Biocarburanti, la Ue apre: non solo auto elettiche dal 2035. Roma e Berlino rilanciano

La Commissione cambia idea sugli e-fuel. Lettera a Bruxelles di Urso, Pichetto e Salvini

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Gabriele Rosana
Biocarburanti, la Ue apre: non solo auto elettiche dal 2035. Roma e Berlino rilanciano

BRUXELLES - L’Europa apre ai carburanti sintetici per mantenere in vita il motore tradizionale dopo il 2035.

Il compromesso, che tiene conto delle rimostranze tedesche e italiane - ieri dettagliate dal governo Meloni in una lettera inviata all’esecutivo Ue -, è sul tavolo e punta a sbloccare lo stallo sul regolamento che prevede lo stop all’immatricolazione delle auto a diesel e benzina a partire dalla metà del prossimo decennio.

Il provvedimento era finito a sorpresa su un binario morto a inizio mese, quando la procedura era data ormai per conclusa, alla luce del no annunciata da Italia e Polonia e della paventata astensione di Germania e Bulgaria: un fronte di governi sufficiente ampio da rappresentare la cosiddetta minoranza di blocco secondo le regole di voto del Consiglio. Tanto che la Commissione starebbe adesso mettendo a punto una scappatoia per garantire, da una parte, l’approvazione finale del testo senza modifiche e, dall’altra, un parallelo intervento legislativo, in un altro documento, per definire il perimetro degli “e-fuel” climaticamente neutri che andrebbe ad affiancare l’elettrico. 


L’APERTURA
«I colloqui sono in corso» per consentire di dare il via libera quanto prima al regolamento, ha confermato ieri un portavoce dell’esecutivo Ue, senza nascondere l’ottimismo rispetto a una possibile soluzione in vista. La volontà, a Bruxelles, è disinnescare per tempo un dossier potenzialmente esplosivo e che, dopo aver spaccato la maggioranza a tre teste di Olaf Scholz - con il veto dei liberali dell’Fdp contro la svolta “green” per l’automotive che ha mandato su tutte le furie gli alleati dei verdi -, potrebbe minacciare adesso di prendere in ostaggio anche il summit dei leader dei Ventisette che inizia domani. La questione, del resto, ha già messo a dura prova la tradizionale sintonia tra Germania e Francia nel cuore dell’Ue, con Parigi che ancora ieri ha ricordato ai tedeschi il rispetto di quanto contenuto nell’accordo sullo stop ai motori endotermici dal 2035. Bruxelles, invece, sembra preferire la linea diplomatica e, in una missiva inviata a Berlino dal capo di gabinetto dello zar del Green Deal Frans Timmermans, ha proposto un piano in più tappe, in prima battuta contenuto in una dichiarazione politica. L’obiettivo è creare una nuova categoria di veicoli in grado di usare i combustibili sintetici prodotti a partire da fonti rinnovabili e dalla cattura della CO2, i cui motori dovrebbero, però, essere dotati di sensori in grado di impedire il funzionamento con i carburanti da fonti fossili, mantenendo, quindi, fede all’impegno di azzerare le emissioni di CO2 su strada. Una soluzione di compromesso allo studio dei tecnici del dicastero dei Trasporti tedesco guidato dal liberale Volker Wissing, che secondo Der Spiegel sarebbe per ora scettico e potrebbe richiedere un supplemento di trattative, soprattutto sul punto della tecnologia in grado di “intercettare” l’eventuale pieno con benzina e diesel. 


LA MISSIVA
Un’apertura di credito per gli e-fuel è monitorata da vicino pure dall’Italia, a fianco della Germania nel sostegno ai carburanti sintetici: ieri il vicepremier Matteo Salvini, titolare dei Trasporti, e i ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica) e Adolfo Urso (Imprese e made in Italy) hanno scritto al numero due della Commissione Timmermans ricordando «la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni». I tre esponenti del governo hanno richiamato «il considerando 11 del regolamento», che chiede all’esecutivo a presentare una normativa sugli e-fuel: è qui che è sintetizzata la via maestra da seguire per vincere l’opposizione anche di Roma. «Ci aspettiamo che la Commissione lo attui ben prima della revisione del 2026, proponendo un atto giuridicamente vincolante. Un impegno in tal senso, con l’indicazione di una tempistica, permetterebbe di concludere positivamente il dossier» sull’auto a emissioni zero, si legge nella lettera firmata da Salvini, Pichetto Fratin e Urso. Che si conclude, tuttavia, con un chiaro avvertimento a Bruxelles, perché l’Italia non accetterà «un’interpretazione indebitamente ristretta» della nozione di e-fuel tale da escludere, dal suo campo di applicazione, i biocarburani.
 

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