Isee, governo pronto a riformarlo: assegno unico allargato a più famiglie

L'esecutivo vuole rivedere il meccanismo alleggerendo il peso della casa di proprietà. L’obiettivo è irrobustire l’assegno unico per i figli e allargare la platea dei beneficiari

Martedì 1 Novembre 2022 di Michele Di Branco
Isee, governo pronto a riformarlo: assegno unico allargato a più famiglie

Riformare il meccanismo di calcolo dell’Isee ridimensionando il peso della casa per irrobustire l’assegno unico per i figli a carico. Governo pronto a cambiare raccogliere uno dei dossier aperti durante la scorsa legislatura.

L’operazione alla quale pensa il neo esecutivo è un innalzamento degli importi attraverso una modifica dei requisiti di accesso a questo beneficio, facendo appunto pesare molto meno sull’Isee gli immobili di proprietà della famiglia. 

Attualmente la platea che ha richiesto l’assegno unico per i figli (in vigore dall’1 marzo scorso) tocca quota 4 milioni di nuclei per 6,5 milioni di figli, mentre la platea potenziale è quasi doppia: 7,3 milioni di famiglie per 11,2 milioni di figli. L’operazione sta funzionando ma non perfettamente e secondo il nuovo governo, è possibile fare meglio. In che modo? Occorre ricordare che se di mezzo c’è la necessità di mettere le mani sull’assegno unico per i figli che ha sostituito quasi tutte le forme di sostegno familiare, allora il possesso di un immobile può diventare un ostacolo. Ed è per questa ragione che si punta a modificare l’attuale impianto Isee perché i suoi parametri (oggetto di una riforma profonda nel 2015) sono squilibrati e, dunque, non sono più un indicatore affidabile per fotografare la situazione reddituale delle famiglie italiane. Producendo così migliaia di ingiustizie, come ha fatto notare alcuni giorni fa la Caritas. E visto che l’assegno unico viene erogato proprio in base all’Isee, anche questo beneficio non arriva a tutta la popolazione che ne avrebbe bisogno. 
L’Isee serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari e diventa necessario soprattutto quando si intende accedere ad una prestazione sociale agevolata. Dall’assegno unico al bonus bebè e per gli asili nido, dal Reddito di cittadinanza al bonus energia, passando per l’esenzione dal canone Rai, l’Isee (che mette insieme tutti gli elementi patrimoniali dei nuclei familiari) serve anche per avere il bonus affitti, quello sulla prima casa per i giovani under 36, e le agevolazioni sui mutui. Non solo: è in base all’Isee che si calcola l’esenzione dal ticket sanitario, la riduzione delle tasse universitarie e il costo delle mense scolastiche. 

Ma è sull’assegno unico che, secondo ampi settori della maggioranza che sostiene il nuovo governo, l’Isee genera problemi di equità. Attualmente, con un Isee inferiore a 15mila euro, tre figli minori e genitori lavoratori, l’importo dell’assegno può arrivare a 700 euro al mese (175 euro a figlio più una maggiorazione di 85 euro dal terzo figlio e 30 euro perché i genitori lavorano). Secondo gli esperti, basterebbe rivedere alcuni parametri che concorrono alla formazione del reddito, come le case sfitte o le eredità, che oggi alzano l’Isee facendo scendere l’assegno per le famiglie. Per questa ragione, a Palazzo Chigi, ipotizzano di ridurre il peso del patrimonio immobiliare, che incide per il 20% sulla formazione dell’Isee, anche se occorre ricordare che sotto i 52 mila euro (incrementati di 2.500 euro per ciascun figlio convivente) la casa non conta ai fini Isee.

La franchigia

Anche su questo versante si potrebbe intervenire, con un ritocco verso l’alto della franchigia. Magari fino a 80 mila euro. La presenza di un patrimonio immobiliare, infatti, incide moltissimo. Ad esempio, con una casa di proprietà (rendita catastale di 1.000 euro) e 20 mila euro di patrimonio finanziario, l’assegno unico si riduce al crescere del patrimonio eccedente le franchigie di legge a partire dai 16.200 euro di reddito familiare, mentre senza patrimonio la riduzione partirebbe da 33.600 euro. Ovviamente, fa notare chi sta esaminando questo dossier, una revisione dell’Isee comporterebbe un allargamento della platea, che andrebbe però valutata bene in termini di coperture aggiuntive. Se nel 2022 la spesa complessiva per l’assegno unico sarà di 15,12 miliardi, per gli anni successivi si supereranno i 18 miliardi. Una cifra destinata ad aumentare se gli aventi diritto diventassero più numerosi. 

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 16:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA