Inflazione, ora gli italiani sognano di riavere la scala mobile

Il Rapporto Censis-Tendercapital disegna un Paese dove cresce l’incertezza e cala la protezione sociale: voglia di indicizzazione automatica del salario

Mercoledì 1 Marzo 2023 di Marco Barbieri
Inflazione, ora gli italiani sognano di riavere la scala mobile

Nostalgia della scala mobile.

L’86,9% degli italiani vorrebbe un ritorno alla indicizzazione automatica per le retribuzioni.

La fiammata dell’inflazione è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso delle inquietudini alle quali i lavoratori e le famiglie del nostro Paese si sentono esposti: l’84,9% dichiara di intravedere incertezza e insicurezza. Sono alcuni dei dati emersi dal quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla “sostenibilità sociale e la rinnovata sfida del welfare italiano”, presentato nei giorni scorsi al Senato. Il sistema di welfare del Paese è sotto stress e una integrazione privata sembra sempre più necessaria. Un esempio eclatante viene dalla sfera della salute. Più di due italiani su tre (per l’esattezza il 67,3%) nei dodici mesi precedenti l’intervista, dichiara di essersi dovuto rivolgere al privato per avere prestazioni sanitarie. Il 41,7% pensa che dovrà rinunciare a cure o visite mediche a pagamento. Solo il 40,4% è soddisfatto del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale della sua Regione, mentre nel 2019 era il 55%. Il welfare pubblico stenta sempre di più. Per il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, «la nostra società è segnata da un elemento cruciale: la paura dell’incertezza futura. È quel che più condiziona le aspettative e spesso fa vedere la realtà più nera di quanto sia. Purtroppo, l’inflazione, la guerra, la crisi energetica hanno generato problemi e, tuttavia, sinora la sostenibilità sociale in Italia ha tenuto bene». Per questo sono preziose le indagini sul terreno, aperte all’ascolto dei bisogni e delle esigenze degli italiani.

Secondo il presidente di Tendercapital, Moreno Zani, «i dati del Quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla sostenibilità sociale e il welfare italiano evidenziano in maniera chiara le difficoltà che oggi incontrano i due pilastri del modello sociale italiano: le famiglie e lo Stato. Crescono, infatti, le ristrettezze economiche di molti nuclei familiari e, nonostante nel 2022 abbiano tenuto bene sia il reddito sia le spese per i consumi, occorre prendere atto di una severa contrazione del loro risparmio. Una situazione di instabilità, insomma, che genera incertezza e preoccupazione per il futuro, ma anche la convinzione che si può lavorare per un nuovo welfare inclusivo, prospero e sostenibile». I dati di consuntivo del 2022, rispetto al 2021, sono un’inattesa iniezione di fiducia poiché indicano che redditi e spese per consumi delle famiglie hanno tenuto meglio del previsto. Infatti, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è rimasto sostanzialmente invariato nel confronto tra i primi nove mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2022, con un -0,3% reale. Eppure, il risparmio delle famiglie ha subìto una contrazione drastica in termini nominali (-292 miliardi di euro) e reali (-11,3%). Sono 7,5 milioni le persone appartenenti a famiglie le cui entrate coprono appena le uscite. Dopo la pandemia oltre 1,5 milioni di occupati (7% del totale) è in povertà assoluta, e oltre 2 milioni di lavoratori (9,7% del totale) in povertà relativa, cioè impossibilitati a sostenere una spesa per consumi superiore alla soglia di povertà e tale percentuale sale tra lavoratori dipendenti e, in particolare, tra gli operai. Aumentano rispetto al 2010 sia i lavoratori in povertà assoluta (erano il 3% del totale) sia in povertà relativa (erano il 7%). 

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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