Angeloni: «La lotta all’inflazione è una sfida che si può vincere»

Intervista all'ex membro del Consiglio di Vigilanza Bce

Martedì 18 Luglio 2023 di Rosario Dimito
Angeloni: «La lotta all’inflazione è una sfida che si può vincere»

Ignazio Angeloni oggi è docente di “Banca e finanza” a Firenze presso l’Istituto universitario europeo, ma è stato membro del Consiglio di Vigilanza della Bce dal 2014 al 2019 (ha gestito il primo esame a 360° sulle banche europee), e prima era stato direttore generale della Stabilità finanziaria e responsabile della preparazione del Meccanismo di vigilanza unica.

In questa intervista al Messaggero, Angeloni commenta la situazione macro-economica. 

Il nodo dei tassi/ Una politica monetaria per favorire la crescita


Come valuta il calo dell’inflazione al 6,4%?
«E’ una buona notizia, che conferma la tendenza dei mesi precedenti. Conforta anche l’ultimo dato dell’inflazione Usa, già sotto il 3%. Questi dati dimostrano che l’inflazione che abbiamo vissuto nell’ultimo biennio non è invincibile. La sua “persistenza” (cioè la resistenza all’azione correttiva della banca centrale) è minore che in passato. La Bce dovrebbe quindi trovare in questo conferma della correttezza della linea da essa seguita nell’ultimo anno. Si tratta di continuare su quella linea, portando i tassi a breve in territorio moderatamente positivo al netto dell’inflazione. E al tempo stesso riducendo la liquidità in eccesso che si è accumulata sul mercato. Il tutto con gradualità e cautela, a mano a mano che si va avanti e ci si porta vicino all’obiettivo». 


A cosa è dovuta questa discesa?
«I prezzi energetici sono calati vistosamente negli ultimi mesi, sia indirettamente per l’azione monetaria delle banche centrali, sia più direttamente perché i mercati a livello globale si sono aggiustati più rapidamente di quanto molti avevano previsto alla crisi geopolitica e alle sanzioni imposte alla Russia. Solo un anno fa temevamo la crisi energetica, si parlava di razionamento; oggi la maggiore offerta e la riduzione della domanda per effetto del risparmio spingono il mercato nella direzione opposta. Anche l’aumento dei prezzi alimentari sembra aver raggiunto un picco, pur rimanendo ancora alto. Rimane da portare sotto controllo la dinamica inflazionistica nel settore dei servizi. Anche lì, l’azione della politica monetaria è fondamentale».


Quale dovrà essere la reazione della Bce difronte al calo dei prezzi?
«Non mi sento di fare previsioni. In prospettiva, però, i tassi a breve devono tornare positivi in termini reali. Determinazione e cautela sono le parole chiave che dovrebbero guidare l’azione della Bce nei prossimi mesi». 
I rischi di una eventuale fiammata dei prezzi a cosa potrebbe essere legata, alle tensioni in Ucraina sul grano?
«Non si può mai escludere a priori, ma personalmente sono incoraggiato dalla facilità con cui i mercati dell’energia hanno trovato un equilibrio dopo lo shock iniziale della guerra in Uctraina e delle sanzioni». 


Ci sono fenomeni speculativi dietro l’aumento dei prezzi registrati in questi mesi?
«Eviterei la tentazione di prendersela con gli speculatori, come a volte si fa in Italia e anche altrove quando i prezzi aumentano. Con l‘inflazione diventa più difficile comprendere i prezzi, capire cioè se quello che paghiamo è giusto oppure chi ci vende le cose se ne sta approfittando. Nell’incertezza, può anche accadere che coloro che fissano i prezzi si “portino avanti”, aumentando magari un po’ di più di quanto sarebbe giustificato dai costi che sopportano. Anche questo fenomeno genera persistenza. L’azione della politica monetaria e la concorrenza di mercato sono gli strumenti per evitare che questi effetti prendano piede e si perpetuino».


A fine anno l’inflazione a che livello potrà arrivare?
«Lo scorso anno, quando ancora c’era chi pensava che l’inflazione fosse temporanea e che in breve si sarebbe esaurita senza far nulla, prevedetti che essa sarebbe durata fino al 2024. In assenza di nuovi eventi negativi e imprevisti, penso che quella previsione sia ancora valida. Per considerare l’obiettivo raggiunto sarebbe sufficiente, a mio avviso, che l’inflazione si portasse stabilmente in prossimità del 2%, senza accanirsi sui singoli decimali». 


Il calo dell’inflazione che impatto avrà sulle fasce più deboli?
«Sono state già ampiamente colpite, quindi è giusto e fisiologico che ci sia un recupero da parte dei salari soprattutto nelle fasce più basse».

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