Benzina e bollette, quando caleranno i prezzi? «Decreto pronto in settimana», ma serviranno altri interventi

Martedì 15 Marzo 2022 di Roberta Amoruso
Benzina, arriva lo sconto sul pieno: ecco cosa cambia per famiglie e imprese

Prima arriverà un intervento secco per tagliare i costi del pieno di benzina, arrivata a quota 2,5 euro a litro. Ma poi arriveranno anche nuove misure per calmierare parte degli aumenti in bolletta. È questo il senso dei diversi provvedimenti attesi in settimana. «Stiamo valutando il taglio delle accise che non è differibile a mio avviso. Così come bisogna valutare altre tipologie di Interventi non solo a livello nazionale ma anche europeo», ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervenuto al convegno di Afidop contro il Nutriscore.

Il decreto per ridurre il prezzo dei carburanti, ha detto il ministro «sarà pronto sicuramente questa settimana. Il tema è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini».

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Già perché l’intervento, o gli interventi, che il governo intende mettere in campo, dovranno evitare di appesantire la mole di debito pubblico attraverso nuovi scostamenti di bilancio. Dunque, non sono esclusi diversi interventi da snocciolare a seconda dell’andamento della crisi energetica. E poi nelle prossime settimane sarà anche più chiara la rotta che imboccherà l’Ue per alleviare gli effetti di una guerra, che tra sanzioni e volatilità dei prezzi dell’energia e delle materie prime, sta mettendo in seria difficoltà famiglie e imprese.

LE MOSSE

In attesa, dunque, delle decisioni che saranno prese la prossima settimana da Bruxelles, il governo ragiona su una nuova forma di rateizzazione delle bollette, in modo da calmierare i rialzi. Un aiuto, certo, ma non sufficiente a convincere certe imprese a non fermare la produzione o l’attività. Così sul tavolo c’è anche il taglio dei prezzi di benzina e diesel attraverso una riduzione delle accise che gravano su ogni litro e che hanno permesso all’erario di incassare cifre considerevoli nelle ultime settimane di continui rialzi. Tra accise e tasse, si tratta di circa il 55% della bolletta e dunque, è impensabile lasciare tutto com’è. L’obiettivo è quello di far scendere il prezzo alla pompa del 10-15% attraverso il taglio delle imposte e un attento monitoraggio dei prezzi per evitare speculazioni. Il tutto in attesa del consiglio europeo della prossima settimana durante il quale potrebbero trovare spazio altre misure in grado di fronteggiare la crisi energetica. Su tutte la fissazione di un tetto europeo ai prezzi delle importazioni di gas, sul quale molto si sta spendendo Mario Draghi, e l’introduzione di una tassazione straordinaria che punti a colpire gli extraprofitti delle imprese che in queste settimane hanno beneficiato del rialzo dei prezzi dell’energia.

L’IMPEGNO UE

A infondere un certo ottimismo sul fronte Ue è intervenuto intanto il ministro francese, Bruno Le Maire al termine dell’Ecofin. I ministri delle Finanze dell’Ue sono «tutti d’accordo nel dire che un sostegno alle famiglie» e «alle imprese» davanti al caro carburanti «è necessario», ha detto. Per rispondere alla fiammata dei prezzi i ministri concordano sulla necessità di «sostegno a tutte le famiglie colpite» con «sconti sui prezzi alla pompa», ha spiegato il francese che guida la presidenza di turno Ue, indicando anche l’ok a «sostegni mirati per le imprese» più esposte con la «possibilità di aiuti di Stato», e all’«indipendenza energetica» per l’Ue da raggiungere «il più rapidamente possibile».

I RINCARI

Ma vediamo gli ultimi numeri. Nonostante il calo del petrolio registrato ieri sui mercati internazionali, i listini dei carburanti continuano a salire, con la verde che ha raggiunto in modalità self la media di 2,219 euro al litro (ieri 2,217), il gasolio 2,225 euro al litro (ieri 2,220). Un vero e proprio dramma per famiglie e imprese, considerato che - in base ai calcoli del Codacons sui listini odierni - oggi un litro di benzina costa il 41,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio aumenta addirittura del +54,7%. «A causa dell’escalation senza sosta dei listini alla pompa un pieno di verde costa in media 32,5 euro in più rispetto allo scorso anno, +39,3 euro un pieno di diesel - analizza il presidente Carlo Rienzi - Questo significa che, ai livelli attuali dei prezzi, una famiglia va incontro ad una stangata pari a +780 euro annui in caso di auto a benzina, e addirittura +943 annui se dispone di una auto a gasolio, solo per i maggiori costi di rifornimento». «Rincari sulla rete che si registrano nonostante il calo del petrolio: per tale motivo abbiamo chiesto con un esposto ad Antitrust e 104 Procure della Repubblica di indagare sule anomalie dei listini dei carburanti, inviando Nas e Guardia di Finanza presso le sedi di compagnie petrolifere, grossisti, intermediari e distributori, per acquisire tutti i documenti fiscali relativi a benzina e gasolio e verificare dove si annidano le speculazioni» - prosegue Rienzi. Il Codacons ha presentato inoltre ieri una formale diffida al Governo in cui si chiede di intervenire al più presto su Iva e accise sui carburanti, utilizzando gli extra-profitti incamerati dallo Stato per ridurre la tassazione e abbassare con effetto immediato i prezzi alla pompa.

IL FONDO PER LE IMPRESE

Nel nuovo decreto dovrebbero anche entrare nuovi provvedimenti in favore delle imprese in difficoltà. Un miliardo verrà messo a disposizione nel Fondo di Garanzia per le imprese che sono esposte con gli istituti di credito e altri 800 milioni in forma di ristori a sostegno delle attività produttive che risentono delle sanzioni e del caro-energia.

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 00:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA