Auto benzina e diesel, stop dal 2035: cosa cambia in Italia? Quali sono gli incentivi per le elettriche? Domande e risposte

Lo stop alle auto inquinanti è uno fra gli assi portanti del pacchetto Fit-for-55 della Commissione Ue

Giovedì 9 Giugno 2022 di Mario Landi
Auto benzina e diesel, stop vendite dal 2035, Cosa cambia: domande e risposte

Stop alla vendita di auto inquinanti dal 2035, quelle diesel e benzina, per capirci. Ma non solo: stop alla vendita di tutte le vetture con motore endotermico, qundi anche alle auto ibride. Di auto, dunque, ne resterà una sola: quella elettrica.

Così ha deciso il Parlamento dell'Unione europea con il voto a favore dello stop dal 2035 alle immatricolazioni di automobili con motore endotermico. 

Tutto questo mentre non si arresta la corsa dei prezzi dei carburanti, con il prezzo medio della benzina al self service che stamani quota 2 euro, fino a toccare 2,033 euro al litro ieri mattina (il prezzo medio al "servito" aumenta a 2,134 euro al litro), mentre il diesel al self service sale in media a 1,924 euro al litro. E non va meglio neppure al Gpl, salito da 0,833 a 0,851 euro al litro, mentre il prezzo medio del metano per auto si colloca tra 1,720 e 1,931.

Auto solo green dal 2035, stop a diesel e benzina. Vince la lobby delle e-car

Benzina, sale ancora il prezzo: il self ora supera 2 euro al litro. L'effetto "valanga" sulla spesa

Auto benzina e diesel, stop vendite dal 2035

Qual è l'obiettivo dello stop alle auto inquinanti?

Abbattere le emissioni anidride carbonica (Co2), con L'Europa mercato di riferimento per i produttori di auto elettriche. Lo stop alle auto inquinanti è uno fra gli assi portanti del pacchetto Fit-for-55 della Commissione europea, il piano di riforme per tagliare del 55% le emissioni di anidride carbonica (Co2) e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Cosa accade in Italia, Paese con una forte presenza dell’industria dell'auto?

La decisione del Parlamento dell'Unione europea con il voto a favore dello stop dal 2035 alle immatricolazioni di automobili con motore endotermico genera timori nel mondo del lavoro, moltiplicando le incertezze dei lavoratori di un settore industriale che ha rappresentato finora un’eccellenza italiana.

Quanti posti di lavoro si rischiano di perdere con il solo mercato di auto elettriche?

Per fare un’auto elettrica si stima venga occupata il 30% di forza lavoro in meno. Questo perché manca la componentistica tipica dei motori endotermici (dai pistoni agli iniettori ai cilindri, etc.). I componentisti italiani lavorano per Stellantis ma anche per i grandi gruppi tedeschi. Si stima che il 30% delle auto tedesche siano assemblate con parti made in Italy, e Anfia, associazione dei componentisti, le imprese che producono parti per il motore endotermico, indica in 70mila il numero dei posti di lavoro (in tutto il settore ne garantisce 161mila).

Ci sono deroghe per i piccoli produttori di auto e furgoni?

Sì, è stata approvata la deroga per i piccoli produttori di auto, quelli da 1.000 a 10.000 auto costruite ogni anno, e furgoni, da 1.000 a 22.000 all’anno: la scadenza non sarà quindi al 2030, come inizialmente previsto dalla proposta della Commissione Ue, ma al 2036, come richiesto nell’emendamento “salva Motor Valley”.

Questo emendamento era stato presentato con l'obiettivo di salvaguardare la produzione di supercar nella terra dei motori dell’Emilia-Romagna (Ferrari, Lamborghini): i piccoli produttori di auto e furgoni avranno più tempo a disposizione rispetto ai costruttori tradizionali per adattarsi all’elettrificazione totale.

L’auto elettrica inquina meno?

L'auto elettrica non ha emissioni di anidride carbonica. Emissioni pari a zero, dunque, ma va anche considerato come è stata prodotta l'energia che muove l'auto elettrica. Se ricaricavata da fonti rinnovabili, dunque, sarà davvero a emissioni zero. Altro tema da considerare, poi, è l’inquinamento legato alla produzione e allo smaltimento delle batterie della vettura elettrica

Chi fabbrica le batterie per le auto elettriche?

Le gigafactory che producono batterie per le auto elettriche sono collocate per il 70% in Asia (la Cina ha il 45% del mercato, poi Corea del Sud e Giappone).In Europa i maggiori progetti per la costruzione di gigafactory sono in Germania, Francia e Gran Bretagna. In Italia Stellantis convertirà lo stabilimento di Termoli in fabbrica di batterie.

Quali incentivi all'acquisto di auto elettriche in Italia?

Il governo Draghi ha dato il via libera agli incentivi per l’acquisto di auto e moto elettriche, ma anche ibride e a bassa emissione, una misura strutturale che, su proposta del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, stanzia 650 milioni l’anno per il 2022, il 2023 e il 2024. In tutto quasi 2 miliardi in tre anni. Sono risorse che fanno parte del Fondo Automotive che ha una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi fino al 2030 per dare un sostegno alla filiera nella transizione verso l’elettrico.

Per l’acquisto di auto elettriche, con prezzo fino a 35 mila euro più Iva, si potrà chiedere un contributo di 3.000 euro, a cui potranno aggiungersi altri 2.000 euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore a Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

Per l’acquisto di veicoli ibridi plug-in, con prezzo fino a 45 mila euro più Iva, è possibile chiedere un contributo di 2.000 euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2.000 euro con la rottamazione di un’auto inferiore a Euro 5. Per questa categoria di ecobonus sono previsti 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

Per le auto endotermiche a basse emissioni, con un prezzo fino a 35 mila euro più Iva, il contributo potrà essere di 2.000 euro ma solo con rottamazione di un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.

Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per comprare veicoli elettrici, ibridi, plug-in. Sono previsti contributi ai piccole e medie imprese ma solo per l’acquisto di veicoli commerciali nuovi elettrici con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4.

E chi non ha soldi per cambiare la vecchia auto a benzina o diesel?

«Io penso che i carburanti sintetici possano essere una buona soluzione - ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. Nella transizione ecologica, se ho un' auto vecchia e non posso cambiarla perché non ho i soldi, non è male se posso avere un carburante sintetico che taglia le emissioni, senza dover cambiare auto e adattare la rete di rifornimento. È inutile dire 'diamo l'auto elettrica a tutti', quando non possiamo farlo subito».

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA