Casse professionali, sulla tenuta pesa l’incognita autonomia

Per alcuni istituti i dati sono ancora buoni, ma l’inverno demografico non depone a favore degli enti più piccoli

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Marco Barbieri
Casse professionali, sulla tenuta pesa l’incognita autonomia

Da quest’anno medici di base e pediatri possono andare in pensione a 72 anni.

La misura è stata adottata per la carenza di professionisti in attività, ma è stata vista con favore anche dall’ente di previdenza di categoria, l’Enpam.

Che ha addirittura reso ancora più flessibile i modi e i tempi di uscita dal lavoro. Per esempio attraverso l’adesione all’APP (Anticipazione della Prestazione Previdenziale). Entro aprile, infatti, i medici di famiglia e i pediatri avrebbero potuto chiedere una pensione part-time: meno lavoro, meno pensione. Un’opportunità sagace – la pensione part-time – che rallenta i tempi di pagamento delle pensioni, e favorisce le entrate di nuovi contributi. Si dirà che l’Enpam – con i suoi 25,35 miliardi di patrimonio e un avanzo economico 2022 di quasi 1 miliardo – non ha di questi problemi. Ma l’Enpam non rappresenta la media delle casse previdenziali private o privatizzate.

LA SITUAZIONE

 L’ultima fotografia scattata da Covip sulle casse previdenziali riporta i dati 2021. E il saldo contributivo era negativo per tre istituti: Cassa geometri, Enpaia (agricoli) e Inpgi (giornalisti). Per l’Inpgi sappiamo che è stata inglobata nell’Inps. Ma anche per spedizionieri (Fasc), notai (Cnn) e per l’ente pluricategoriale Epap (chimici, fisici, agronomi, attuari) lo sbilancio non era lontanissimo. Capita spesso di chiedersi se abbiano ancora senso gli ordini professionali – caratteristica molto italiana e pochissimo internazionale – alla cui base nascono le Casse, ma ancor più vale interrogarsi sull’opportunità di riservare a soggetti privati la possibilità di svolgere funzioni di pubblico interesse, cioè occuparsi dell’assicurazione obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia degli iscritti. I principi di mutualità generale e l’inverno demografico incombente suggerirebbero tutt’altro. Nel XII Rapporto Adepp si legge che complessivamente nelle Casse «il numero di iscritti under 40 è diminuito dal 41% del 2005 all’attuale 28%. Nello stesso arco temporale è aumentato il numero degli over 60 che è cresciuto dal 10% al 20%». Nulla di buono per chi andrà in pensione fra 20 o 30 anni (e forse anche prima). E ancora: «Fatto 100 il numero degli iscritti al 2005 si nota come mentre gli iscritti attivi siano aumentati del 26% quello dei pensionati attivi è aumentato di quasi il 160%». Nessuno ignora i dati lusinghieri che le Casse (tramite Adepp) esibiscono con legittimo orgoglio: aumentano gli iscritti attivi e le entrate contributive; il patrimonio vola a 108 miliardi; 765 i milioni versati dagli enti nelle casse pubbliche. Ma il modello è destinato a tenere? O la fine dell’Inpgi non resterà isolata? In verità sembra che le Casse previdenziali abbiano un ritorno di fiamma nella considerazione del futuro equilibrio politico. Nel ddl Capitali è previsto un meccanismo finalizzato a portare verso l’economia reale le loro risorse. E dopo più di dieci anni d’attesa, entro giugno – secondo l’ultima Legge di Bilancio – dovrebbe arrivare un decreto ministeriale mirante alla regolamentazione degli investimenti, questione che ha spesso creato frizioni tra le Casse e la Covip. La contrapposizione sembra risolversi a vantaggio delle Casse e della loro autonomia. Cosa buona? Probabilmente sì, anche se un dubbio – di là delle regole formali di sostenibilità finanziaria a 30 o 50 anni, tra saldo totale e saldo previdenziale – è difficile da eliminare.

L’ORIZZONTE

 A Roma si usa spesso ripetere “più siamo, meglio stiamo”. Non è che la saggezza popolare abbia intuito più di quello che il rigore attuariale e le regole della mutualità generale possono dimostrare? L’obiettivo non sarà l’Inps per tutti, ma è lecito nutrire dubbi sul fatto che 1,7 milioni di professionisti possano garantire meglio il futuro loro (e dei loro più giovani colleghi) dispersi in una ventina di Istituti previdenziali diversi. 

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA