Metalmeccanici, battaglia tra giganti per il Fondo sanitario: entro il 5 maggio le offerte per 2,5 milioni di prestazioni l'anno

Gara a tre: UniSalute cerca una "rivincita", Intesa Rbm insegue la conferma e Generali ci prova

Mercoledì 5 Aprile 2023 di Marco Barbieri
Metalmeccanici, battaglia tra giganti per il Fondo sanitario: entro il 5 maggio le offerte per 2,5 milioni di prestazioni l'anno

La spesa per la sanità privata è tornata a superare i 40 miliardi l’anno, dopo la lieve flessione registrata durante la pandemia.

E la salute – o se si preferisce il benessere complessivo, fisico e psicologico – resta il primo obiettivo delle prestazioni di welfare aziendale. Se è vero che ancora la stragrande maggioranza della spesa sanitaria privata è pagata direttamente dalle famiglie, è anche vero che il volano del welfare aziendale sta aiutando la lenta transizione alla intermediazione dei Fondi sanitari in via diretta o tramite la gestione delle compagnie assicurative.

Sono circa 15 milioni gli italiani (lavoratori e familiari) che possono godere di queste coperture, derivanti per lo più da accordi collegati alla contrattazione nazionale. Circa 4 miliardi il valore complessivo delle prestazioni erogate tramite i Fondi sanitari integrativi. Un servizio di protezione sociale irrinunciabile – anche se ancora non universalistico – ma anche un mercato di grande rilievo.

PROPOSTE DI OFFERTA

Inevitabile che quando i Fondi sanitari cercano gestori per le loro attività, si drizzino le antenne a chi opera professionalmente in questo business. E quando a muoversi è il più grande dei Fondi, altrettanto scontata l’attenzione dei grandi player. Il Fondo sanitario dei metalmeccanici, Metasalute, per numero di iscritti (1,8 milioni di assicurati, tra lavoratori e loro familiari, per volume di premi rappresenta circa il 5% dell’intero mercato nazionale) è di gran lunga il maggiore soggetto di questo mercato. Entro il 5 maggio prossimo dovrà ricevere le “proposte di offerta per la gestione delle prestazioni di assistenza sanitaria di Metasalute. L’obiettivo del Fondo per il triennio 2024-2026 è offrire ai propri iscritti la migliore copertura sanitaria possibile tutelando la sostenibilità del Fondo e stabilizzando le prestazioni sanitarie offerte nell’arco della durata della Convezione”. L’attuale gestore è Intesa Sanpaolo Rbm Salute. La compagnia – quando ancora era Rbm Previmedical, prima dell’acquisizione da parte di Intesa, nel maggio del 2020 – venne scelta da Metasalute nell’autunno del 2017 e dal gennaio 2018 ha iniziato a gestire il Fondo. Rbm ebbe la meglio sulle offerte di Generali, Allianz e UniSalute. All’epoca la scelta fece scalpore: fu uno smacco per UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol, storicamente gestore dei Fondi sanitari contrattuali, per una consolidata “contiguità” con il mondo sindacale. «Con quasi 700 milioni di euro di premi nel prossimo triennio – dichiarava l’allora ad di Rbm, Marco Vecchietti – siamo pronti a garantire insieme a Metasalute importanti risorse aggiuntive per le cure dei lavoratori». Si capisce che si trattava allora – e si tratta oggi – della più grande selezione assicurativa mai gestita del settore della sanità integrativa. Allora e oggi solo le compagnie “big” possono permettersi di gareggiare. Anche se di una gara formalmente non si tratta, ma di una “manifestazione d’interesse” per la gestione delle prestazioni sanitarie integrative per il triennio che va dal 2024 al 2026. Mediamente si tratta di liquidare più di 2 milioni di prestazioni all’anno (due terzi per i lavoratori iscritti, un terzo per i loro familiari), per un valore di poco inferiore ai 200 milioni complessivi. Per l’esattezza si tratta di 2,3-2,5 milioni di prestazioni annue, che nel 2021 – complice la pandemia – sono schizzate oltre i 4 milioni.

LE CARENZE DEL SSN

«Ci sono sempre più cittadini che compensano le carenze del sistema pubblico affidandosi a strutture private. Saper comprendere la situazione attuale, e quella futura, è uno dei principali obiettivi che si pone un’istituzione come la nostra. Soprattutto se si rappresentano e sostengono un numero così elevato di persone» dichiara il presidente del Fondo Massimiliano Nobis. «Il lavoro svolto negli ultimi anni, grazie anche all’affiancamento attivo di consulenti esperti in ambito medico, ha permesso di confermare un piano sanitario tra i migliori a parità di contribuzione e sostenibilità. I contenuti richiesti per le manifestazioni d’interesse per la copertura delle prestazioni sanitarie nel triennio 2024-2026, definiti dal cda del Fondo, mantengono un rapporto di sostenibilità tra i premi raccolti e la qualità delle prestazioni riconosciute».

UNA GARA A TRE

Quello che si è aperto è un confronto tra giganti. Intesa Sanpaolo Rbm Salute che ha tutte le intenzioni di confermarsi gestore dopo più di 5 anni di attività, UniSalute, che ha tutte le ragioni per “riconquistare” uno storico feudo nel sistema dei fondi contrattuali, ma anche Generali Italia, che con Metasalute ha avviato pochi mesi fa una partnership per offrire ai pensionati (formalmente ex iscritti del fondo che copre solo i lavoratori attivi e i loro familiari) una polizza volontaria per l’assistenza sanitaria integrativa per l’anno 2023.

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Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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