Gas, il prezzo scende sotto i 65 euro. «Prossima bolletta -30%». L’inflazione rallenta in Europa

Tabarelli: «Con questi valori i prezzi scenderanno». Dopo Germania e Spagna il caro-vita arretra anche in Francia. Lo spread tra Btp e Bund sotto i 200 punti

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Andrea Bassi
Gas, il prezzo scende sotto i 65 euro. «Prossima bolletta -30%». L’inflazione rallenta in Europa

Il prezzo del gas continua a crollare. L’inverno mite, il vento che soffia abbondante nel Nord Europa, gli stoccaggi pieni. Se fino a poco fa sui mercati energetici sembrava esserci una tempesta perfetta, adesso l’impressione è di una bonaccia perfetta. Ieri sul mercato olandese del Ttf, la principale Borsa dove il gas viene scambiato, il prezzo è sceso a 64 euro al Megawattora.

L’11 per cento in meno del giorno prima, valori che non si vedevano da novembre del 2021, tre mesi prima dello scoppio della guerra in Ucraina.

Bollette, perché aumentano (nonostante il prezzo del gas sia sceso) e quando inizieranno a calare

Se le cose continuano così, ha spiegato Davide Tabarelli di Nomisma Energia, le bollette di gennaio saranno più basse del 30 per cento. Una buona notizia dopo il rincaro del 23 per cento comunicato da Arera sui conti del gas di dicembre. La riduzione delle quotazioni dell’energia un effetto concreto intanto lo sta mostrando: in Europa l’inflazione ha iniziato a scendere. Più di quanto si aspettassero gli stessi analisti. In Francia a dicembre i prezzi sono scesi dello 0,1% portando il caro-vita al 5,9% contro il 6,2% di novembre. In Germania l’inflazione è andata giù di 0,8 punti percentuali in un mese, portando l’indice annuale dal 10% all’8,6%. Anche in Spagna l’aumento dei prezzi si è preso una pausa. E oggi sarà il turno dell’Italia. 


L’ANDAMENTO
Le Borse festeggiano. Milano ha chiuso con un più 1,74 per cento. Francoforte ha terminato le contrattazioni in rialzo del 2,18 per cento. Parigi è salita del 2,3 per cento. Lo spread tra i titoli italiano e i bund tedeschi è sceso a 199 euro. I mercati iniziano a scommettere che con un’inflazione in discesa netta, le Banche centrali possano ammorbidire la stretta monetaria in corso. I segnali però sono contrastanti. I verbali della Fed hanno rivelato che quest’anno non ci saranno tagli dei tassi, anzi gli aumenti proseguiranno, visto che l’economia va meglio del previsto. Ieri gli economisti della Banca centrale europea hanno provato a tranquillizzare sulla sostenibilità del debito italiano. In un articolo pubblicato sul blog della Bce, che non cita esplicitamente l’Italia (ma il riferimento è chiaro), hanno spiegato che l’alta inflazione tende a migliorare alcuni parametri, come il rapporto debito-Pil e le entrate fiscali. Il debito pubblico, insomma, è «sostenibile».

Una risposta anche alle prime avvisaglie arrivate dalle colonne del Financial Times di una preoccupazione dell’Italia come «anello debole» in caso di una crisi nel Vecchio continente. Ma gli economisti di Francoforte hanno avvisato che è comunque finita l’era dei «pasti gratis». Detto in altri termini, sarà difficile da adesso in poi fare deficit eccessivi magari per finanziare promesse elettorali in grado di far deragliare i conti pubblici e il debito dal sentiero di rientro. Un messaggio non proprio rassicurante. Quest’anno l’Italia dovrà collocare 320 miliardi di titoli pubblici (esclusi i Bot). E dovrà farlo con i tassi crescenti e senza più l’aiuto della Banca centrale europea. Il discorso da “falco” fatto dalla Presidente dell’Eurotower Christine Lagarde a dicembre, non lascia per il momento intravvedere cambi di rotta sulla stretta monetaria. Del resto a dicembre, la Bce ha rivisto al rialzo le sue stime sul caro vita per il 2023. L’occhio sarà puntato soprattutto sulla componente “core” dell’inflazione, quella che non tiene conto dei prezzi volatili dell’energia e degli alimentari. Se Francoforte riterrà che questa inflazione si sta radicando nelle aspettative, andrà avanti a testa bassa sui rialzi.L’Italia comunque, per collocare il suo debito quest’anno cercherà di fare il più possibile da sola, rafforzando le emissioni dedicate ai piccoli risparmiatori, che saranno invogliati a sottoscrivere il debito pubblico grazie a rendimenti legati all’andamento del caro-vita e a premi fedeltà. Un tentativo di emanciparsi dal sostegno della Bce 
 

Ultimo aggiornamento: 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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