La Bce alza i tassi, cosa succede ora? "Stangata" sui mutui e prestiti, gli scenari

Venerdì 10 Giugno 2022 di Michele Di Branco
La Bce alza i tassi, inversione di rotta dopo 11 anni: "stangata" sui mutui e prestiti, gli scenari

La svolta era attesa.

Tanto inevitabile quanto dolorosa per le tasche dei cittadini. Dopo 11 anni di tregua, la Bce inverte la rotta e avvia la stagione del rialzo dei tassi di interesse. A luglio l'indice salirà dello 0,25 per cento. E se la mossa non sarà sufficiente per raffreddare l'inflazione, che punta ormai dritta verso il 7 per cento, Francoforte procederà con una nuova stretta monetaria a settembre. Si vedrà. Intanto l'aumento dei tassi di un quarto di punto avrà un effetto immediato sul costo dei mutui e dei prestiti, riducendo anche la remunerazione sui titoli di Stato. Insomma, una stangatina niente male, soprattutto per chi, comprando un immobile, ha concordato un tasso variabile con la propria banca.

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L'inversione di tendenza

La scelta della Bce, come detto, era nell'aria. Eurotower ha abbassato in modo significativo le stime di crescita spiegando che i rischi legati alla pandemia sono scesi ma quelli legati alla guerra sono significativi. «L'inflazione è la più grande sfida per tutti noi» ha detto la numero uno della Bce, Christine Lagarde, annunciando l'intenzione di mettere fine agli acquisti netti di titoli pubblici nell'ambito del suo programma (Paa) a partire dal 1 luglio 2022 dicendosi pronta a mettere in campo uno scudo anti-spread. Chiara la strategia: nella riunione di luglio la Banca centrale aumenterà tutti e tre i tassi chiave, in particolare dello 0,25% il principale. A settembre invece, si valuterà sulla base dei dati e l'entità dipenderà dalle prospettive di inflazione aggiornate a medio termine. In questo quadro, l'Eurotower stima che il Pil salirà del 2,8% quest'anno contro il 3,7% di marzo e del 2,1% nel 2023 a fronte del 2,8% precedentemente previsto. Per il 2024 invece vede una crescita al +2,1% contro +1,6% precedente. Rispetto alle proiezioni di marzo, le prospettive sono state riviste significativamente al ribasso per il 2022 e il 2023, mentre per il 2024 sono state riviste al rialzo.

Le stime

Quanto all'inflazione, le proiezioni indicano un incremento del 6,8% quest'anno contro il 5,1% atteso a marzo. Sale al 3,5% la stima per il 2023, contro il 2,1% precedentemente previsto. Il dato per il 2024 aumenta al 2,1% dall'1,9%. L'inflazione al netto dell'energia e dei beni alimentari è prevista in media al 3,3% nel 2022, al 2,8% nel 2023 e al 2,3% nel 2024, anch'essa al di sopra delle proiezioni di marzo. «Abbiamo strumenti esistenti, come i reinvestimenti in ambito Pepp: si tratta di 1.700 miliardi che potrebbero essere reinvestiti con la massima flessibilita' se serve - ha detto ancora Lagarde - e se sarà necessario utilizzeremo gli strumenti esistenti o nuovi strumenti che saranno resi disponibili. Tuttavia non c'e' alcuno specifico livello dei tassi delle obbligazioni o dei prestiti, o degli spread sui bond che attivera' questo o quell'intervento». Il Consiglio direttivo ha deciso di porre fine agli acquisti netti di attività nell'ambito del programma di acquisto di attivita' (APP) a partire dal 1 luglio 2022. Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito dell'App per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui iniziera' ad aumentare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a raffreddare l'inflazione.

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA