Berlusconi, cosa succede ora a Fininvest? Maggioranza a Marina e Pier Silvio. E MFE-Mediaset non sarà venduta

Le conseguenze sulle aziende. Nessuno dei fratelli Berlusconi eserciterà il controllo solitario indiretto sulla Fininvest

Giovedì 6 Luglio 2023 di Rosario Dimito
Cosa succede ora a Fininvest: maggioranza a Marina e Pier Silvio. E MFE-Mediaset non sarà venduta

Nessuno dei fratelli Berlusconi eserciterà il controllo solitario indiretto sulla Fininvest, hanno reso noto, anche ai fini dei riflessi sulla Borsa, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, di buon mattino di giovedì 6 luglio, alla luce delle disposizioni testamentarie del padre Silvio, divenute pubbliche, dopo essere state comunicate il giorno prima a due testimoni e ai diretti interessati.

Ma siccome il fondatore del gruppo che aveva il 61,12% di Fininvest, ha destinato la maggioranza assoluta del 53% della Fininvest a Marina e Pier Silvio, che avevano il 7,65% a testa indiretto tramite Holding Italiana Quarta (Marina), Quinta (Pier Silvio) mentre Barbara, Eleonora, Luigi detenevano il 21,45% tramite H14, ora cosa succederà al gruppo?

Le possibilità

Sulla carta le possibilità sono essenzialmente due: resta lo status quo in nome della continuità e stabilità del gruppo, che è il mantra in casa Fininvest dal 12 giugno, giorno della scomparsa del fondatore oppure l’alternativa a cui non crede nessuno perchè non conviene a nessuno, un colpo di mano dei fratelli maggiori affermando il nuovo rapporto di forza. 

La cosa più forte che accadrà è che MFE Mediaset non sarà in vendita, spegnendo la speculazione nata con la morte di Silvio. «MFE non è in vendita» ha detto martedì 4 luglio Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e ad della holding italo olandese e a maggior ragione che Marina e Pier Silvio hanno il controllo piena, questa linea è inattaccabile. Comunque tornando alle ipotesi teoriche, nella prima tutto continuerà com’è stato finora con Marina presidente della holding e di Mondadori; Pier Silvio vicepresidente e ad di MFE Mediaset e consigliere di Fininvest e Mondadori mentre gli altri fratelli, tranne Eleonora che non sta da nessuna parte, resteranno nel cda di Fininvest. A parte «la grande compattezza che c’è tra noi fratelli, io voglio bene a Marina ma anche agli altri tre», come ha detto Pier Silvio martedì 4 durante la presentazione dei palinsesti di Mediaset, la continuità e stabilità impongono di non  fare forzature. Che non avrebbero alcun senso visto comunque che i numeri e le percentuali stanno chiaramente dalla parte dei due grandi. E non avrebbe senso complicare un meccanismo che funziona bene.

 

In teoria potrebbe scattare anche un’altra ipotesi, quella del colpo di mano per cui sulla carta i due fratelli maggiori potrebbero chiamare un’assemblea Fininvest e rinominare il cda appena eletto e nel quale ci sono tutti i fratelli tranne Eleonora, e i manager da sempre vicini ai Berlusconi come Danilo Pellegrino che è l’ad, Adriano Galliani, Ernesto Mauri Salvatore Sciascia anche loro storicamente molto affiatati con Silvio e per questo rappresentano la continuità che il fondatore ha voluto cristallizzare con il testamento. Ma anche a voler seguire la seconda ipotesi del ribaltone, esso non con viene a nessuno e servirebbe solo ad avvelenare il clima all’interno del gruppo senza alcun beneficio. Anzi la guerra servirebbe solo ad avere effetti deleteri sulle società quotate perchè la speculazione si inserirebbe e in questi casi diventerebbe una variabile impazzita creando volatilità sui titoli. 

Piuttosto se Silvio avesse redistribuito diversamente il suo 61% in Fininvest senza creare una maggioranza assoluta in mano a Marina e Pier Silvio, teoricamente il secondo ramo di famiglia avrebbe potuto cambiare alcune cose. Tipo spingere per vendere MFE-Mediaset, visto loro sono fuori da tutto, incassare molti soldi e ripartirseli. Ma se il fondatore ha deciso così per la stabilità è per evitare sorprese.

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA