Dichiarazione dei redditi più flessibile per chi punta a nuovi sostegni

Mercoledì 8 Settembre 2021 di Luca Cifoni
Foto Lapresse

Scadenza anticipata, ma non troppo, per la presentazione della dichiarazione dei redditi da parte dei contribuenti con partita Iva che intendono fruire della nuova tranche di ristori per l’emergenza Covid, specificamente quella legata ai risultati economici piuttosto che alla perdita del fatturato.

Il termine originariamente fissato a domani (rispetto alla data “normale” del 30 novembre), slitterà a fine mese, a seguito delle reiterate richieste dei commercialisti.

LA FORMULA

Va ricordato che si tratta della terza forma di aiuto prevista dal decreto legge Sostegni bis approvato dal governo a maggio e poi definitivamente convertito dal Parlamento lo scorso luglio, che ha l’obiettivo di compensare per quanto possibile i danni subiti dai soggetti economici a causa della pandemia, sia per le restrizioni alle attività sia per la riduzione della domanda. La prima forma, definita “automatica”, consisteva semplicemente nella replica delle erogazioni del provvedimento del marzo scorso. La seconda, alternativa alla precedente, è invece riservata alle attività stagionali o comunque con caratteristiche particolari per le quali risulta conveniente verificare il calo del fatturato (almeno del 30 per cento) non sull’anno solare ma nel periodo tra il primo aprile 2020 e il 31 marzo 2021 rispetto ai dodici mesi prima. Il termine per queste richieste è scaduto una settimana fa.

Ora quindi tocca al nuovo contributo, i cui dettagli attuativi sono però ancora in parte sconosciuti. La loro determinazione è infatti affidata a un decreto ministeriale tuttora in via di definizione. La legge prevede che possano fruire del sostegno i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione (o producono reddito agrario) con ricavi o compensi non superiori ai 10 milioni nel 2019. L’ammontare massimo è fissato a 150 mila euro, ma gli importi effettivi saranno ottenuti come percentuale (ancora da stabilire) della differenza di risultato economico tra il 2020 e il 2019. Da notare che questa differenza sarà calcolata al netto di tutti i contributi a fondo perduto già eventualmente percepiti quest’anno e nel 2020: la logica di fondo è che il criterio del peggioramento di bilancio vada in qualche modo a correggere quello più rozzo del calo di fatturato, applicato con le precedenti tornate di sostegni per rispondere in una situazione di emergenza alle esigenze delle imprese. Anche la percentuale di calo degli utili che permetterà di essere ammessi al beneficio resta però ancora da precisare, con il medesimo provvedimento ministeriale. Di qui le perplessità dei commercialisti, che avevano fatto osservare di essere costretti ad anticipare le dichiarazioni dei redditi dei propri clienti, senza la certezza che questi poi rientreranno nei parametri per il contributo: di fatto si tratta di un’accelerazione dei tempi per un’ampia platea di contribuenti. Anche se con un impatto meno drastico, dopo lo slittamento ottenuto dagli intermediari. I sostegni che saranno erogati attraverso questo canale possono contare su una dotazione finanziaria complessiva di circa 4,5 miliardi, ma c’è la disponibilità del governo ad utilizzare eventualmente ulteriori risorse risparmiate sulle altre tipologie di erogazione.

INDICATORI ISA

Intanto, se l’adempimento della dichiarazione deve avvenire prima del previsto per coloro che intendono fruire dell’ultima tranche di sostegni, i contribuenti soggetti agli indicatori sintetici di affidabilità (Isa, eredi dei vecchi “studi di settore”) hanno avuto più tempo per passare alla cassa: ma ora anche per loro si avvicina la scadenza ultima fissata al 15 settembre. Si tratta dei versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, già previsti entro il 30 giugno: più nel dettaglio lo stesso decreto Sostegni bis ha spostato alla metà di questo mese tutti i pagamenti relativi a imposte sui redditi e addizionali, Irap, Iva e altri tributi e contributi che sarebbero scaduti tra il 30 giugno e il 30 agosto. A differenza di quanto previsto in altri casi, il rinvio non ha nessun costo per gli interessati perché non sono stabilite maggiorazioni nemmeno di entità minima rispetto all’importo dovuto.

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Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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