Governo, affondo di Renzi: «Mercoledì tagliamo dieci miliardi di tasse». Lite con i sindacati

Lunedì 10 Marzo 2014 di Mario Stanganelli
Matteo Renzi
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​Mercoled per la rima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo. Così - con il piglio deciso che mostra per tutto il corso dell’intervista con Fabio Fazio a ”Che tempo che fa“ - Matteo Renzi annuncia il taglio di 10 miliardi di tasse che l’atteso Consiglio dei ministri di dopodomani è chiamato ad attuare. Quanto alla diatriba sull’indirizzo da dare ai tagli più a carico dell’Irpef oppure dell’Irap, il premier afferma di trovare «imbarazzante che per anni si sono aumentate le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche: "le abbassi agli altri e non a me"».



Renzi cerca di non cadere nella rete delle polemiche e delle intimazioni sui prossimi primi passi del governo, ma non si risparmia dal dire: «Ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati. Ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo. Lo faremo non pensando alle associazioni di categoria, ma alle famiglie e alle imprese». In questo scenario, il premier, che si mostra scettico sulla funzionalità di una divisione paritaria dei tagli, 5 miliardi a Irpef e 5 Irap «che non ha funzionato in passato», osserva che «non dobbiamo pensare a un derby tra Irap e Irpef, tra Confindustria e Cgil. Perché se cominciamo così possiamo chiedere loro: cosa avete fatto in questi anni per cambiare l’Italia?». Non è questo l’unico spunto polemico in cui il presidente del Consiglio attacca i sindacati. Parlando dell’assegno di disoccupazione che «riorganizzerà gli strumenti di ammortizzazione sociale, purché i disoccupati che ricevono il contributo non se ne stiano a casa o al bar ma diano una mano per le cose che servono», Renzi afferma: «So che avremo i sindacati contro, ma ce ne faremo una ragione».



STILETTATA

E poi anche una stilettata sulle regole interne delle organizzazioni sindacali: «Devono iniziare a mettere on line tutte le spese che hanno, come fanno gli altri». Dopo aver acremente osservato, a fronte delle proteste sindacali e alle ultime minacce di mobilitazione, che «Cgil e sindacato sono anni che accettano tutto», Renzi incrocia il fioretto anche con Susanna Camusso. Provocato fa Fazio sulle canzoncine che lo hanno accolto nella recente visita nella scuola di Siracusa e che avrebbero mosso la leader della Cgil all’accusa di ”culto della personalità“, Renzi sorridendo ha chiesto: «Anche lei ha detto questo? Se è vero, è una delle cose più carine che ha detto negli ultimi anni».

Un segno del cambiamento il neopremier lo ha individuato nel fatto che «oggi a palazzo Chigi ci sono dei sindaci e non dei politici vecchio stile. Quando ha i dei soldi li devi spendere. La priorità assoluta è spendere i soldi che ci sono. In ogni caso, piaccia o non piaccia - ha aggiunto - si è capito che siamo messi davvero all’ultima chance e che o la politica cambia se stessa o l’antipolitica ci porta via tutti». Antipolitica che Renzi individua nell’atteggiamento di rifiuto totale del M5S di Grillo: «In questo momento - dice - a lottare per ridurre numero e costi dei politici c’è il Pd ma non Grillo. E non è un caso che molti nel M5S stanno cercando di scappare». Infine, una battuta anche a Fazio che gli prediceva, in caso di ballottaggio elettorale, la vittoria «perché più veloce». «Mah - la replica - ultimamente sono ingrassato...».



Si diceva dell’appello della Cgil alla mobilitazione «se il governo non darà risposte e non accoglierà le proposte sul lavoro e sul fisco avanzate dal sindacato». A dirlo questa volta non è solo la Camusso, ma è quanto è emerso dal direttivo della confederazione di Corso Italia. Indicate le «priorità assolute» nell’occupazione e nel fisco, la Cgil non esclude di ricorrere anche all’arma dello sciopero.

Al contrario è di assoluta soddisfazione verso il governo l’atteggiamento del leader del Ncd Angelino Alfano, che in un’intervista su Sky a Maria Latella, ha preannunciato anch’egli, per il Consiglio dei ministri di dopodomani «una riduzione fiscale senza precedenti. Sarà - ha detto - una botta molto forte al cuneo fiscale a favore dei cittadini». Anche per il ministro dell’Interno sarebbe inutile ingaggiare «un derby tra Irap e Irap: le risorse saranno allocate dove l’impatto sarà maggiore».
Ultimo aggiornamento: 20:34

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