Assegno unico, via ai controlli: lente Inps su 22 mila furbetti, stretta sulle famiglie senza i requisiti

Nel mirino dell’ente previdenziale 22 mila domande senza i requisiti. Già arrivati 4,7 milioni di richieste. Controlli automatici per evitare abusi

Domenica 24 Aprile 2022 di Francesco Bisozzi
Assegno unico, via ai controlli: lente Inps su 22 mila furbetti

Sono finite al vaglio dell’Inps circa 22 mila domande per l’assegno unico per i figli. Per le quote a favore dei ragazzi con più di 18 anni di età, l’istituto di previdenza ha richiesto della documentazione aggiuntiva per verificare la presenza dei requisiti necessari a ottenere il beneficio. Stretta quindi sui “furbetti”che tentano di avere il bonus senza averne diritto, un po’ come già accaduto con il Reddito di cittadinanza.

Il grosso delle domande, proprio per evitare abusi, è stato trattato invece in modo automatizzato. 

Le scadenze

Da gennaio fino al 20 aprile sono arrivate all’Inps circa 4,5 milioni domande per oltre 7,2 milioni di figli. Fino al 30 giugno sarà comunque possibile inoltrare la domanda con il riconoscimento di tutti gli arretrati, calcolati a partire dal mese di marzo. Dopo questa data la prestazione di sostegno al reddito decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta. La stretta, va detto, riguarda una minoranza dei richiedenti, ma è comunque importante per dare un segnale a chi prova a frodare, aggirando le norme.
Solo per lo 0,5% delle pratiche è stato chiesto ai cittadini di inviare la documentazione necessaria a certificare il possesso dei requisiti. 

La mappa

I nuclei familiari con figli maggiorenni a carico con un’età compresa tra i 18 e i 21 anni hanno diritto all’aiuto a patto che sussista una delle seguenti condizioni: il figlio maggiorenne per il quale viene richiesto l’assegno unico deve frequentare un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa, con un reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui; essere registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro; prestare servizio civile universale. Lo ha ribadito l’Inps nel messaggio 1714 del 20 aprile. Non solo. 
Nel caso dei figli maggiorenni che svolgono un’attività lavorativa e possiedono un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui, l’Inps rammenta che questi ultimi «sono da intendersi come facenti parte del nucleo familiare indicato ai fini Isee e che il reddito complessivo è dato dalla somma di tutti redditi imponibili, al lordo degli oneri deducibili e di eventuali detrazioni spettanti, compresi quindi per esempio i redditi da locazione». Gli importi variano sensibilmente in base all’Isee e all’età dei figli (le cifre destinate ai maggiorenni sono praticamente dimezzate rispetto a quelle erogate a favore dei minorenni). Gli Isee fino a 15mila euro hanno diritto a una quota base pari a 175 euro per figlio minorenne, a cui si sommano una serie di bonus, da quello previsto per le famiglie numerose a quello che scatta quando entrambi i genitori lavorano. Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista per esempio una maggiorazione dell’assegno unico universale per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili. 
Per i nuclei con Isee fino a ventimila euro l’assegno vale 150 euro. Se il valore Isee è compreso tra 25mila e 30mila euro la somma scende a 100 euro. E infine precipita a 50 euro per figlio minorenne quando il richiedente ha un Isee superiore a 40mila euro o quando in fase di presentazione della domanda decide di non allegare l’indicatore della situazione economica equivalente. Non tutti però a marzo hanno ricevuto la somma che gli era dovuta. 

I limiti

Chi ha presentato la domanda senza Isee e l’ha poi integrata in un secondo momento, in molti casi ha ricevuto il mese scorso un bonifico in banca di 50 euro per figlio, l’importo minimo previsto dalla legge. Perché? Gli Isee dei ritardatari non sono stati lavorati in tempo. Una volta che l’Inps acquisisce i dati dell’Indicatore della situazione economica equivalente il problema si risolve automaticamente: i nuclei familiari che hanno avuto questo tipo di problema riceveranno entro giugno anche la parte di denaro che non gli è stata versata a marzo. 

Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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