Petrolio, scatta l'embargo dalla Russia: come può aumentare il prezzo di benzina e diesel

L’esecutivo Ue è al lavoro con i governi nazionali per mettere a punto e attuare a stretto giro un nuovo pacchetto di sanzioni

Domenica 5 Febbraio 2023 di Roberta Amoruso
Aumenti in vista per benzina e gasolio

Embargo e price cap su tutti i derivati dell’oro nero russo: due armi in un colpo solo per - nelle parole della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen - «far pagare a Putin il prezzo della sua atroce guerra». Con un’intesa al fotofinish tra i Ventisette dell’Ue convalidata anche dal G7 e dall’Australia, l’intero Occidente ha serrato i ranghi sull’energia e lancia un altro attacco all’economia di Mosca quando mancano due settimane allo scoccare del primo anno dall’invasione dell’Ucraina. Una mossa dai due volti: un embargo - già concordato all’inizio del dicembre scorso - su tutti i prodotti petroliferi raffinati e importati dalla Russia verso l’Ue via mare, e una tagliola fissata tra i 100 e i 45 euro al barile per le esportazioni - sempre marittime - dirette verso i Paesi terzi.

Massimali di prezzo che consentiranno alle compagnie di navigazione che trasportano diesel, cherosene o nafta di origine russa di operare in Occidente solo con prezzi al di sotto del cap previsto.

ALLARME PREZZI

«Nuovo allarme dei consumatori sul fronte della benzina» acausa dell’embargo. Una misura che, secondo Assoutenti, «rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione». In una nota l’associazione ricorda che «verrà meno un milione di barili al giorno provenienti dalla Russia, spingendo i vari paesi a rifornirsi di benzina e gasolio presso altri Stati come Cina e Stati Uniti, con conseguenti maggiori costi di trasporto, senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa agli accaparramenti». I listini alla pompa, secondo uno studio di Assoutenti che mette a confronto i dati del 2012 con quelli del 2022, «potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte.

Un business quello dei carburanti fruttato in Italia nel 2022 ben 9,4 miliardi di euro solo a titolo di extra-profitti». La quotazione media del secondo semestre del 2012 era pari a 109,85 dollari al barile, scesa a 94,65 dollari di media del 2022 (secondo semestre); nello stesso periodo il cambio euro/dollaro è passato da una media di 1,32 a una media di 1,04, con la conseguenza che in euro un barile di petrolio è aumentato in 10 anni del +9,4%. Nello stesso arco temporale i prezzi medi dei carburanti alla pompa (senza tasse e imposte) salgono del +23,4% per la benzina (da 0,757 a 0,934 euro/litro) e del +38% per il gasolio (da 0,800 a 1,104 euro/litro). Se si considera anche l’inflazione registrata tra il 2012 e il 2022 in Italia, l’extra-profitto derivante dalla differenza tra i prezzi del petrolio e quelli dei carburanti raggiunge 0,190 euro/litro per la benzina, 0,264 euro/litro per il gasolio.

Questo significa che, sulla base dei consumi di carburante registrati in Italia nel 2022, pari a 10.384 miliardi di litri di benzina e 28.526 miliardi di litri di diesel, lo scorso anno grazie alla crescita dei listini alla pompa si sono registrati extra-profitti per 9,39 miliardi di euro: 1,973 miliardi sulla verde, 7,417 miliardi sul gasolio. Soldi che sono usciti dalle tasche dei cittadini per finire in quelle di compagnie petrolifere, intermediari e distributori. «Extra-profitti che -spiega Assoutenti- ora finiscono al vaglio di Antitrust, Mister Prezzi e del Ministro delle Imprese Adolfo Urso, cui abbiamo girato il nostro studio allo scopo di verificare l’esistenza di fenomeni speculativi sui carburanti che abbiano prodotto guadagni enormi per pochi e danni economici per milioni di automobilisti italiani».

IL NUOVO ACCORDO

Tornando all’embargo, il nuovo accordo sul cap, disegnato per ridurre ulteriormente gli introiti del Cremlino ed erodere il finanziamento delle manovre militari in Ucraina, è distinto per categoria: a 100 dollari al barile si posizionano tutti i prodotti di alta qualità come il diesel o il cherosene avio, il cosiddetto “jet fuel”, mentre a 45 ci sono i prodotti di bassa fascia come la nafta o l’olio combustibile. Per i Paesi terzi comunque l’aggiornamento del listino dei prodotti petroliferi russi non sarà immediato: i Ventisette hanno deciso di concedere un periodo di transizione di 55 giorni per ragioni di contratti e di trasporto, soprattutto per quanto riguarda il diesel. La forchetta di prezzo è un ulteriore tassello che si aggiunge al tetto già licenziato sul finire del 2022 sul greggio russo e fissato a 60 dollari al barile, e all’embargo al petrolio - azionato il 5 dicembre scorso - che contempla il divieto di acquisto, importazione o trasferimento di petrolio greggio per via marittima dalla Russia all’Ue. Un modo per «aumentare la pressione» su Mosca e farle pagare «un prezzo pesante», ha sottolineato von der Leyen, anche in vista dell’ulteriore rafforzamento dell’offensiva occidentale in fatto di sanzioni già nei cantieri di palazzo Berlaymont. Per l’anniversario della guerra contro Kiev, il 24 febbraio, l’esecutivo Ue è al lavoro con i governi nazionali per mettere a punto e attuare a stretto giro un nuovo pacchetto di sanzioni. Sarà il decimo in dodici mesi.

Ultimo aggiornamento: 23:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA