«Bollette calmierate fino al 70% per aziende e famiglie virtuose, il progetto diviso in due parti»: la spiegazione del viceministro Valentini

Lunedì 30 Gennaio 2023 di Umberto Mancini
«Bollette calmierate fino al 70% per aziende e famiglie virtuose, il progetto diviso in due parti»: la spiegazione del viceministro Valentini

Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, i prezzi del gas stanno calando e si prevede a febbraio una riduzione del 35-40% della bolletta per le imprese e le famiglie, state pensando anche a meccanismi premiali per chi risparmia energia quando finiranno gli attuali incentivi?
«Certamente, ma la soluzione tecnica è di competenza dei ministri Giorgetti e Urso.

Ci sono alcune ipotesi allo studio molto interessanti».


Il meccanismo allo studio del governo prevede che la bolletta venga divisa in due parti: da un lato una tranche di consumi con un prezzo protetto (il 70-80% del consumo annuo stimato sulla base dell'anno precedente), mentre l'eccedenza sarebbe ancora al prezzo di mercato: sarà così?
«Sì, viene ricalcato il modello tedesco che condivido con prezzi calmierati. Si va in questa direzione anche perché bisogna pensare al futuro e tutelare imprese e famiglie nel medio lungo termine. La riduzione del prezzo del gas è in atto anche grazie al price cap, alla riduzione della domanda da parte della Cina, ad un inverno mite, alla minore spinta della speculazione, ma bisogna pensare a possibili futuri picchi, a nuove tensioni se la crisi in Ucraina dovesse aggravarsi».

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Meglio prevenire quindi e mettere in cantiere altri interventi in vista di aprile?
«Non bisogna cantare vittoria. Per questo vanno premiati i comportamenti virtuosi di imprese e famiglie con il meccanismo incentivante. Accanto a questo bisogna spingere sulle rinnovabili, continuare la diversificazione delle fonti, ridurre le emissioni di CO2. In una parola continuare a ridurre i consumi nel solco della transizione green».


Metterete mano anche al decreto benzina per venire incontro ai gestori delle pompe?
«Cerchiamo un compromesso che non penalizzi i gestori ma assicuri la massima trasparenza dei prezzi per i clienti. L'obiettivo è evitare distorsioni o speculazioni. Il Parlamento troverà una mediazione equilibrata».


Teme una nuova fiammata dei prezzi?
«Bisogna essere pronti a gestire una situazione molto dinamica. Il quadro è complesso, legato agli assetti geopolitici e occorre una taratura continua per salvaguardare famiglie e sistema produttivo, premiando i comportamenti virtuosi. Ed è quello che stiamo facendo».


Del resto le imprese nonostante gli alti costi dell'energia riescono ad essere competitive.
«Questo governo, che ha fatto molto bene nei primi 100 giorni, è dalla parte delle imprese e, nel contempo, punta ad attrarre quelle straniere».


Lei ha la delega all'internazionalizzazione, che misure avete in cantiere?
«L'obiettivo è quello di attrarre investimenti esteri in un'ottica di lungo periodo, portando ricchezza e occupazione nei territori. E questo dipende dalla capacità del nostro Paese di essere affidabile, competitivo, rapido nello sfruttare le risorse del Pnrr. Siamo sulla buona strada anche se bisogna andare avanti con le riforme, partendo dalla giustizia. In questi primi 100 giorni abbiamo già attivato la cabina di regia Esteri-Made in Italy per lo sportello unico al servizio delle aziende per dare certezze a chi investe. Vogliamo semplificare regole e procedure, ridurre i tempi della burocrazia».


Pensate anche ad un taglio delle tasse per chi si insedia in Italia?
«La risposta non è taglio delle tasse ma accordi fiscali per determinare con certezza il carico tributario sull'investimento. Incentivi e regole semplici sono tra i nostri obiettivi: dobbiamo sostenere gli investitori, sia esteri sia italiani, che credono nel nostro paese, ben sapendo che ove si tratti di settori strategici occorre seguire sempre le prescrizioni previste dalla golden power. Ma è importante anche il dialogo con le Regioni che devono favorire lo sviluppo delle filiere produttive, favorire gli insediamenti delle aziende estere, collaborare con lo Stato in un sistema di regole condiviso».


E' contrario quindi all'autonomia differenziata che rischia di dividere il Paese?
«Non sono contrario ad una autonomia differenziata ma a una autonomia che penalizzi il sud e che finirebbe per scoraggiare anche gli stessi investitori esteri che non capirebbero una riforma che porti differenze normative fra le regioni, rischiando di andare a complicare ulteriormente un quadro burocratico già drammaticamente complesso. La riforma dell'Autonomia non deve penalizzare il Sud, ma occorre andare avanti tutti insieme, non lasciando indietro nessuno».

 

Ultimo aggiornamento: 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA