Nelle sue Considerazioni Finali lette il 31 maggio, il governatore Ignazio Visco indica con alcuni numeri lo stato di salute delle banche italiane in un quadro che egli definisce «complessivamente non negativo».
Alla fine del 2021 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti era scesa all’1,7%, la metà rispetto alla fine del 2019; per le grandi banche (le “significative”) la situazione era tornata in linea con quella degli altri intermediari vigilati dalla Bce.
Accanto all’invito alla prudenza, «l’azione della Vigilanza resta indirizzata a spingere gli intermediari» più orientati verso l’attività di intermediazione creditizia «a dotarsi di un governo societario in grado di formulare e attuare piani credibili e coerenti con le sfide poste dal contesto di mercato. È responsabilità degli organi aziendali – sottolinea ancora Visco – agire senza ritardi, anche sul fronte di possibili aggregazioni, per minimizzare il rischio che situazioni di difficoltà sfocino in irreversibili crisi aziendali». Il governatore indica i destinatari del suggerimento: si tratta degli istituti medio-piccoli «su cui già pesano difficoltà nell’azione di contenimento dei costi e che faticano a beneficiare di economie di scala». Dunque, accanto ai grandi merger che vedono protagoniste le banche principali, aspettiamoci una tornata di nuove aggregazioni nel “prato basso” del sistema. Le parole schiette dal governatore, più di altre volte, non lasciano dubbi: Via Nazionale ha già stilato l’elenco dei target potenziali.