Caro benzina, cosa sta succedendo ai prezzi? Perché aumentano ancora e gli scenari. Dal governo no (per ora) al taglio delle accise

Aumenta anche il costo del gasolio a 1,928 (1,921 alla vigilia di Ferragosto). Fra le regioni il prezzo medio più alto è ancora in Puglia a 1,969 euro a litro e il più basso nelle Marche (1,924 euro)

Venerdì 18 Agosto 2023
I prezzi di un distributore dell'area di servizio Villoresi Ovest sull'autostrada Milano Laghi

Benzina, estate di rincari e polemiche, denunce e controlli.

Ma la corsa dei prezzi per ora non si ferma. Soprattutto in autostrada: dall'aggiornamento quotidiano del Mimit, ieri la verde in self risultava in media a 2,019 euro al litro. Il 14 agosto era a 2,015 euro. Aumenta anche il costo del gasolio a 1,928 (1,921 alla vigilia di Ferragosto). Fra le regioni il prezzo medio più alto è ancora in Puglia a 1,969 euro a litro e il più basso nelle Marche (1,924 euro). 

 

I prezzi

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, competente sulla materia, oggi ha diffuso ina nota per sottolineare che «i prezzi medi di gasolio e benzina rilevati lungo la rete stradale e autostradale italiana risultano stabili da 3 giorni». «Nel dettaglio - si spiega - il prezzo medio del gasolio self sulla rete stradale ha registrato una riduzione millesimale tra mercoledì 16 e giovedì 17 agosto, passando da 1,843 euro a 1,842 euro al litro (-1 millesimo di euro), dato replicato anche nella giornata odierna». «Eventuali anomalie riscontrate alla pompa possono essere segnalate dai consumatori attraverso l'apposito strumento "Segnala Prezzi" reperibile sul sito del Mimit», aggiunge poi il ministero.

Le cause

Uno dei motivi che hanno portato a far salire i prezzi è la decisione dell'Opec, guidata dall'Arabia Saudita, uno dei maggiori produttori di greggio del mondo, di tagliare la produzione. Una mossa decisa per sostenere le quotazioni del petrolio in una fase in cui l'Occidente e l'Europa in particolare stanno avviando politiche di decarbonizzazione per ridurre sempre di più l'uso dei combustibili fossili. 

Le imposte

Ma il prezzo della benzina in Italia solo per 42% circa è determinato dal costo industriale, cioè quello che comprende i costi della materia prima, logistici, commerciali e amministrativi e i margini del gestore, spesso finiti nel mirino come responsabili dei rincari ma che però pesano solo intorno al 10% della quotazione finale del carburante venduto ai consumatori. Il 58% è invece determinato dalla tasse, accise e Iva. E infatti il governo è finito sotto accusa, soprattutto dfa parte delle associazioni dei consumatori, che chiedono con forza di tagliare di nuovo le accise, come aveva fatto il governo di Mario Draghi lo scorso anno nei momenti di forti rincari di tutti i prodotti energetici. L'appello generale è tagliare subito le accise. Federcontribuenti ritiene che «il prezzo della benzina può calare di 20 centesimi senza conseguenze negative per le casse dello Stato». L'associazione spiega che «su due euro di costo al litro della verde il totale delle accise arriva a 98 centesimi, a cui viene applicata una imposta sul valore aggiunto di 20 centesimi. Una tassa sulle tasse. Agli esercenti della pompa se tutto va bene vanno solo 4 centesimi al litro».

No al taglio delle accise

L'esecutivo per ora si dice contrario al taglio delle accise. «Il governo Meloni ha preferito utilizzare quelle risorse per il taglio del cuneo fiscale, per i salari più bassi e le famiglie più numerose», ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando che «non si replicherà quanto fatto dal governo Draghi». Anche perché, ha spiegato al Messaggero, «quando Draghi decise quella misura il prezzo di benzina e gasolio era di circa 2,20 euro al litro, ben superiore a quello attuale che resta sotto i due euro». E la misura, ha proseguito Urso, ha avuto un costo enorme per le casse dello Stato. «La riduzione delle accise da marzo del 2022 a dicembre dello stesso anno è costata oltre 9 miliardi di euro, esattamente quanto il reddito di cittadinanza». La scelta del governo Meloni è stata un'altra: «destinare tutte le risorse ai redditi più bassi e alla lotta al caro-vita attraverso il taglio del cuneo contributivo e l'aumento delle buste paga». «Il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise, e inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come Francia, Spagna e Germania», ha inoltre sottolineato in una nota il ministero delle Imprese.

I cartelli per ora non hanno funzionato

La decisione del governo di imporre dal primo agosto scorso l'esposizione ai distributori di un cartello con il prezzo medio della benzina non è servita per ora a far calare i prezzi come sperato. Molti esperti avevano avvertito che il cartello con i prezzi medi avrebbe potuto essere anche controproducente. L'operazione cartelloni, voluta da Urso per rendere il prezzo dei carburanti più trasparente, favorendo gli automobilisti nella scelta del distributore più conveniente, è scattata il primo agosto e una settimana esatta dopo la verde era più cara di oltre 3 centesimi al litro e il gasolio di 5 centesimi. 

«Un flop! Se l'esposizione dei prezzimedi presso i distributori doveva servire a ridurre i prezzi o quanto meno a mitigarne l'aumento, allora è stato un fallimento», ha sottolineato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

«Il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilita di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti. Al contrario si puo cominciare ad intravedere il concretizzarsi di quel pericolo di cui l’Antitrust aveva a piu riprese informato il Governo: l’esposizione dei prezzi medi non e solo inutile, ma rischia di essere controproducente. C’e quindi bisogno di interventi seri sia in prospettiva, con una riforma strutturale del settore, sia nell’immediato. I prezzi dei carburanti sono ormai al medesimo livello di quando il Governo Draghi decise di tagliare le accise», ha osservato in una nota l'organizzazione dei gestori Fegica.

L'incasso dello Stato

Tra esodo e controesodo estivo, lo Stato tra le accise e l'Iva incasserebbe 2,27 miliardi. Ipotizzando 15 milioni di autovetture benzina-gasolio in circolazione sulle autostrade e una media di 3 pieni solo per gli spostamenti e successivo ritorno, si stima che lo Stato incassi 2.275.875.000 euro grazie alla tassazione sui carburanti (media tra tasse benzina/gasolio: 1.513.125.000 a titolo di accise, 762.750.000 a titolo di Iva). La stima è di Assoutenti.

Ultimo aggiornamento: 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA