Prezzo benzina, perché quella italiana è la più cara d'Europa? Superate due nazioni, il peso (abnorme) delle accise

Gli italiani stanno pagando un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, +24,2 centesimi il gasolio

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Giusy Franzese
Prezzo benzina, perché quella italiana è la più cara d'Europa? Superate due nazioni, il peso (abnorme) delle accise

Il cartello esposto con il prezzo medio a livello nazionale accanto a quello praticato dal gestore (misura decisa dall’ultimo consiglio dei ministri) sicuramente darà un’indicazione agli automobilisti che, quindi, se non si ritrovano con il serbatoio quasi a secco, potranno scegliere dove fare rifornimento di benzina.

Ciò non toglie che in questo momento il nostro Paese è nella parte della classifica in Europa per i prezzi dei carburanti. Pesano le accise e l'Iva:  in base ai dati diffusi dal governo, la somma di accise e Iva pesa in totale per il 58,2% sul prezzo di un litro di benzina, e per il 51,1% sul gasolio.

Carburanti, Meloni: taglio accise giusto, ma ora non possibile

Caro benzina, il gap con l'Europa

Rispetto alla media europea, gli italiani stanno pagando un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, +24,2 centesimi il gasolio. Secondo un’elaborazione fatta da Assoutenti, attualmente il nostro paese, occupa la terza posizione in Ue per il prezzo più alto del gasolio, dietro solo a Svezia e Finlandia, mentre siamo al quarto posto per la benzina.

Prima del rialzo delle accise l’Italia era al dodicesimo posto in Europa per il diesel, al decimo per la benzina. Se si considerano solo le imposte, l’Italia occupa il primo posto in classifica per la tassazione sul gasolio, con ben 0,958 euro di tasse su ogni litro di diesel.

Secondo l’ultima rilevazione di Cargopedia.it risalente al 9 gennaio 2023 in realtà anche in Francia non è che se la passino bene: a fronte di una media italiana per la benzina pari a 1,799, in Francia il prezzo è di 1,882. E così anche per il diesel: il prezzo medio italiano rilevato è pari a 1,861 quello francese 1,897.

Più cari di noi anche Danimarca, Finlandia, Norvegia e Islanda.

In tutti gli altri paesi la benzina, sia verde che diesel, costa molto meno. In Slovenia da esempio, dove molti italiani confinanti si riforniscono, i prezzi rilevati il 9 gennaio erano 1,275 (benzina verde) e 1,485 (diesel).

Buoni benzina da 200 euro, come funziona il voucher: spetta solo ai dipendenti privati (ma non a tutti)

 

I tagli sulle accise

Decisi dal governbo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina per contenere i rialzi, i tagli sulle accise sono rimasti in vigore fino al 31 dicembre 2022. Il nuovo governo ha deciso di non prorogare la misura perché troppo costosa (circa un miluardo di euro al mese). Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha escluso per il momento di ripristinare anche parzialmente il taglio delle accise. Non così per il futuro. «Sono fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi riusciremo a fare un taglio strutturale -non temporaneo- delle accise, ma questo necessita di una situazione diversa da quella che stiamo affrontando e soprattutto necessita di rimettere in modo la crescita economica: per fare delle cose bisogna avere le risorse, per averle occorre produrre maggiore lavoro e ricchezza. È quello su cui stiamo lavorando» ha detto.

Buoni benzina da 200 euro, come funziona il voucher: spetta solo ai dipendenti privati (ma non a tutti)

Come si forma il prezzo del carburante

Il prezzo dei carburanti è composto da tre elementi, il costo della materia prima, la componente fiscale (Iva e accise), e il margine lordo che determina i guadagni di distributori, intermediari e venditori.

Si parte dal petrolio: gli indici che misurano le quotazioni sono essenzialmente tre, il West Texas Intermediate (Wti), il Fateh e il Brent, ossia il greggio del Mare del Nord utilizzato come riferimento soprattutto sul mercato europeo. Entra poi in gioco il Platts, agenzia specializzata che ogni giorno fa convergere la domanda e offerta da parte delle compagnie petrolifere, delle società di trading e delle banche d‘affari, e fissa il valore effettivo dei prodotti raffinati, ossia il prezzo a cui le raffinerie possono vendere una tonnellata di benzina o di gasolio in un determinato giorno.

Nella filiera che va dall‘estrazione del petrolio alla vendita di benzina presso i distributori, si inseriscono un numero imprecisato di broker, intermediari petroliferi che rappresentano le raffinerie e piazzano agli acquirenti il prodotto raffinato, attraverso una lunga serie di passaggi intermedi con altri operatori su mercati diversi.

In Italia le società di raffinazione o importazione del prodotto già raffinato applicano uno spread, una commissione di intermediazione per la rivendita al distributore.

Oltre al costo della materia prima, quindi, su ogni litro di benzina e gasolio si paga un margine lordo, ossia una quota che va a remunerare tutti gli oneri relativi ai passaggi della filiera dalla raffinazione alla distribuzione.

Il prezzo finale si compone poi di una parte fiscale, costituita da accise e Iva, fetta che, in base ai dati diffusi dal Ministero, pesa in totale per il 58,2% sul prezzo di un litro di benzina, e per il 51,1% sul gasolio.

Per quanto riguarda i gestori attualmente guadagnano 3,5 cent sul self e 5 sul servito.

 

Perchè in autostrada i prezzi sono più alti

Sui prezzi del servito e in autostrada influiscono altre componenti, legati a costo concessioni e del personale.

Il costo industriale

Secondo quanto rilevato dal Codacons, rispetto a un anno fa (10 gennaio 2022) le accise sono rimaste le stesse, ma è lievitato il prezzo industriale anche per l’effetto cambio: l’euro era più forte rispetto al dollaro. Rispettivamente il costo industriale nella prima settimana del 2022 era pari a 0,51265 euro per la benzina e 0,53363 per il gasolio. Adesso il costo industriale e di 0,58239 euro per la benzina e 0,73876 per il diesel. Il netto aumento del costo del gasolio è dovuto al rallentamento di prodotti raffinati, soprattutto provenienti dalla Russia.

Bonus bollette, come cambia nel 2023: a chi spetta e come verificare se si può ottenere

 

I primi ribassi

Dopo il clamore dei giorni scorsi e l’annuncio del governo di maggiori controlli su eventuali fenomeni speculativi, oggi i prezzi risultano in ribasso. Eni ha ridotto di 1 centesimo i prezzi raccomandati di benzina, diesel e Gpl. Si muove anche Q8 con un taglio di 1 centesimo su benzina e diesel. In attesa che questi interventi si riversino sui prezzi alla pompa, il monitoraggio dei prezzi praticati mostra medie in lieve assestamento. Nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 10 gennaio, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 1,822 euro/litro (1,820 il dato precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,818 e 1,829 euro/litro (no logo 1,821). Il prezzo medio praticato del diesel self è fermo a 1,877 euro/litro, con le compagnie tra 1,876 e 1,879 euro/litro (no logo 1,876). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,967 euro/litro (1,966 il valore precedente) con gli impianti colorati con prezzi tra 1,921 e 2,033 euro/litro (no logo 1,875). La media del diesel servito è 2,021 euro/litro (contro 2,022), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,964 e 2,081 euro/litro (no logo 1,929).I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,792 e 0,812 euro/litro (no logo 0,778). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 2,146 e 2,557 (no logo 2,265).

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci