Bollette, stop agli aumenti: calo forse già da questo mese. Luce, possibile taglio del 15-20%

Caro-bollette verso la frenata. «Buone notizie per il futuro»

Martedì 18 Ottobre 2022 di Andrea Bassi
Gas, prezzo in picchiata: cosa succede alle bollette? «Elettricità calerà del 15-20%, niente più aumenti»

Più del tetto europeo, almeno per adesso, sembrano aver fatto il caldo e la circostanza che gli stoccaggi per l’inverno sono ormai pieni. Fatto è che da giorni il prezzo del gas continua a calare. Quello scambiato sulla Borsa italiana, usato per determinare i prezzi delle bollette, è sceso a 66 euro al Megawattora. Sul Ttf, la Borsa olandese, il gas è crollato ieri di un altro 11 per cento, fino a 112 euro al Megawattora.

Lontano dal picco di agosto quando aveva sfondato i 340 euro. Ma, va detto, anche dai minimi degli scorsi anni, quando quotava intorno ai 20 euro. Se comunque il gas continuerà la sua discesa o si terrà stabile su questi valori, il prezzo del metano sul mercato tutelato per ottobre potrebbe rimanere fermo se non calare. Fino a poco tempo fa l’aspettativa era di aumenti del 70 per cento per le bollette.

L’Arera, l’Autorità dell’energia, farà i suoi conteggi a inizio novembre. Il meccanismo di calcolo è basato su una media dei prezzi rilevati giorno per giorno sul mercato nel mese di riferimento delle bollette. A ieri, martedì 18 ottobre, la media era di circa 107 euro al Megawattora, che si traduce in un prezzo della materia prima di circa 1,14 euro per metro cubo di gas. Nel trimestre appena passato, quello che va da giugno a settembre, il prezzo applicato dall’Arera in bolletta è stato di 1,10 euro. Che però, oltre alla componente energia è comprensivo di altre voci, alcune delle quali sono state “calmierate” dall’Authority per alleggerire il conto. Comunque sia, se il trend fosse questo, è possibile che le bollette del gas di ottobre possano rimanere invariate. Molto dipenderà dall’andamento dei prezzi nei prossimi giorni. Il problema resta la “volatilità”, ossia le forti oscillazioni da un giorno all’altro. Proprio su questa “volatilità” vuole incidere il «tetto dinamico» proposto dalla Commissione europea. Su ogni mercato nazionale, e anche sul Ttf, il prezzo del gas non potrà salire o scendere oltre una certa soglia (toccherà ai singoli Stati stabilire se si tratta di un valore percentuale o in assoluto). Una misura che dovrebbe rendere più prevedibili gli andamenti e le variazioni dei costi per le famiglie e le imprese.

Non solo. Se il prezzo del gas manterrà questo percorso discendente, anche per le bollette elettriche al prossimo adeguamento previsto per gennaio potrebbero arrivare buone notizie. «Sull’elettricità», spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, «gli effetti si vedranno dal primo gennaio e possiamo sbilanciarci parecchio nel senso che con estrema probabilità, altissima probabilità, non ci saranno più aumenti e probabilmente ci sarà un calo dell’ordine del 15-20 per cento». Ma si tratta di previsioni che hanno un grado di incertezza. Lo scenario sui mercati, come dimostrato in questi mesi, può cambiare rapidamente: un picco di freddo inatteso, un nuovo “guasto” a qualche tubo che ancora porta un po’ di metano dalla Russia, un problema con un giacimento algerino. Le variabili, insomma, sono tante. Per adesso però, un po’ di luce in fondo al tunnel si intravvede. In Spagna ieri, il prezzo del gas sul Mibgas è scivolato a 34,30 euro per Megawattora, addirittura sotto il tetto di 40 euro fissato dal governo iberico per la produzione termoelettrica. Ai numerosi rigassificatori che circondano il Paese, ieri si sono formate code di navi con gas liquefatto che non sono riuscite a scaricare il loro carico. 

Intanto, sempre ieri, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha pubblicato un’indagine secondo la quale, grazie agli interventi del governo, l’impatto degli aumenti dei prezzi sulle famiglie è stato contenuto di ben il 46 per cento. 

LE MISURE
Inoltre le misure di sostegno hanno ridotto l’impatto dell’inflazione sulle famiglie del primo decile (quello con il livello di spesa più basso) di circa l’88 per cento (9,6 punti), portandolo a un livello pari a circa un terzo di quello medio (1,3 punti contro 3,7). Nel suo dossier l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha anche spiegato che per aiutare le famiglie più povere, sarebbe meglio trasformare gli sconti sulle accise della benzina in bonus. Se si riducesse di circa il 50 per cento lo sconto sulle accise sui carburanti e si utilizzassero le risorse così liberate per trasferimenti compensativi, spiega l’Upb, l’aggravio di spesa a carico del primo decile di famiglie italiane «si ridurrebbe di 0,6, 0,9 o 1,3 punti, a seconda che la compensazione monetaria fosse erogata con modalità analoghe al bonus 200 euro, al bonus 150 euro o ai nuovi bonus sociali. 

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA