Assegno unico, a marzo in arrivo conguaglio e arretrati: chi ci guadagna (e chi ci perde)

Per alcune famiglie l'Inps potrebbe trattenere delle somme

Sabato 25 Febbraio 2023
Assegno unico, a marzo in arrivo il conguaglio: chi ci perde e chi guadagna

È in arrivo a marzo il congualio e il pagamento degli arretrati per i percettori dell'assegno unico. Un effetto alla legge di Bilancio 2023 che ha introdotto maggiorazioni per figli piccoli. L’incremento forfettario per le famiglie con almeno 4 figli è stato portato invece a 150 euro. Novità che, tuttavia, non sono state applicate alla mensilità di febbraio e quindi arriveranno a marzo. Il mese prossimo, come indicato dal sito Money.it, "verranno pagati tutti gli arretrati alle famiglie che ne hanno diritto, ma c’è il rischio anche che l’Inps - dopo aver fatto le dovute valutazioni - effettui una trattenuta delle somme pagate in più".

Chi ci guadagna

Potrebbero aver diritto agli arretrati sono i beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Ma chi? Tutte quelle famiglie che da marzo a maggio potrebbero aver beneficiato di un importo più basso di quello effettivamente spettante, laddove appunto la mancanza di dati abbia compromesso la regolarità del calcolo. Famiglie che l’Inps ha rassicurato con la promessa che con il conguaglio ne verranno riconosciuti gli arretrati. Conguaglio che tuttavia, nel caso dei percettori di Reddito, potrebbe persino slittare ad aprile.

 

Chi ci perde: Isee con difformità

Chi potrebbe perdere dall'arrivo del conguaglio sono invece le famiglie che in questi mesi non hanno regolarizzato un Isee recante omissioni o difformità. La circolare Inps indica infatti che la domanda di assegno unico e universale può essere istruita e liquidata anche con Isee difforme o con omissioni. In questo caso, però, "l’utente ha comunque l’obbligo di regolarizzarlo entro la fine dell’anno". Chi non l’ha fatto ne pagherà le conseguenze con il conguaglio, con la quota eccedente che sarà recuperata.

 

Le famiglie monogenitoriali

Ci sono poi le famiglie monogenitoriali che, in sede di domanda, hanno richiesto la maggiorazione (di massimo 30 euro per figlio) riconosciuta laddove entrambi i genitori lavorino. Alcuni avevano chiesto gli aumenti, ma ad alcuni non erano dovuti. Motivo per cui l’Istituto ha poi interrotti i pagamenti, rinviando al conguaglio il recupero delle somme accreditate nei mesi precedenti (quindi fino a un massimo di 210 euro per figlio). Per questo potrebbe procedere a richiedere la restituzione con il conguaglio.

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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