Autostrade, pedaggi più cari: da domani aumenti del 2%. Stop allo sconto sulla benzina

Da luglio un ulteriore ritocco dell’1,34. Salvini: «Volevano il 5%, ci siamo opposti». Cancellata con la fine dell’anno anche la riduzione di 18,3 centesimi al litro sulle accise dei carburanti

Sabato 31 Dicembre 2022 di Umberto Mancini
Aumenti, mini-rincardi dei pedaggi autostradali e stop allo sconto sulla benzina

Nuovo anno con i rincari per automobilisti e autotrasportatori. Da domani scompare infatti lo sconto per abbattere il costo dei carburanti e al momento non sono previste proroghe: quindi si registrerà un rialzo di circa 18 centesimi rispetto ai prezzi attuali. Non solo. Sempre da domani arriverà l’aumento delle tariffe autostradali che, va detto, erano congelate dal 2018 in seguito al crollo del ponte Morandi di Genova. Una tragedia che fece emergere tutta l’inadeguatezza del sistema tariffario, basato sugli investimenti programmati (e talora non realizzati) dalle società concessionarie e al tasso d’inflazione. Autostrade per l’Italia pare avesse chiesto incrementi significativi alla luce dei cospicui investimenti, ma ha ottenuto “solo” un aumento del 2 per cento, con l’aggiunta di un ulteriore 1,34 per cento a partire dal primo luglio 2023. A giugno di quest’anno si era iniziato a parlare di un incremento dell’1,5% del pedaggio sulla rete di Autostrade, la più estesa con oltre 3.000 chilometri. Poi nulla si era concretizzato. Adesso invece ci sarà questa crescita che - spiega il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini - scongiura «un aumento che sfiorava il 5%».

E aggiunge: «Nel nostro Paese l’incremento sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione». Nella nota del Mit si precisa inoltre che «sono scongiurati gli aumenti nella stragrande maggioranza delle società autostradali italiane», il 50% delle arterie di fatto è senza incrementi. 

«In Ue più aumenti»

Le decisioni, spiegano dal ministero, sono state stabilite d’intesa con il ministero dell’Economia «col risultato che gli italiani potranno beneficiare di una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei», come la Spagna, dove, «per undici tratte autostradali è previsto un incremento del 4% (rispetto alla richiesta media di +8,4%)» e la Francia, che registrerà «una lievitazione media delle tariffe del 4,75% dal primo febbraio 2023, che si aggiunge al +2% del 2022». 

Rincari congelati invece per A24 e A25, le tratte che collegano Lazio ad Abruzzo. La Strada dei Parchi Spa, la società che le aveva in gestione, qualche mese fa, aveva ipotizzato addirittura un rialzo annuo dei pedaggi del 15,8%. Successivamente le due autostrade sono finite al centro di un contenzioso con lo Stato, che ha portato poi alla revoca della concessione e all’affido della gestione delle tratte all’Anas. A scongiurare gli aumenti su A24 e A25, meno di un mese fa, è intervenuto anche lo stesso Salvini, che oltre ad anticipare che non ci sarebbe stato alcun aumento delle tariffe, ha anche detto di aver dato mandato all’Anas di valutare, attraverso un piano di fattibilità, la possibilità di una riduzione dei pedaggi. Ipotesi questa che è stata ribadita nella nota diffusa nella serata di ieri da ministero. L’obiettivo, par di capire, è quello di una nazionalizzazione visto che sono anche necessari ingenti investimenti infrastrutturali. Come noto si tratta di una autostrada di montagna con elevati costi di gestione. 

Nel serbatoio

Tornando alla benzina, e ultime rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, indicano il prezzo medio nazionale della verde a quota 1,625 euro al litro, ai minimi da giugno del 2021. Il diesel è invece a 1,689 euro, cioè al minimo dal 31 gennaio 2022. 
L’attuale taglio - già ridotto a dicembre rispetto ai 30 centesimi di Draghi - vale per tutti, mentre la scelta del governo è quella di concentrare le risorse sui redditi più bassi. 

Ultimo aggiornamento: 13:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA