Statali, sbloccato l’anticipo del Tfs: al via le domande Come funziona

Domenica 30 Agosto 2020 di ​Jacopo Orsini
Statali, sbloccato l’anticipo del Tfs: al via le domande

L’anticipo del Tfs, il Trattamento di fine servizio, la liquidazione che spetta ai dipendenti pubblici al momento della pensione, è pronto a partire. Dopo un lungo procedimento durato più di un anno e mezzo, il provvedimento che consentirà di dare il via all’operazione è arrivato in porto. Il decreto ministeriale che assorbe la ratifica dell’accordo quadro con l’Associazione bancaria italiana (Abi) è stato infatti appena registrato dalla Corte dei Conti e a breve il testo sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale. In un post pubblicato su Facebook il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone ha scritto che «il decreto è già operativo e la procedura giuridica formalmente conclusa». A giorni sarà quindi disponibile sul sito del dipartimento della Funzione pubblica la piattaforma per avviare le operazioni di richiesta dell’anticipo del Tfs, che saranno poi le banche a erogare a un tasso calmierato. 



Quando un dipendente pubblico va in pensione deve normalmente aspettare alcuni anni prima di poter incassare integralmente la propria liquidazione. L’attesa è ancora più lunga per chi utilizza Quota 100 perché per chi sfrutta l’uscita anticipata il momento del diritto al Tfs corrisponde a quello in cui avrebbero conseguito la pensione (di vecchiaia o anticipata) con le regole precedenti, quelle della legge Fornero. Da qui, l’anno scorso, la decisione del governo Lega-5 stelle di varare il nuovo canale dell’anticipo bancario. La norma è stata inserita nel cosiddetto Decretone all’inizio del 2019, il provvedimento con cui sono stati varati anche Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Per dare attuazione alla norma serviva però un decreto attuativo, che ora è finalmente arrivato.

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Come funzionerà la nuova procedura? Innanzitutto sarà necessario chiedere, con modalità che verranno messe a punto a breve, all’ente erogatore del Tfs (di solito l’Inps) la certificazione del diritto all’anticipazione. L’istituto, entro 90 giorni dalla ricezione della domanda, se ci sono i requisiti, rilascia l’ok e l’ammontare complessivo della liquidazione. Si potrà chiedere fino a un massimo di 45mila euro. Con la certificazione in mano sarà quindi possibile andare in banca e presentare la domanda per avere l’anticipo. Alla richiesta sarà necessario allegare anche il numero di conto corrente sul quale accreditare i soldi e la dichiarazione sullo stato di famiglia (nel caso di separazione o divorzio con l’indicazione dell’eventuale importo dell’assegno previsto per l’ex coniuge). 

La banca, una volta ricevuta la richiesta, dovrà comunicarla all’ente che paga la liquidazione e dopo il via libera definitivo dell’istituto (che ha tempo 30 giorni per rispondere) accrediterà l’importo sul conto indicato.

Il tasso di interesse con cui verrà erogato dalle banche l’anticipo del Tfs è di poco superiore all’1%. Il provvedimento fissa infatti un massimo al Rendistato (il rendimento di un paniere di titoli di Stato) incrementato di 40 centesimi. A luglio la quotazione è stata dello 0,8% per cui il tasso con cui le banche anticiperanno la liquidazione sarà intorno all’1,2%.
 


«Abbiamo lavorato duramente per raggiungere questo risultato - ha sottolineato ancora Dadone - abbiamo cercato di velocizzare al massimo gli infiniti passaggi e rimpalli burocratici che riguardavano sia il decreto attuativo sia l’accordo quadro. Ma finalmente ci siamo: ora siamo davvero all’ultimo metro prima di poter ridare ossigeno ai tanti pensionati che sono costretti ad attendere anche diversi anni prima di intascare la loro buonuscita e che aspettavano con ansia di poter utilizzare questo strumento». 
 

Ultimo aggiornamento: 18:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA