Errori nel 730, spese sanitarie a rischio: molte dichiarazioni dei redditi precompilate non registrano le detrazioni

Domenica 13 Giugno 2021 di Luca Cifoni
Errori nel 730, spese sanitarie a rischio: molte dichiarazioni dei redditi precompilate non registrano le detrazioni

Il timore di confusione e complicazioni c’era già: l’obbligo di tracciabilità per una parte delle spese relative alle detrazioni Irpef, novità di questa stagione di dichiarazione dei redditi, richiedeva agli interessati un’attenzione particolare. Ma dal 10 maggio, da quando cioè è iniziata la consultazione della precompilata 2021 (o direttamente da parte dei contribuenti o per il tramite di Caf e commercialisti) il timore si è concretizzato e rafforzato con la constatazione che una parte dei dati caricati sul 730 possono essere sbagliati - proprio sul punto chiave della tracciabilità - e quindi da rivedere.

Dunque una fetta di italiani nel dubbio sarà portata a non fruire del beneficio fiscale, mentre altri dovranno comunque modificare la precompilata rinunciando quindi al vantaggio di mettersi al riparo da successivi controlli.


IL PROBLEMA
Il problema non dipende dall’Agenzia delle Entrate che ha predisposto le precompilate, ma dalla norma votata con la legge di Bilancio 2020. Che appunto condiziona la possibilità di fruire di una parte delle detrazioni Irpef al 19 per cento (sono salve quelle per medicinali oppure sostenute presso strutture pubbliche o convenzionate) alla circostanza che le relative spese siano state sostenute con mezzi diversi dal contante: carta di credito o di debito, bonifico, assegno. Medici, strutture sanitarie e altri soggetti interessati sono stati quindi chiamati a inserire nelle proprie comunicazioni al sistema Tessera sanitaria anche l’informazione relativa alla modalità di pagamento. Sulla precompilata accanto al dettaglio della spesa i contribuenti hanno trovato tre tipi di dicitura: “tracciato” “non tracciato” oppure “informazione non comunicata”. Le spese sono automaticamente calcolate per la detrazione se tracciate oppure - indipendentemente dalla dicitura - se sostenute per l’acquisto di medicinali o nell’ambito di strutture pubbliche o convenzionate.

Negli altri casi, come quello di una visita privata o del dentista, la voce è riportata ma non considerata nel calcolo delle spese detraibili, a meno che non risulti tracciata. Anche in caso di “informazione non comunicata” si presume che sia stato usato il contante. Per le spese diverse da quelle mediche l’indicazione del tipo di pagamento non è presente e almeno in teoria dovrebbero essere arrivate nella precompilata solo le voci tracciabili. Per alcune voci (ad esempio le quote per le attività sportive dei ragazzi) l’invio dei dati non è previsto e dunque la spesa andrà comunque aggiunta dal contribuente o dall’intermediario. In questo caso, come in quelli di modifica e integrazione, il pagamento tracciabile andrà dimostrato con l’estratto conto della carta o la ricevuta del bonifico, oppure l’annotazione in fattura.


La possibilità di errore è quindi alta, come confermano i centri di assistenza fiscale, che hanno già scaricato 11 milioni di precompilate. «C’è molta confusione - spiega Giovanni Angileri, presidente della Consulta dei Caf - è chiaro che alcuni dati sono stati comunicati male e noi vediamo molti disagi tra gli utenti». I Caf avevano chiesto al ministero dell’Economia di sospendere la norma almeno per un anno «per dare tempo di informare sulla novità». Ma le nuove regole sulle detrazioni nel 2021 valgono per lo Stato 868 milioni, che il governo avrebbe dovuto cercare da altre parti. Quei soldi corrispondono alla previsione di minori detrazioni fruite dai contribuenti: l’obiettivo è contrastare l’evasione ma il legame con questo fenomeno è al massimo indiretto, visto che per le spese mediche (e altre) le fatture sono già inviate alle banche dati pubbliche e quindi sono perfettamente note al fisco, al di là della forma di pagamento.
 

Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 20:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA