Investimenti, la Cina attrae ancora ma cresce la volatilità dei mercati finanziari. Taiwan vince con i chip

Mercoledì 30 Novembre 2022 di Roberto Amoruso
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La Cina ha realizzato la trasformazione economica più straordinaria della storia.

Nonostante le tante ombre sul Dragone, sono in molti a pensarlo. Dal suo ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, nel 2001, il paese ha raddoppiato il suo Pil pro capite ogni otto anni, triplicato la spesa per ricerca e sviluppo ed è diventato leader mondiale nella tecnologia ambientale, 5G e intelligenza artificiale.

Ora marcia verso la leadership dell’economia globale. Dunque non c’è dubbio che la Cina debba rimanere un osservato speciale per chi cerca opportunità.

DOPO IL RIMPASTO

Ma il rimpasto della leadership svelato nel corso del Congresso del Partito Comunista a ottobre ha cambiato un po’ le prospettive anche degli investitori più ottimisti. La visione di Xi Jinping di una “prosperità comune” guidata dallo Stato e una gestione dell’economia sempre più centralizzata e meno trasparente, rischia di eclissare la possibilità di perseguire una crescita del settore privato. A fronte di rendimenti anche interessanti, gli investitori devono mettere in conto una volatilità crescente sui mercati finanziari cinesi. Anche la probabile estensione delle politiche che di recente hanno frenato la crescita (tra strette normative su grandi società e controllo inefficace del mercato immobiliare in difficoltà) non è certamente una ricetta per gli investimenti di successo. I dati che arrivano da quella parte del mondo restano poi poco affidabili. E rimane aperta la questione su come e quando Pechino deciderà di archiviare la politica zero-Covid. Dunque conviene “guardare senza toccare”?

LA TRAIETTORIA POSITIVA

 C’è più di un motivo per la verità per guardare oltre tutte queste nubi. La traiettoria positiva dell’economia cinese non si può certo ignorare. E appare altrettanto chiaro come la Cina non possa sperare di raggiungere i suoi obiettivi senza i capitali esteri: il crescente deficit fiscale (pari a 1.000 miliardi di dollari) e le ambizioni industriali sono un forte incentivo a tenere aperta la porta agli investimenti esteri. Dunque, ricorrere a questo mercato per diversificare i portafogli globali appare più che sensato per Pictet Asset Management. A patto che si mantenga la giusta selettività. I trend da sostenere devono dunque tenere conto degli obiettivi a lungo termine del partito, come la spinta alle rinnovabili.

LA GIUSTA SELEZIONE

 Anche uno sguardo alle statistiche può dare ragione al fronte degli ottimisti. I precedenti cicli di mercato ribassista dei titoli azionari cinesi e asiatici sono durati, in genere, dai sei ai dodici mesi. Mentre ad oggi, Asia e Cina sono in declino da 20 mesi: vivono il ciclo ribassista più lungo mai visto finora. Dunque possono essere due i catalizzatori capaci di riportare fiducia nel mercato cinese per Jian Shi Cortesi, investment director di GAM. Da una parte un allentamento del Covid e dall’altra una forte spinta politica accompagnata, nel tempo, dall’attenuazione dei timori per il centralismo di Xi Jinping. Gli investitori hanno temuto per molto tempo che il governo cinese prendesse di mira sia le società cinesi sia quelle internazionali. Tuttavia, dall’inizio della guerra commerciale Usa-Cina nel 2018, quest’ultima ha rinunciato alle ritorsioni contro alcune società statunitensi: da allora Tesla ha costruito una fabbrica a Shanghai; Starbucks conta 6.000 negozi in Cina; General Motors vende più auto in Cina che negli Usa e non abbiamo assistito a misure contro questi colossi a favore di quelli cinesi. Il focus è dunque ancora sulla capacità di attirare capitali stranieri. Per Jürgen Maier, gestore del fondo Raiffeisen azionario sostenibile mercati emergenti, le opportunità sono anche a Taiwan e in India. In Taiwan, dicono, «vediamo opportunità nei titoli tecnologici leader nella conservazione e nel risparmio dell’acqua». Mentre in India «guardiamo con interesse alle società di outsourcing IT, leader nella formazione e nello sviluppo dei dipendenti e le società finanziarie attive nel finanziamento di abitazioni a prezzi accessibili». L’azione d’oro del portafoglio sostenibile dei mercati emergenti è Taiwan Semiconductor Manufacturing, il più grande produttore indipendente di semiconduttori al mondo. Vanta clienti come Apple, Qualcomm e Nvidia ed è anche leader mondiale nella conservazione e nel risparmio dell’acqua nel settore industriale. 

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 02:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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