Fondo pensione, nel pubblico impiego aderisce solo il 30%. E torna il silenzio-assenso

Mercoledì 6 Ottobre 2021 di Marco Barbieri
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Con la sottoscrizione all’Aran dell’accordo del 16 settembre scorso si è definitivamente introdotta nella Pubblica amministrazione la formula del silenzio assenso per l’adesione al fondo Pensione Sirio Perseo.

C’è chi vorrebbe un altro semestre di silenzio-assenso (come quello del 2007) anche nel settore privato, per provare a rilanciare le adesioni alla previdenza complementare.

CONTRIBUTI NON PAGATI

Gli iscritti ai Fondi pensione sono il grande problema del sistema, a oggi poco più del 30% dei lavoratori dipendenti ha aderito a un Fondo pensione. Ma il dato ancora più preoccupante – rispetto a quegli otto milioni e mezzo milioni di iscritti – riguarda le contribuzioni reali. Meno di sei milioni sono i lavoratori che versano regolarmente i contributi richiesti per alimentare il proprio montante contributivo per la pensione di secondo pilastro. I fondi negoziali contano 3,2 milioni di iscritti, quasi 1,6 milioni sono gli iscritti ai fondi aperti e 3,3 milioni ai PIP “nuovi”; poco più di 600.000 sono gli iscritti ai fondi preesistenti. Gli iscritti che nel corso dell’anno 2020 non hanno effettuato versamenti contributivi sono complessivamente 2,3 milioni, il 27,4% del totale; rispetto al 2019, sono aumentati di 136.000 unità. Un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni. In termini di performance, la previdenza complementare offre un vantaggio sensibile rispetto al Tfr. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali e i fondi aperti hanno guadagnato in media, rispettivamente, il 3,1 e il 2,9 per cento. Nello stesso periodo il Tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,2 per cento.

CON O SENZA TFR?

Eppure questo convince solo un terzo dei lavoratori ad aderire. Per questo torna l’ipotesi del silenzio-assenso. In che cosa consiste? Entro 6 mesi dalla prima assunzione, il lavoratore del settore privato deve decidere cosa fare del proprio Tfr. Può destinarlo in via definitiva a una forma pensionistica complementare, aderendovi, oppure, lasciarlo in azienda, non aderendo ad alcuna forma di previdenza integrativa. La scelta di aderire alla previdenza complementare è irrevocabile, mentre quella di lasciare il Tfr in azienda può in ogni momento essere modificata. In mancanza di una scelta esplicita da parte del lavoratore opera il meccanismo del silenzio-assenso: il Tfr confluisce automaticamente nel fondo pensione previsto dal contratto collettivo di lavoro o, in presenza di più fondi, in quello a cui è iscritto il maggior numero di dipendenti; in tal caso il lavoratore aderisce “tacitamente” al fondo pensione. Il tema non è nuovo e costituisce una delle fragilità del secondo pilastro pensionistico e ripropone il “nanismo” dei Fondi pensione italiani, in termini di patrimonio da investire.

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Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 06:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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