Bollette, subito 5 miliardi e poi lo sdoppiamento dei prezzi: ecco le misure in arrivo per il caro energia

Venerdì il via alla Nadef e allo sblocco delle risorse da usare per la crisi energetica. Nel decreto saranno estesi a dicembre i provvedimenti per famiglie e imprese

Mercoledì 2 Novembre 2022 di Luca Cifoni
Bollette, subito 5 miliardi e poi lo sdoppiamento dei prezzi: ecco le misure in arrivo per il caro energia

Un decreto che non utilizzerà tutta la dote da 10 miliardi teoricamente disponibile, con le misure per estendere a dicembre le misure già in vigore.

Poi con la legge di Bilancio interventi più strutturali, come il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità prodotta con altre fonti. Sul caro-bollette il governo vuole dare un segnale da subito ma deve tener conto del percorso della contabilità pubblica. Che prevede per venerdì l'approvazione del quadro programmatico della Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) e poi la predisposizione della Relazione al Parlamento, necessaria per sbloccare la dotte lasciata dal precedente esecutivo: visto che tecnicamente si tratta di deficit aggiuntivo rispetto a quello già programmato. Questo testo dovrà essere approvato dalle Camere a maggioranza assoluta.

Le proroghe

Una volta completato questo passaggio, che potrebbe essere finalizzato in tempi rapidi nelle commissioni speciali di Camera e Senato costituite in attesa di quelle stabili, allora il governo potrà rapidamente approvare il decreto legge, il secondo dopo quello su giustizia e sanità appena arrivato in Gazzetta Ufficiale.
Nel provvedimento troveranno posto essenzialmente le proroghe delle misure già incluse nel decreto aiuti Ter, voluto dal precedente esecutivo e attualmente all'esame del Parlamento per la conversione in legge. Si tratta del credito d'imposta a favore delle imprese a fronte delle spese per le bollette, che arriva al 40 per cento: al momento è in vigore per i mesi di ottobre e di novembre. Ma anche delle garanzie pubbliche a beneficio delle aziende in crisi di liquidità, sempre in relazione al pagamento delle forniture energetiche. In ballo c'è poi una nuova erogazione a favore delle famiglie. Il precedente esecutivo aveva riconosciuto prima un bonus da 200 euro (con un limite di reddito a 35 mila euro l'anno) e successivamente - proprio nel decreto Aiuti Ter - un altro da 150 euro.

I carburanti

L'altro tema è quello dei carburanti. La riduzione di 25 centesimi delle accise su diesel e benzina, che si traduce con l'Iva in uno sconto di 30 per gli automobilisti, è in vigore da questa primavera ed è stata più volte estesa. L'ultima proroga è al 18 novembre quindi nei prossimi giorni si porrà la necessità di intervenire nuovamente. Resta possibile l'opzione di un provvedimento amministrativo del ministero dell'Economia e di quello dell'Ambiente, ma per una misura più duratura è più opportuno lo strumento legislativo. Lo sconto costa circa 1 miliardo al mese ma la sua cancellazione si tradurrebbe in un aumento automatico dei prezzi, che il governo vuole naturalmente evitare.
Per tutti questo interventi l'impegno finanziario previsto è di 5-7 miliardi: con un apposito meccanismo contabile la quota restante - rispetto ai 10 miliardi di maggiori entrate già emerse con il precedente governo - potrebbe essere spostata all'anno successivo e dunque aggiunta alla dotazione della legge di Bilancio. Nella quale entreranno le misure di carattere più strutturale.
Il primo nodo che dovrà essere affrontato è quello della separazione dei prezzi dell'elettricità da quello del gas: un tema a cui ha fatto più volte riferimento Giorgia Meloni. Se l'obiettivo non dovesse essere raggiunto in ambito europeo, allora interverrebbe immediatamente una norma nazionale.

Deficit più alto

Al contrasto al caro-bollette saranno dedicati i tre quarti delle risorse della manovra, che alla fine dovrebbe avere un importo complessivo intorno ai 40 miliardi. Oltre la metà sarà finanziata in deficit, grazie all'innalzamento dell'obiettivo di deficit per il prossimo anno dal 3,4 al 4,5 per cento del Pil (sarà ufficializzato proprio con la Nadef). Le restanti risorse verranno da una nuova versione della tassa sugli extra-profitti delle aziende energetiche (la precedente per come era congegnata non ha dato il gettito sperato), da un ampliamento della spending review ministeriale e dai risparmi di spesa attesi dalla revisione del reddito di cittadinanza e della Naspi, l'attuale indennità di disoccupazione.

Ultimo aggiornamento: 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA