Bollette, Savino (Mef): «Aiuti alle famiglie che consumano meno. Per il gas un prezzo-soglia»

Parla il sottosegretario all’Economia: «Il credito di imposta alle imprese solo quando il costo salirà oltre un certo limite»

Domenica 19 Marzo 2023 di Andrea Bassi
Bollette, Savino (Mef): «Aiuti alle famiglie che consumano meno. Per il gas un prezzo-soglia»

Ancora pochi giorni, poi il 31 marzo gli attuali incentivi sulle bollette elettriche e del gas per le famiglie e le imprese cesseranno. Il governo ha in preparazione un provvedimento che cambierà gli aiuti. Per le famiglie si va verso un “bonus” che premierà chi risparmia energia rispetto allo scorso anno. Per le imprese i crediti di imposta partiranno solo se il prezzo del gas salirà oltre una certa soglia. «La nostra economia negli ultimi tre anni ha affrontato fasi di stress notevoli, mai registrate dal secondo dopoguerra in poi», spiega al Messaggero Sandra Savino, sottosegretario all’Economia. «È positivo, e mi permetto di dire necessario», aggiunge, «che lo Stato sia intervenuto in modo incisivo, impegnando 21 miliardi di euro solo negli ultimi tre mesi».

Cosa succederà agli attuali sostegni?
«Con l’allentarsi delle tensioni, questi meccanismi di intervento andranno rivisti per evitare di drogare il mercato.

La stessa Bce chiede di intervenire in questa direzione. Ma come governo faremo sempre tutto il necessario per sostenere chi ha effettivamente bisogno».

Quindi gli incentivi cambieranno, gli oneri di sistema torneranno nelle bollette?
«Quando si interviene sulle famiglie o sul mercato, si deve avere sempre come faro guida la selettività. Non è sempre facile individuare un meccanismo di selezione, ma è doveroso farlo. Le fasi di crisi non sempre toccano tutti i settori nello stesso modo e allo stesso tempo. Cercare di intervenire in modo chirurgico è compito della politica, che deve saper fare scelte precise».

Come saranno i nuovi aiuti? 
«Ci stiamo confrontando su alcune ipotesi che riguardano sia le famiglie che le imprese. Come dicevo, siamo in una fase in cui serve ragionare su misure selettive che tengano anche conto dei consumi, in modo da premiare le famiglie che risparmiano, oltre ad individuare una soglia limite di riferimento per il costo di gas ed energia oltre la quale far scattare lo sconto fiscale. Mi permetta però di aggiungere che questa volta non dobbiamo “dimenticarci” di panettieri e case di riposo».

I panettieri?
«Senza entrare troppo nel tecnico, le dico che ad oggi, per una nomenclatura europea, i panettieri non vengono considerati energivori. La cosa fa anche un po’ sorridere, se non fosse abbastanza grave. Il pane, nelle sue diverse declinazioni, è un alimento fondamentale non solo della dieta italiana, ma della nostra cultura nazionale. Non aver tutelato in modo specifico questa categoria è stato un grave errore, come anche nel caso delle residenze per anziani. A questo mi riferisco quando parlo della necessità di scelte puntuali e mirate di sostegno».

Senta, tra le sue deleghe c’è quella sulla finanza locale. Buona parte del Pnrr, circa 40 miliardi, passa per i Comuni. I sindaci stanno procedendo a una velocità di marcia adeguata?
«Le rispondo, anche forte della mia esperienza di amministratore locale. Forse, all’inizio, si è dato troppo peso al monitoraggio e al controllo e poco spazio alla necessità di puntare a rinforzare le strutture amministrative dei comuni e delle province, che hanno il compito di mettere a terra una parte importante delle risorse europee. Gli Enti Locali sono reduci da una lunga stagione di blocco del turnover e di spending review. Ora sono stati fatti passi importanti per i Comuni, qualcosa in più va fatto per le Province».

In che modo le Province possono aiutare i Comuni con il Pnrr?
«Le Province devono assumere un ruolo centrale di reale ente intermedio. Una proposta concreta potrebbe essere quella di creare mini task force di tecnici esperti, che lavorino in sinergia con i Comuni per elaborare e sviluppare progetti validi e sostenibili nell’ambito del Pnrr. Diamo un aiuto concreto agli Enti Locali e semplifichiamo il quadro amministrativo. A partire dal codice degli appalti»

Quali sono i rischi legati al nuovo codice?
«Il tema è delicatissimo. Il Codice degli appalti, così com’è, non funziona. Una revisione era indispensabile. Il nuovo Codice è in dirittura di arrivo, ma dobbiamo evitare che questo si traduca in un rallentamento della macchina amministrativa. Serve una formazione adeguata, a tutti i livelli. È vero che non si applica alle opere del Pnrr, ma io mi sento di condividere il grido d’allarme di molti amministratori locali. Va garantito supporto adeguato in questa fase di transizione, soprattutto perché avremo operatori che saranno chiamati a gestire procedure d’appalto con normative molto diverse tra loro».

Il governo ha appena approvato la riforma fiscale. Quali sono le priorità?
«Sicuramente la riduzione delle aliquote Irpef. Ma l’aspetto importante è anche un altro, ci stanno riconoscendo che siamo di fronte a un tentativo serio, organico e sistematico di ricostruire un rapporto tra il Fisco e il Contribuente improntato a principi di semplificazione, chiarezza e reciproca fiducia. Ci saranno i singoli provvedimenti attuativi che daranno corpo e senso ad ogni aspetto di questa riforma. Sicuramente, la possibilità per le aziende di poter definire con valenza biennale il proprio sforzo fiscale è un grande elemento di novità».

La lotta all’evasione sarà fatta con l’incrocio delle banche dati concentrandosi sui profili a più alto rischio di evasione. Se ne parla da anni. È la volta buona?
«Ne sono certa, i dati di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, sul contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio, sono estremamente confortanti. Sono convinta che nei prossimi mesi potremo registrare risultati ancora più interessanti. Il tema critico dell’incrocio delle banche dati non è tecnologico, ma legato ad aspetti delicati e complessi di tutela della privacy. Molti di questi temi sono stati ormai definiti. Oggi, più di ieri, viviamo in un mondo data-driven. Allo Stato non deve mancare l’opportunità, nel pieno rispetto sia della privacy che di un leale rapporto con il contribuente, di fare ricorso alla grande potenza di analisi che oggi la tecnologia ci mette a disposizione».


 

Ultimo aggiornamento: 14:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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