi giorni sui costi extra. «Nel porto di Trieste i progetti che stanno arrivando a concretizzazione e che sono quelli sul cold ironing (l’elettrificazione dei porti) hanno visto un aumento medio dei costi del 15-20%», commenta il presidente dell’Autorità portuale. 

Il passaggio

Il Pnrr punta tra le altre cose a rivoluzionare la mobilità, e il trasporto pubblico locale, in chiave green. Anche su questo fronte però si registrano allarmi. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, l’associazione delle aziende di trasporto pubblico, non usa giri di parole: «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato scritto prima della guerra, bisogna avere il coraggio di dire che ora è inattuabile nei traguardi previsti per il 2026, con l’aumento dei costi energetici il settore del tpl non è in grado di sopravvivere». 

Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 11:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA