Il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato italiano sarà «temporaneo e moderato».
Ecco perché già prima dell’estate il Tesoro potrebbe considerare di puntare sulla parte ultralunga della curva. «È un’opportunità che l’Italia non può ignorare», spiega Althea Spinozzi di Saxo Bank, anche considerando la forte domanda sul mercato. Magari spingendosi fino al 100 anni. Il vantaggio sarebbe quello di poter offrire un titolo così lungo a un tasso intorno al 2,5%, un livello che si trova 100 punti base al si sotto del rendimento offerto dal Btp a 10 anni negli ultimi 20 anni (intorno al 3,68%). Soltanto il Messico, un mercato emergente considerato a rischio medio-alto, è andato oltre il 3% con il suo bond centenario. «Penso che a questo punto un’emissione a 100 anni possa avvenire in prossimità dell’estate - precisa Spinozzi - a quel punto non solo sarà chiara la posizione della Bce rispetto al sostegno del mercato europeo, ma si potrà anche trarre vantaggio da una diminuzione dei contagi da Covid e degli effetti del vaccino sull’economia». E ancora: «L’Italia si posizionerebbe molto bene nel “club 100” pagando una cedola ben sopra la media, soprattutto rispetto ad Austria ed Irlanda che offrono meno dell’1%». Nello stesso tempo il nostro Paese sarebbe in grado di pagare un tasso pari a quanto offerto negli ultimi vent’anni per il Btp a 3 anni. Per i risparmiatori significa potersi mettere in tasca un rendimento relativamente elevato praticamente per tutta la vita. Ma anche puntare su titoli rifugio sicuro nelle fasi di turbolenza. E di questi tempi non è cosa da poco.