Alitalia sotto assedio di Lufthansa, ma Ita preme per acquistare gli aerei

Venerdì 2 Aprile 2021 di Umberto Mancini
Alitalia sotto assedio di Lufthansa ma Ita preme per acquistare gli aerei

Dietro l’irrigidimento di Bruxelles sul decollo di Ita sembra profilarsi un retroscena assai poco luminoso, sebbene tutto da dimostrare. E cioè che il pressing di Lufthansa sulla Commissione Ue non avrebbe quale scopo la conquista (a spese di Ita) degli slot più redditizi di Milano-Linate, bensì la raccolta di tutto quanto resterebbe di buono di Alitalia dopo il sempre più probabile fallimento della compagnia.

Tra l’altro, l’intervento non avverrebbe direttamente (Lufthansa non potrebbe), bensì attraverso un pool di banche che si starebbe costituendo. Come che sia, la partita a Bruxelles si fa ogni giorno più complicata. 

Ma anche il fronte interno, quello che riguarda la sorte degli 11 mila dipendenti, di cui oltre 6 mila in Cig, è caldissimo. E non potrebbe essere altrimenti visto che circa 2 mila assistenti di volo hanno ricevuto in busta paga il primo aprile tra 70 e 90 euro. La quota base della Cig arriverà solo tra il 9 e il 14 aprile, mentre una data per avere l’integrazione del Fondo volo non è ancora certa. Né va meglio ai piloti che hanno ricevuto solo metà dei compensi, ma che partono da cifre più alte. 

Di fatto però la decurtazione, in assenza di cig e di altri sostegni, tocca 3 mila euro in media lordi: una vera stangata. Legata al fatto che la vecchia Az non ha più fondi in cassa e che l’Europa non ha dato ancora l’ok ai 24 milioni di ristori richiesti. 

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Emergenza

Sta di fatto comunque che al di là di questo difficilissimo momento, la situazione di emergenza si replicherà tra 20 giorni, a fine aprile, quando il fondo del barile sarà davvero asciutto. E il fallimento dietro l’angolo. 

Senza risorse, senza la possibilità di volare e vendere biglietti, il destino sembra segnato. Il governo però non avrebbe intenzione di cedere e anche ieri ha ribadito la volontà di appoggiare il piano industriale di Ita che prevede in prima battuta l’acquisto del ramo aviation. L’ipotesi dell’affitto di alcuni servizi non piace ai vertici della newco, peraltro è vista male anche da Bruxelles.

Intanto Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Enrico Giovannini, il trio di ministri che deve mettere a punto il salvataggio e il rilancio, starebbe concertando con il vertice di Ita una proposta complessiva su slot, assetto aziendale e strategie da inviare a Bruxelles la settimana prossima. Il tutto con l’obiettivo di consentire a Ita di decollare entro gli inizi di luglio utilizzando aerei e personale di Alitalia incassando i frutti della ripresa del traffico aereo prevista per l’estate. Risorse che porterebbero liquidità nelle casse di Alitalia che non riesce, come noto, a pagare gli stipendi e ha già serie difficoltà con i fornitori. Del resto, nell’atto formale messo a punto dall’allora ministra Paola De Micheli si legge che la newco guidata da Fabio Lazzerini può acquistare o anche affittare, con trattativa privata, «rami d’azienda di imprese con certificato di operatore aereo rilasciato dall’Enac». Nessun paletto Ue da rispettare quindi, anche perché il trasporto aereo è considerato un asset strategico per il Paese.

La criticità

Gli uomini della commissaria Margrethe Vestager ribattono però che in questo modo verrebbe meno il requisito della discontinuità tra l’amministrazione straordinaria e Ita. La conseguenza, almeno in teoria, sarebbe pesantissima. La condanna Ue per aiuti di Stato ad Alitalia — possibile sulla tranche da 900 milioni e sicura sugli altri 400 milioni - ricadrebbe subito sulla newco, costringendola a rimborsare rapidamente i pretesi aiuti di Stato. 
Il governo sta valutando se correre o meno questo rischio, pagare cioè la multa per decollare in fretta. Di certo scatterebbe un furiosa battaglia legale. Per ora l’indicazione di Palazzo Chigi è di cercare una mediazione «sostenibile». 
 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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