Mercatone Uno ricomincia da un fondo e 3 commissari: un piano per salvarlo. Il testo del ricorso

Martedì 28 Maggio 2019 di Rosario Dimito
Mercatone Uno ricomincia da un fondo e 3 commissari
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Mercatone Uno riparte dai commissari Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari che ne se erano spossessati nell’agosto 2018 con la vendita a Shernon Holding. Nelle prossime ore l’avvocato Ugo Molinari, patron dello studio Molinari e associati di Milano, depositerà presso il tribunale di Bologna l’istanza di retrocessione ai commissari delle aziende dichiarate fallite.

IL RICORSO PER AMMISSIONE ALLA PROCEDURA DI CONCORDATO - IL TESTO

E nel giro di pochi giorni, oltre all’avvio della Cigs per i dipendenti, verrà riaperta la gara sui 55 punti vendita tramite l’advisor Deloitte, partendo da Gordon Brothers International Llc, fondo Usa che era arrivato in dirittura d’arrivo nella precedente asta, ma fu battuta da Shernon Holding, società costituita da Valdero Rigoni che coinvolse Michael Charles Thalmann e Alessandro Bertoldo. Ma oltre a Gordon potrebbero riaffacciarsi Risparmio Casa e Cosmo che si è aggiudicato 13 punti vendita più 2-3 fondi riaprendo uno spiraglio al gruppo la cui ambizione era diventare l’Ikea italiana, ma che sulla strada della resurrezione è inciampata in alcuni imprevisti.

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E’ stato il passo indietro improvviso di Tpg Six Street Partners Lcc, primario operatore di standing internazionale che il 25 luglio 2018, a sei giorni dal rogito di compravendita da parte della Shernon Holding, a sparigliare le carte del cavaliere bianco di Mercatone Uno. «L’esito negativo dell’ultima delibera del comitato di investimento», si legge nelle carte depositate in tribunale, comportarono il ritiro «ex abrupto dall’operazione». Tpg aveva firmato l’accordo per l’acquisto di immobili per 13 milioni da sommare al finanziamento di 10 milioni contemplato. Inoltre, nel piano industriale elaborato da Shernon c’era «l’acquisizione delle rimanenze di magazzino delle società Gruppo Mercatone (50 milioni al valore di costo) per un prezzo pari al 35% di tale valore». Tutto ciò avrebbe permesso a Shernon di ottenere «con immediatezza quella disponibilità di cassa integrativa necessaria nell’ambito del processo di turnaround». La vendita delle rimanenze di magazzino avrebbe fruttato 14 milioni e in più era previsto il supporto commerciale di due noti gruppi internazionali come Black Red White e Doktas Keleber Moblya Sanayi Ve Tikaret i quali «avevano sottoscritto con Shernon un impegno vincolante a supportare il piano industriale con approvvigionamento di merce» per 38 milioni. All’improvviso anche loro ci ripensarono. Va segnalato che le banche avrebbero fornito 10 milioni. 
Il retrofront di Tpg causò il rinvio del contratto di acquisizione dall’1 all’8 agosto. Shernon volle ugualmente in qualche modo fare fronte all’impegno, evadendo 18 mila ordini con «acquisto dai fornitori della merce ordinata dai clienti a fronte di incasso parziale del prezzo». In più Shernon e Gordon entrarono in collissione per le diverse strategie. A ridosso del fallimento, la società era sotto budget del 70% con cassa negativa. Ora, come nel gioco dell’oca, si torna alla partenza.
 

Ultimo aggiornamento: 14:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA