Anche a Palazzo Chigi, dopo quattro settimane di negoziati inconcludenti, hanno perso la pazienza. Le tattiche dilatorie di Bruxelles su Ita-Alitalia mettono a serio rischio un asset del Paese considerato strategico dal governo. Da qui la crescente preoccupazione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del capo di gabinetto Antonio Funiciello che, da ieri, ha preso in mano il dossier con l’obiettivo dichiarato di chiudere in fretta la trattativa.
Alitalia, erogati i ristori dall'Ue: domani ai dipendenti la seconda metà degli stipendi di marzo
A patto ovviamente che l’Europa dia il via libera. Il tempo per evitare il fallimento sia di Alitalia, da quattro anni in amministrazione straordinaria e, a cascata, di Ita, sta infatti scorrendo inesorabile. La stagione estiva è alle porte e ritardare ancora il decollo non farebbe altro che aiutare i concorrenti, negando al vettore italiano la possibilità di presentarsi sul mercato. La Cisl denuncia peraltro che la vecchia Az, visto l’impasse, non ha articolato una campagna commerciale per l’estate.
Alitalia-Ita, per decollare a luglio tagli a slot a Linate e servizi a terra
Anche Lega e 5Stelle sono sulla stessa linea del Pd, così come il super tecnico Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture, che dopo i maxi aiuti statali concessi a Lufthansa e ad AirFrance invita la Ue a non avere due pesi e due misure. «E’ evidente - ha scandito ieri il ministro - che noi non possiamo accettare una disparità di trattamento da parte della Commissione rispetto ad Air France o Lufthansa, pur sapendo che la condizione delle tre imprese è molto diversa». Proprio per questo, verrebbe da dire, è necessario dare una svolta. Gli euroburocrati guidati dalla commissaria Vestager continuano invece a inondare Ita di domande, sempre le stesse, con il solo intento di far girare le lancette, di porre ostacoli. Pare evidente, e lo ha fatto intendere lo stesso Giovannini, che se non arriveranno segnali chiari, il governo farà partire la newco comunque, con o senza l’ok Ue.
Anche perché lo stop della Vestager, almeno sotto il profilo strettamente legale, andrebbe ben oltre i poteri della Commissione. Draghi vuole che Ita alzi i carrelli a luglio e che siano salvaguardati gli interessi nazionali fornendo un adeguato servizio di trasporto aereo. Il tutto tutelando al massimo i livelli occupazionali. Ma Draghi vuole anche che Ita sia competitiva e sostenibile. Da qui il braccio di ferro sugli slot (Bruxelles chiede il taglio del 50% di quelli posseduti a Linate; Roma risponde offrendo meno del 10%), dei diritti di volo cioè da cui dipendono i volumi di traffico e i profitti delle compagnie. In ballo anche il futuro dei servizi di terra che Bruxelles non vuole transitino da Az ad Ita e quello della manutenzione. In serata incontro al Mise Franco-Giorgetti-Giovannini per limare l’ultima proposta alla Ue. Proposta che prevede un mix di soluzioni possibili su slot, brand e assetto societario (minoranza o maggioranza nell’handling e/o nella manutenzione, numero di aerei, dipendenti complessivi). Poi, in caso di rifiuto, lo strappo sarà inevitabile. Ieri, come anticipato dal Messaggero, è arrivata anche la seconda tranche degli stipendi per i dipendenti Alitalia.