Assegno unico, domande entro il 30 giugno poi niente arretrati. Come funziona, scadenze e requisiti

Se invece le domande verranno presentate a partire dal primo luglio, l'Assegno partirà solo dal mese successivo

Domenica 26 Giugno 2022
Assegno unico, domande entro il 30 giugno poi niente arretrati

Assegno unico, ultimi giorni per non perdere quattro mesi di arretrati.

Le famiglie che non hanno ancora fatto domanda per ottenere il nuovo sostegno varato quest'anno dal governo in sostituzione di quasi tutti gli aiuti esistenti per le famiglie, devono affrettarsi se non vogliono perdere gli arretrati accumulati finora. Solo presentando la richiesta all'Inps entro il 30 giugno, i nuclei con figli possono infatti avere diritto alle mensilità non godute a partire da marzo, mese dell'entrata in vigore del nuovo sostegno. Se invece le domande verranno presentate a partire dal primo luglio, l'Assegno partirà solo dal mese successivo.

Le scadenze

Come spiega l'Inps, «chi non ha ancora presentato la domanda per l'assegno unico e universale ha tempo fino al 30 giugno per ottenere anche il riconoscimento delle mensilità arretrate spettanti a decorrere da marzo. Dopo il 30 giugno l'assegno decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della domanda senza più diritto agli assegni arretrati. Presentando domanda a luglio, quindi, l'assegno che spetterà dal mese di luglio sarà pagato ad agosto».

Come funziona

Dallo scorso gennaio è possibile presentare all'Inps la domanda per avere il beneficio previsto dal marzo di quest’anno per dipendenti, lavoratori autonomi, pensionati e disoccupati con figli e destinato a sostituire praticamente tutte le altre misure di sostegno alla natalità (salvo il bonus per l’asilo nido che continuerà invece ad essere erogato senza limitazioni). L'obiettivo del nuovo aiuto, che per il sistema italiano è una rivoluzione, ha l'obiettivo di riordinare e razionalizzare tutti i sostegni esistenti finora aggiunti e accumulati nel corso degli anni. Benefici che in certi casi, come quello delle detrazioni, non raggiungevano le famiglie con redditi molto bassi.

A chi spetta

Tutti i cittadini italiani o europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni, potranno presentare richiesta all’Inps per ottenere l’assegno. I soldi sono stati versati a chi ha fatto richiesta a partire dallo scorso marzo. Si ha diritto al beneficio per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza e fino a 21 anni (senza limiti di età per i disabili).

Quanto spetta

L’importo erogato dipende dal reddito e varia fra 175 e 50 euro a figlio al mese. Quindi fra 2.100 e 600 euro all’anno. Sono previste maggiorazioni per le mamme con meno di 21 anni, per i genitori entrambi lavoratori e per le famiglie con almeno tre figli. Per stabilire la cifra precisa dell’assegno si fa riferimento all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). L’importo massimo andrà a chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro, quello minimo a chi si trova sopra la soglia dei 40.000 euro. Se non si presenta l’indicatore o se il parametro è superiore a 40mila euro, si ha diritto al minimo previsto di 50 euro al mese.

Con il Reddito non serve fare domanda

Chi percepisce già il Reddito di cittadinanza non dovrà fare una nuova domanda: l’inps verserà in automatico la quota prevista per l’assegno insieme al sussidio. 

Come fare la domanda

La richiesta può essere presentata da uno dei due genitori, a prescindere dalla convivenza con il figlio, direttamente sul sito dell’Inps. Non c’è bisogno di alcun documento o certificazione. Per accedere è necessario Spid, la chiave di accesso alla pubblica amministrazione, la Carta di identità elettronica (Cie) o la Carta dei servizi (Cns). La domanda si può presentare anche chiamando il contact center dell’istituto (al numero 803164 gratuito da fisso e allo 06164164 a pagamento da cellulare) o andando in un patronato.

Il simulatore

Sul sito web dell'Inps è disponibile un simulatore per calcolare l'importo spettante.

Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 13:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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